L’incontro intitolato “Il volto costituzionale del carcere” ha avuto luogo nella sala Don Peppe Diana, all’interno del Consiglio regionale della Campania. L’evento si è svolto in concomitanza con la presentazione del libro “Carcere. Idee, proposte e riflessioni”, scritto da Samuele Ciambriello, il garante campano per le persone soggette a misure restrittive della libertà. Questo incontro, promosso dal garante e dall’Associazione Ex Consiglieri Regionali , ha visto la partecipazione di figure di spicco nel settore della giustizia e della pastorale carceraria, creando un’importante opportunità per riflettere sulle problematiche attuali che affliggono le carceri italiane.
La questione del sovraffollamento carcerario
Uno dei punti centrali affrontati durante l’incontro è stata la condizione di sovraffollamento che contraddistingue molte carceri italiane. Samuele Ciambriello ha sottolineato come questa problematica non rappresenti solamente una questione logistica, ma un vero e proprio tradimento del principio costituzionale che vede nella pena un’opportunità di rieducazione piuttosto che un mero strumento di afflizione. Il garante ha evidenziato che le attuali condizioni di vita all’interno delle carceri non solo compromettono la dignità dei detenuti, ma influenzano anche negativamente le loro possibilità di reinserimento nella società.
Ciambriello ha affermato che “dignità è un paese dove le carceri non siano sovraffollate e assicurino il reinserimento sociale dei ristretti”. Questa affermazione mette l’accento sulla necessità di migliorare le condizioni di vita all’interno delle strutture penitenziarie, promuovendo misure che possano favorire un reale processo di reintegrazione. Il sovraffollamento, sebbene sia un problema tangibile, è solo la punta dell’iceberg di una serie di questioni più profonde legate alla gestione delle pene e alle politiche sulla giustizia.
La funzione della sicurezza nel sistema carcerario
Oltre al sovraffollamento, sono emerse altre problematiche riguardanti la sicurezza all’interno delle carceri. Ciambriello ha sottolineato che la sicurezza non può essere considerata semplicemente come un aumento delle pene o un approccio esclusivamente punitivo. Queste visioni limitate non affrontano le vere cause della criminalità e, di conseguenza, non contribuiscono a un’effettiva sicurezza sociale. Il garante ha ribadito l’importanza di sviluppare una coscienza civica che si opponga a derive giustizialiste, proponendo soluzioni che abbiano un impatto positivo sulla società nel suo insieme.
Durante l’incontro, sono intervenuti diversi relatori, tra cui la direttrice del carcere di Secondigliano, Giulia Russo, che ha condiviso la sua esperienza diretta riguardo le difficoltà di gestione di una popolazione carceraria crescente. La presidentessa del Tribunale di Sorveglianza di Napoli, Patrizia Mirra, e Tullio Morello del CSM hanno aggiunto considerazioni utili, sottolineando l’urgenza di un deciso cambiamento nella gestione delle politiche penali.
Rieducazione e rispetto dei diritti umani
Il tema della rieducazione è emerso come un punto cruciale durante il dibattito, con un richiamo forte alla funzione rieducativa delle pene. Ciambriello ha affermato con fermezza che ogni intervento volto a migliorare la situazione delle carceri deve rigorosamente rispettare i diritti umani. La visione di un carcere capace di rieducare e reintegrare i detenuti deve costituire il fulcro delle politiche carcerarie.
Il referente pastorale carcerario, Don Franco Esposito, ha condiviso una visione di speranza, in cui ogni detenuto ha il diritto di essere trattato con dignità e di poter intraprendere un percorso di recupero. Egli ha sottolineato che il rispetto della dignità umana deve guidare ogni azione all’interno delle strutture penitenziarie, per evitare di cadere in meccanismi che tendano a umiliare i soggetti coinvolti. Anche l’intervento di Giovanni Russo, capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, ha aggiunto una nota di importanza, sottolineando come le riforme siano necessarie ma debbano essere accompagnate da una sensibilizzazione dell’opinione pubblica.
Riflettendo sull’evoluzione del sistema penitenziario, è evidente che si rende indispensabile un forte impegno collettivo per garantire sia la sicurezza pubblica che il rispetto dei diritti dei detenuti, in modo da costruire un carcere che possa veramente adempiere alla sua funzione di rieducazione.
Ultimo aggiornamento il 20 Dicembre 2024 da Elisabetta Cina