La preservazione dei muretti a secco, dichiarati patrimonio culturale immateriale dell’umanità dall’UNESCO, è al centro di un’iniziativa formativa di grande rilevanza a Priverno, in provincia di Latina. Questo progetto non solo risponde alla necessità di tutelare un elemento tradizionale del paesaggio rurale, ma promuove anche pratiche sostenibili e contemporanee per il riutilizzo di tecniche costruttive antiche.
L’importanza della formazione nella valorizzazione del territorio
Il corso di formazione si è svolto all’interno dell’ISISS Teodosio Rossi e ha visto la partecipazione di numerosi studenti, desiderosi di avvicinarsi a una pratica artigianale autentica. L’iniziativa, organizzata dalla XIII Comunità Montana dei Monti Lepini nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, rappresenta non solo un’opportunità di apprendimento, ma anche un’iniezione di consapevolezza sulla sostenibilità. La guida del progetto è stata affidata alla Prof.ssa Giulia Anna Soriano, mentre il maestro Ernesto Migliori ha impartito le competenze tecniche necessarie per la costruzione e il ripristino di questi storici muretti.
L’importanza di formare i giovani in questi ambiti è cruciale. Infatti, come ha affermato la Dirigente Scolastica, Prof.ssa Annamaria Bilancia, “la formazione non si limita all’apprendimento di tecniche, ma si estende a una comprensione più profonda del valore culturale e sociale del nostro patrimonio.” La partecipazione attiva degli studenti nel ripristino delle macére sottolinea la necessità di una connessione concreta tra le nuove generazioni e il loro territorio.
La tecnica del muro a secco come esempio di edilizia sostenibile
La costruzione dei muretti a secco non è una semplice pratica di restauro, ma un esempio di come l’edilizia tradizionale possa integrarsi nell’ambiente in maniera sostenibile. Questa tecnica non richiede l’uso di malta, permettendo una maggiore permeabilità del suolo e riducendo il rischio di erosione. I muretti, quindi, non solo definiscono i confini dei terreni, ma sostengono anche la biodiversità locale creando habitat per diverse specie vegetali e animali.
Durante il corso, gli studenti hanno appreso non solo le competenze pratiche, ma anche una visione più ampia sul valore del lavoro manuale. Il maestro Migliori ha condiviso le sue esperienze pratiche, portando i partecipanti a comprendere i molteplici vantaggi derivanti dalla costruzione di muri a secco. L’interazione con il materiale e con il paesaggio ha permesso di riscoprire antiche tecniche di ingegneria che ancora oggi possono fornire soluzioni efficaci ai problemi ambientali contemporanei.
Un modello educativo per il futuro
L’iniziativa ha ricevuto un grande interesse da parte degli studenti e della comunità locale. La Prof.ssa Soriano ha sottolineato: “Formare i giovani significa anche far crescere in loro la consapevolezza del valore del territorio in cui vivono.” In questo spirito, il corso si propone di rimanere ancorato alla tradizione, ma con uno sguardo proiettato verso il futuro. I partecipanti hanno potuto toccare con mano il significato di lavorare insieme per costruire un legame più forte con la propria eredità culturale.
Alla luce del successo di questo progetto, appare evidente il potenziale di un modello educativo che valorizza l’artigianato tradizionale e promuove la sostenibilità. La speranza è che questa iniziativa possa essere solo l’inizio di un percorso più ampio, in cui il rispetto per la cultura e l’ambiente diventi un obiettivo comune tra le nuove generazioni. Le macére non sono solo pietre, ma racconti di un territorio che meritano di essere conservati e tramandati.