La ricerca della cittadinanza italiana è un processo complesso e pieno di ostacoli, specialmente per molti studenti stranieri che vivono nel Paese. La storia di Emilia Sfichi, una giovane studentessa romena, è un esempio emblematico di quanto possa essere difficile questo percorso. Emilia vive in Italia da vent’anni e ha finalmente raggiunto l’importante traguardo della cittadinanza, ma non senza affrontare numerose difficoltà burocratiche.
Emilia: vent’anni di vita e studio in Italia
Emilia ha appena compiuto 22 anni ed è in Italia fin da quando aveva solo due anni. Attualmente, studia Relazioni Internazionali presso l’Università Roma Tre a Roma, dopo aver conseguito la laurea triennale in Scienze politiche a Cosenza. La sua vita è intimamente legata a quella del Paese che l’ha accolta, eppure, nonostante queste radici profonde, il suo percorso verso la cittadinanza si è rivelato lungo e complicato. La madre di Emilia ha presentato la domanda di cittadinanza quando lei aveva solo 14 anni, avviando così un viaggio burocratico che avrebbe avuto molti colpi di scena.
I primi ostacoli: due anni di attesa e la pandemia
Quando Emilia ha fatto la sua prima richiesta di cittadinanza, l’attesa era di circa due anni. Tuttavia, dal 2018, i tempi per l’ottenimento della cittadinanza sono progressivamente aumentati. Sotto il governo di Giuseppe Conte e Matteo Salvini, un decreto ha raddoppiato il tempo necessario da due a quattro anni. Per Emilia, questa rinnovata attesa ha significato la perdita di un’opportunità importante: il suo compleanno, il 17 maggio, si avvicinava e, per un attimo, sembrava che la cittadinanza potesse arrivare in tempo. Tuttavia, l’emergenza Covid-19 ha bloccato ulteriormente l’iter burocratico. La pandemia ha arrestato non solo la vita quotidiana, ma anche le pratiche civili, lasciando Emilia in una situazione di incertezza totale.
Una nuova richiesta e una corsa contro il tempo
Quando Emilia ha compiuto 18 anni, ha dovuto presentare una nuova domanda di cittadinanza. Questa volta, il rischio di non riuscire a giurare era concreto, poiché la comunicazione ufficiale per l’approvazione non arrivava. Solo dieci giorni prima della scadenza dei sei mesi concessi dalla legge, trascorsi dalla nuova richiesta, ha ricevuto la notifica positiva. Grazie a questo intervento, è riuscita a completare l’iter e a giurare. Questo traguardo, che ha rappresentato un punto di arrivo in un lungo periodo di attesa, è giunto con grande sollievo.
L’importanza dell’identità e del riconoscimento
Oggi Emilia si sente profondamente italiana. La vita trascorsa in Italia, la frequentazione delle scuole e l’immersione nella cultura locale hanno plasmato la sua identità . La lingua italiana è diventata per lei madrelingua, mentre il rapporto con la propria cultura d’origine è rimasto, sebbene meno prevalente nella vita quotidiana. Ottenere la cittadinanza ha rappresentato per Emilia un significativo passo verso il riconoscimento della sua appartenenza e del contributo al contesto socio-culturale italiano. La gioia di sentirsi accettata e riconosciuta non si era mai manifestata così intensamente nemmeno in Romania. La sua storia è un potente esempio di come la nazionalità e la cultura possano intrecciarsi e evolve nel tempo, rendendo la ricerca identitaria un tema particolarmente attuale.