Un meccanismo molecolare collega alzheimer, resistenza insulinica e diabete di tipo 2

Un meccanismo molecolare collega alzheimer, resistenza insulinica e diabete di tipo 2

Il professor Antonio Brunetti e l’università Magna Græcia di Catanzaro scoprono il ruolo chiave della proteina Hmga1 nel collegare Alzheimer e diabete di tipo 2, aprendo nuove prospettive terapeutiche.
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Uno studio dell'università Magna Græcia di Catanzaro ha scoperto che la proteina Hmga1 collega il diabete di tipo 2 e l'Alzheimer, aprendo nuove possibilità terapeutiche contro queste malattie correlate. - Gaeta.it

La scoperta di un legame molecolare tra malattie neurodegenerative e disturbi metabolici apre nuovi scenari di ricerca. Un gruppo di studio guidato dal professor Antonio Brunetti dell’università Magna Græcia di Catanzaro ha evidenziato come un meccanismo biologico comune possa spiegare la connessione tra la malattia di Alzheimer e il diabete di tipo 2, due condizioni che colpiscono milioni di persone nel mondo. La ricerca, pubblicata su Lancet eBioMedicine, mette in luce un ruolo cruciale della proteina Hmga1 nel controllo dell’accumulo della proteina tau nel cervello e nelle alterazioni metaboliche che portano alla resistenza insulinica.

Le tauopatie, la proteina tau e il declino cognitivo

Le tauopatie includono una serie di malattie neurodegenerative in cui la proteina tau si accumula nei neuroni. Questo processo, ben documentato, provoca la progressiva perdita delle funzioni cognitive e rappresenta la base patologica dell’Alzheimer. In queste condizioni, la presenza eccessiva di tau danneggia le strutture neuronali, interferendo con la trasmissione degli impulsi nervosi e danneggiando la memoria e altre capacità intellettive. Studi precedenti hanno suggerito un possibile rapporto tra queste malattie e alterazioni metaboliche, come il diabete di tipo 2, ma fino a oggi i meccanismi alla base di questa connessione restavano però poco chiari.

Le tauopatie mostrano accumuli anomali di proteina tau in forma insolubile; ciò contribuisce alla formazione di grovigli neurofibrillari dentro i neuroni. Questi grovigli ostacolano il normale funzionamento neurale e favoriscono la morte cellulare. L’insorgenza di questa condizione è correlata non solo a fattori genetici ma anche a elementi ambientali e metabolici, tra cui disturbi come il diabete, che influenzano sia il metabolismo cerebrale sia la risposta alle insuline.

Il ruolo centrale della proteina hmga1 nei processi molecolari

Il team dell’università Magna Græcia ha focalizzato la propria attenzione sulla proteina nucleare Hmga1, chiamata “interruttore biologico” per la sua capacità di regolare il gene del recettore insulinico. Questo recettore gioca un ruolo decisivo nell’assorbimento del glucosio da parte delle cellule. Precedenti ricerche condotte dagli stessi scienziati avevano individuato una variante genetica chiamata rs146052672 che abbassa la produzione di Hmga1. Questa diminuzione si associa a un aumento del rischio di diabete e disturbi metabolici.

In pratica, un deficit di Hmga1 indebolisce la capacità delle cellule di rispondere all’insulina, portando a resistenza insulinica e quindi a disordini metabolici. Il nuovo studio dimostra che questa stessa carenza favorisce anche l’accumulo eccessivo della proteina tau nel cervello. In assenza di livelli adeguati di Hmga1, la regolazione dell’espressione della tau si altera, causando un incremento della sua presenza e favorendo il danno neuronale tipico delle tauopatie.

Evidenze sperimentali a sostegno del nuovo modello patogenetico

Le conclusioni dello studio si basano su vari modelli sperimentali. Gli scienziati hanno esaminato cellule in vitro, modelli animali e un gruppo di pazienti con demenza. Questi esperimenti hanno confermato che bassi livelli di Hmga1 sono sempre associati a una maggiore produzione e accumulo di proteina tau. Nei pazienti, la correlazione è risultata significativa, rafforzando l’ipotesi di un collegamento causale tra resistenza insulinica e neurodegenerazione.

L’analisi in vitro ha mostrato chiaramente come la mancanza di Hmga1 inneschi un aumento della tau, senza l’intervento di altri fattori esterni. Nei modelli animali, la riduzione di Hmga1 ha prodotto effetti analoghi, accompagnati da segni di perdita cognitiva simili a quelli osservati nell’Alzheimer umano. Questi dati supportano l’ipotesi che Hmga1 agisca come un nodo di controllo, collegando la regolazione del metabolismo energetico e la salute cerebrale.

Collaborazioni e prospettive per nuove terapie

Lo studio rappresenta il frutto di una collaborazione tra l’università Magna Græcia di Catanzaro e centri di ricerca italiani ed europei, che hanno unito competenze multidisciplinari. L’obiettivo era esplorare a fondo i legami tra metabolismo e neurodegenerazione, due ambiti clinici spesso studiati separatamente. L’identificazione di Hmga1 come fattore chiave apre nuove strade per trattamenti mirati.

Comprendere come modulare l’attività di Hmga1 potrebbe portare a sviluppare farmaci capaci di agire sia sul diabete che sulle malattie neurodegenerative, riducendo il carico di entrambe. Il prof. Brunetti ha sottolineato che questa scoperta offre un nuovo modello per spiegare meccanismi comuni e consente di progettare strategie terapeutiche che affrontano l’insorgenza e la progressione delle malattie da un punto di vista molecolare.

L’integrazione di queste conoscenze nella pratica clinica richiederà ulteriori studi, ma i primi risultati rappresentano un avanzamento significativo nella comprensione di malattie complesse e spesso sovrapposte. Si apre così una nuova fase di ricerca, con un approccio più integrato al trattamento di Alzheimer e diabete di tipo 2.

  • Marco Mintillo

    Marco Mintillo è un giornalista e blogger specializzato in cronaca e attualità, con una passione per i viaggi. Collabora regolarmente con Gaeta.it, un sito di riferimento per notizie e approfondimenti sulla città di Gaeta e oltre. Qui, Marco pubblica articoli che spaziano dall'analisi di eventi locali a questioni di rilievo internazionale, offrendo sempre una prospettiva fresca e dettagliata. La sua abilità nel raccontare i fatti attraverso la lente del viaggiatore gli ha guadagnato una fedele base di lettori che apprezzano la sua capacità di legare la cronaca mondiale alle storie del territorio.

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