Un caso straordinario è avvenuto al Policlinico di Milano, dove una neonata è stata salvata grazie a un complesso intervento chirurgico, che ha coinvolto diverse specializzazioni mediche. Anna, un nome di fantasia, è venuta al mondo dopo una gravidanza complicata da una massa tumorale rara e potenzialmente letale. Questa situazione mette in luce non solo le capacità della medicina moderna ma anche l’importanza della diagnosi precoce e della collaborazione tra diversi reparti ospedalieri.
Diagnosi precoce e intervento tempestivo
La prima segnalazione del problema si è manifestata durante un’ecografia alla sedicesima settimana di gravidanza, quando i medici hanno scoperto la presenza di un tumore benigno, un teratoma sacrococcigeo, situato all’altezza del coccige. Questo tipo di tumore è raro e colpisce circa 1 bambino ogni 35.000, e la sua rapida crescita ha suscitato serie preoccupazioni riguardo alla salute della neonata e alla sua sopravvivenza. I genitori di Anna, residenti nel Nord Est, sono stati prontamente trasferiti alla Clinica Mangiagalli del Policlinico di Milano, noto per le sue competenze nel gestire gravidanze a rischio e malformazioni fetali. La diagnosi precoce ha giocato un ruolo cruciale, permettendo di pianificare un percorso di cura adeguato e tempestivo, fondamentale vista l’urgenza della situazione.
Il primo intervento: chirurgia fetale
All’età di ventisei settimane, Anna ha subito il suo primo intervento chirurgico mentre era ancora nell’utero materno. Il team di Chirurgia Fetale del Policlinico, utilizzando tecnologie all’avanguardia come il laser, ha occluso alcuni vasi sanguigni che alimentavano il tumore, tentando di arginarne la crescita e permettendo alla piccola di rimanere nella sicurezza del grembo materno per altre due settimane. Questo approccio innovativo ha dimostrato di essere efficace, offrendo ulteriori opportunità per un esito positivo. Tuttavia, alla ventottesima settimana, la necessità di un cesareo d’emergenza si è rivelata inevitabile visto il peso del tumore, che si avvicinava ai 600 grammi.
L’intervento chirurgico neonatale
Il cesareo è avvenuto in un contesto altamente controllato e specializzato. Anna è nata con un peso di 1,6 chilogrammi, una cifra che evidenzia quanto fosse stata compromessa dalla massa tumorale. L’intervento durato due ore ha portato all’asportazione del teratoma, lasciando intatti gli organi vitali e preservando l’apparato urogenitale della neonata. Ernesto Leva, chirurgo pediatrico e direttore del Dipartimento Area Materno-Infantile dell’ospedale, ha commentato il successo dell’operazione, sottolineando come il trattamento fetale abbia facilitato la Chirurgia Neonatale, grazie alla cooperazione tra varie specialità mediche. Questo lavoro di squadra ha incluso professionisti dell’unità di terapia intensiva neonatale, della radiologia pediatrica e della cardiologia, essenziali per monitorare le condizioni di Anna e garantire un intervento mirato.
Il percorso verso casa e il futuro di Anna
Dopo un periodo di recupero, Anna è finalmente pronta a tornare a casa con i genitori. La notizia rappresenta un traguardo significativo non solo per la famiglia, ma anche per l’intero team medico che ha collaborato per la sua salute. Leva ha evidenziato la continuità delle cure, affermando che ci sarà un costante follow-up durante la crescita di Anna, in particolare in prossimità della pubertà, momento delicato per la salute della giovane paziente. La storia di Anna è un esempio di come la medicina moderna possa affrontare sfide estremamente complesse, offrendo speranza e soluzioni a situazioni che sembrano all’apparenza senza via d’uscita.
Ultimo aggiornamento il 7 Gennaio 2025 da Marco Mintillo