L’Università Cattolica del Sacro Cuore ha recentemente ospitato un convegno significativo, incentrato sull’analisi delle sfide globali odierne e sull’importanza della speranza in un contesto complesso. Organizzato dalla Facoltà di Scienze Politiche e Sociali nell’ambito dell’Iniziativa d’Ateneo sulla Speranza durante l’Anno Giubilare, l’evento ha visto la partecipazione di esperti e docenti che hanno offerto un’ampia riflessione su come affrontare la crisi e le tensioni attuali.
Situazione geopolitica e segni di speranza
Durante l’apertura dell’evento, il preside della Facoltà, Andrea Santini, ha evidenziato la crescente frammentazione del mondo contemporaneo. Le crisi internazionali e le guerre rendono difficile un approccio multilateralista, colpendo alla radice le istituzioni come le Nazioni Unite. Santini ha sottolineato che la polarizzazione delle società all’interno dei vari Stati non fa che complicare la già complessa situazione geopolitica. Significativo è stato l’appello a non limitarsi ad analizzare la crisi, ma a riconoscere anche i segnali di speranza che possono emergere da un impegno concreto. La Bolla di indizione del Giubileo, redatta da Papa Francesco, è stata citata come un documento chiave che invita a rimanere vigili e a impegnarsi per la pace, un concetto centrale che si ripete nel dialogo politico e sociale.
Diplomazia e pace nel mondo contemporaneo
Uno degli aspetti più discussi durante il convegno è stato il ruolo della diplomazia in questo contesto di crisi. Piero Benassi, ambasciatore e docente di Diplomazia contemporanea, ha rimarcato l’urgenza di una diplomazia orientata verso obiettivi pacifici, necessaria per affrontare le sfide attuali. Benassi ha citato il discorso di Papa Francesco, in cui si parla non solo di diplomazia, ma anche di una “diplomazia della verità”. L’ambasciatore ha spiegato come la polarizzazione crescente non solo mette a rischio la sicurezza dei cittadini, ma influisce negativamente sul funzionamento dei processi democratici. Un aspetto chiave della discussione è stato riconoscere che la speranza deve tradursi in azioni concrete nella sfera della diplomazia, in modo da costruire un futuro in cui dialogo e cooperazione possano prevalere su divisioni e conflitti.
L’importanza della cooperazione internazionale
Fabio Melloni, esperto nel campo della cooperazione allo sviluppo, ha portato all’attenzione il recente taglio degli aiuti umanitari da parte degli Stati Uniti, una scelta che potrebbe influenzare l’approccio di altre nazioni. Melloni ha ricordato che nonostante queste sfide politiche, la vera essenza della cooperazione è nella creatività e nell’inventiva umana. La cooperazione non deve essere vista solo come un atto di assistenza, ma come un processo che stimola cambiamenti significativi a livello locale e globale. In questo contesto, Melloni ha esortato gli studenti e i partecipanti a non perdere di vista il potere delle persone nel generare cambiamento, sottolineando l’importanza di sviluppare idee innovative per affrontare le difficoltà.
Verso una pace costruttiva e inclusiva
Una parte cruciale del convegno è stata dedicata alla definizione di pace da parte di Riccardo Redaelli, docente di Storia e Istituzioni dell’Asia. Redaelli ha chiarito che l’idea di pace va oltre l’assenza di conflitti. Deve includere azioni che affrontino e rimuovano le radici dei conflitti stessi. In linea con la visione di Papa Francesco, il docente ha invitato ognuno a contribuire attivamente alla costruzione della pace, rendendo evidente che le azioni quotidiane di ciascuno possono accumularsi per generare un impatto significativo. L’approccio di Redaelli ha incoraggiato una riflessione profonda su come le nostre interazioni sociali possano trasformarsi in strumenti di pacificazione.
Dare voce ai migranti e alle loro esperienze
Laura Zanfrini, docente di Sociologia generale, ha messo in luce l’importanza di ascoltare la voce dei migranti come mezzo per costruire una società inclusiva e rispettosa della diversità. Durante il suo intervento, ha condiviso testimonianze di migranti, sottolineando che capire le loro storie ci permette di umanizzarli e di abbandonare le rappresentazioni stereotipate. La Zanfrini ha evidenziato come un approccio inclusivo possa arricchire la nostra società, promuovendo una visione pluralistica e generativa. Il messaggio chiave è che, ripensando le narrative attorno ai migranti, possiamo scoprire il potenziale che la diversità porta con sé.
Un invito all’azione e alla riflessione
Mauro Magatti, sociologo, ha chiuso il dibattito esprimendo l’importanza di rimanere interconnessi in un’epoca di crisi. La sua affermazione che la speranza sia un motore sia per il pensiero che per l’azione riassume il tema centrale dell’intero convegno. L’azione non si limita al fare, ma coinvolge anche l’essere, permettendoci di riscoprire il significato delle nostre azioni quotidiane. Richiamando le parole di Václav Havel, Magatti ha spiegato che la speranza non si tratta di ottimismo, ma di attribuire significato alle nostre scelte. In una società segnata dall’incertezza, l’incoraggiamento a riflettere e ad agire con responsabilità appare più che mai attuale.