Il caso della strage di Erba, avvenuta il 11 dicembre 2006, continua a suscitare scalpore e dibattiti dopo oltre diciotto anni dall’orrendo crimine. Oggi, martedì 25 marzo, i giudici della Corte di Cassazione sono chiamati a esaminare il ricorso della difesa di Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati all’ergastolo. Le richieste di revisione del processo, presentate dagli avvocati dei coniugi, sollevano interrogativi sul sistema giuridico e sulla validità delle evidenze raccolte in sede processuale.
La strage di Erba: un crimine atroce
Il cruento omicidio di Erba ha colpito profondamente l’opinione pubblica. Olindo e Rosa sono stati ritenuti colpevoli della morte di Raffaella Castagna, del suo bambino di soli due anni Youssef Marzouk e della nonna dell’infante, Paola Galli. Gli eventi tragici si sono consumati nell’appartamento di via Diaz, dove le vittime sono state attaccate con attrezzi da taglio e colpiti a morte. Tra le atrocità, la mancina Rosa ha inflitto un colpo mortale al piccolo Youssef. L’incendio appiccato dagli aggressori ha tentato di cancellare le prove del crimine, ma la verità è emersa grazie alla testimonianza di vicini e delle indagini.
Contrariamente alle speranze della difesa, le evidenze raccolte nella loro totalità sembrano costituire un quadro probatorio solido. I vicini hanno assistito all’accaduto, e tra loro Mario Frigerio, che è riuscito a salvarsi grazie a una particolare malformazione alla carotide, essendo aggredito da Olindo. Le sentenze hanno delineato un panorama coerente, sostenuto da prove scientifiche e dichiarazioni di testimoni.
La difesa di Olindo e Rosa: una nuova opportunità in Cassazione
Gli avvocati di Olindo Romano e Rosa Bazzi, guidati da Fabio Schembri, hanno presentato un ricorso di 111 pagine in Cassazione, nel quale contestano la decisione della Corte d’Appello di Brescia che ha dichiarato inammissibile la revisione del processo. Secondo la difesa, ci sono nuovi elementi di prova che richiederebbero una rivalutazione del caso, come previsto dalla Costituzione. Schembri ha espresso la speranza che la Cassazione accolga la richiesta di approfondire questi aspetti, riconoscendo la necessità di un dibattito più ampio.
La difesa sostiene che le motivazioni che hanno condotto alla bocciatura dell’istanza siano illogiche e basate su una lettura errata delle prove. Se la Cassazione decidesse di ascoltare i nuovi elementi, ciò potrebbe portare a un’analisi più accurata del caso e potenzialmente cambiare l’esito della condanna. La questione centrale resta la solidità delle confessioni di Olindo e Rosa e la credibilità del testimone Frigerio, su cui si fonda gran parte delle accuse.
Le famiglie delle vittime esprimono il loro punto di vista
Le famiglie delle vittime, rappresentate da Giuseppe Castagna, rimangono ferme nella convinzione che la Cassazione confermerà le sentenze precedenti. Castagna ha espresso il timore che, anche dopo una conferma della condanna, il caso continuerà a suscitare un’attenzione mediatica e un “circo” di polemiche che non trova giustificazione nella verità. Contrastano così le speranze della difesa, confermando una visione netta sulla colpevolezza dei due coniugi.
I familiari delle vittime si sono detti convinti che la solidità delle prove possa resistere all’analisi della Corte Suprema. Le testimonianze e le evidenze scientifiche sono state finora ritenute sufficienti dai giudici, e sono molti quelli che non vedono la necessità di riaprire un caso già chiuso in maniera definitiva.
L’attesa per il verdetto della Corte di Cassazione
La Corte di Cassazione è ora al centro dell’attenzione, con una sentenza che si preannuncia cruciale. Le condizioni di detenzione di Olindo e Rosa, ognuno nei propri penitenziari di Opera e Bollate, pongono una realtà drammatica e pesante per quanto riguarda le loro prospettive future. La difesa ha sollevato dubbi circa l’adeguatezza delle motivazioni che hanno portato al diniego della revisione del processo, parlando di un “cortocircuito logico” e sottolineando le discrepanze giuridiche.
Per i giudici, il rigore delle prove presentate finora giustifica le condanne inflitte e indica l’assenza di nuovi elementi innovativi. Pertanto, la Cassazione ha il compito di fornire un chiarimento definitivo su uno dei casi più complessi e mediatici nell’ultimo ventennio, che continua a riempire le pagine di cronaca e a coinvolgere l’opinione pubblica italiana.