Ultras del Napoli: assoluzioni e condanne lievi per il "Gruppo Masseria" dopo gli scontri con i tifosi olandesi

Ultras del Napoli: assoluzioni e condanne lievi per il “Gruppo Masseria” dopo gli scontri con i tifosi olandesi

Il Tribunale di Napoli assolve cinque ultras del “Gruppo Masseria” dall’accusa di associazione a delinquere, infliggendo pene lievi per aggressioni ai tifosi dell’Ajax, riaccendendo il dibattito sul tifo organizzato.
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Ultras del Napoli: assoluzioni e condanne lievi per il "Gruppo Masseria" dopo gli scontri con i tifosi olandesi - Gaeta.it

Il Tribunale di Napoli ha emesso la sentenza riguardante alcuni ultras del “Gruppo Masseria”, coinvolti negli scontri con i tifosi dell’Ajax durante la partita di Champions League nel mese di ottobre 2022. La IV sezione penale, presieduta dal giudice Taglialatela, ha assolto i cinque imputati dalle accuse più gravi, in particolare dall’associazione a delinquere, pur infliggendo alcune pene lievi per le aggressioni. La sentenza rimette in discussione i confini tra il tifo organizzato e l’illegalità, un tema sempre più al centro del dibattito nell’ambito del calcio italiano.

Le accuse e il coinvolgimento del “Gruppo Masseria”

Nel periodo che ha preceduto la sentenza, i membri del “Gruppo Masseria,” noto fra i tifosi del Napoli, sono stati accusati di aver aggredito alcuni tifosi olandesi presenti a Napoli per assistere alla partita contro l’Ajax. Tra i cinque imputati c’era Gennaro Grosso, noto non solo come tifoso ma anche come figura estremamente visibile nei contesti legati alla squadra, che era stato membro di una commissione comunale per onorare Diego Armando Maradona. Le accuse includevano il reato di associazione a delinquere, una delle più gravi sotto la legislazione italiana riguardante i reati sportivi.

Il “Gruppo Masseria” trae il suo nome dall’omonimo rione di Napoli ed è conosciuto per il suo attaccamento alla squadra, seguendola anche durante le trasferte. Questo contesto ha reso le accuse ancor più pesanti e ha creato un acceso dibattito sulla legittimità dell’organizzazione dei gruppi ultras. Gli ultras, da sempre visti come una parte integrante del tifo calcistico, sono in stark contrasto con le politiche di sicurezza del calcio moderno, che cercano di ridurre al minimo le manifestazioni violente.

La sentenza e le sue implicazioni

La sentenza dei giudici napoletani ha portato a una netta distinzione tra la condanna per il reato di associazione a delinquere e quelle per le aggressioni individuali. Gli imputati Gennaro Grosso, Carmine Della Cerra, Luigi Piacentile, Carmine Crispo e Fabio Mascioletti sono stati assolti dall’accusa di associazione a delinquere, riconoscendo di fatto la legalità dell’organizzazione del gruppo ultras. Tuttavia, per alcuni di loro sono state emesse condanne per l’aggressione ai danni dei tifosi olandesi, che, seppur lievi, testimoniano la gravità degli eventi.

Grosso ha ricevuto una pena sospesa di un anno e due mesi di reclusione, una decisione che ha suscitato reazioni contrastanti, tenendo conto che la Procura aveva chiesto tre anni. Questo aspetto indica un’apertura alla comprensione della cultura ultras, ma rimane una chiara avvisaglia della necessità di monitorare i comportamenti sul campo e al di fuori.

Reazioni e dichiarazioni degli avvocati

Le reazioni a questa sentenza sono state immediatamente espresse dall’avvocato Emilio Coppola, legale dei cinque tifosi. Ha manifestato “grande soddisfazione” per il verdetto, evidenziando che la legittimità dell’organizzazione di un gruppo ultras spetta alle garanzie previste dalla Costituzione italiana. Il legale ha sottolineato come questa sentenza possa segnare un punto di svolta nella gestione delle tifoserie e delle loro organizzazioni. Stando a quanto riportato, anche Gennaro Grosso è stato difeso dallo stesso avvocato Coppola insieme al collega Alfredo Durante, dimostrando che la difesa era unita nella strategia legale.

Questa vicenda ha messo in evidenza le complessità di un fenomeno che non può essere relegato a semplici definizioni di buon o cattivo tifo. La presenza di scontri e violenze nel calcio rimane un argomento delicato, ma il tribunale ha scelto di differenziare tra comportamenti lesivi e la libertà di associazione dei gruppi organizzati. La questione del tifo violento e la sua regolamentazione continua a sollevare interrogativi all’interno della società napoletana e non solo.

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