Un padre in lotta per la custodia: "Ritrovarsi a Tokyo" affronta le ingiustizie nel Giappone moderno

Un padre in lotta per la custodia: “Ritrovarsi a Tokyo” affronta le ingiustizie nel Giappone moderno

“Ritrovarsi a Tokyo”, in uscita il 30 aprile 2025, esplora la lotta di un padre per riunirsi con la figlia, affrontando ingiustizie legali e razziali nel contesto giapponese.
Un Padre In Lotta Per La Custo Un Padre In Lotta Per La Custo
"Ritrovarsi a Tokyo", in uscita il 30 aprile 2025, è un film di Guillaume Senez che affronta la lotta di un padre francese, Jay, per riunirsi con la figlia Lily in Giappone, dove le ingiustizie legali e razziali complicano la sua battaglia. Attraverso la sua storia, il film denuncia le disuguaglianze nel diritto di custodia e offre una rif - Gaeta.it

Il 30 aprile 2025, i cinema italiani accoglieranno un’opera significativa nel panorama cinematografico contemporaneo: “Ritrovarsi a Tokyo“, firmato dal regista Guillaume Senez. Questo film non è solo una narrazione di sottrazione affettiva, ma anche un’analisi profonda delle ingiustizie razziali e legali in Giappone, una nazione che non sempre si mostra accogliente con gli stranieri. La pellicola evidenzia la battaglia di un padre per ritrovare la propria figlia, un argomento che tocca corde sensibili in una società complessa.

La trama di “Ritrovarsi a Tokyo”

Al centro della storia c’è Jay, un francese che vive a Tokyo. Dopo la separazione dalla moglie giapponese, la sua vita si complica drammaticamente. In Giappone, la legge non consente l’affido condiviso, lasciando Jay con poche opzioni per rivedere la sua amata figlia Lily. La sua unica chance di riunione è il caso, e il film ci conduce attraverso una serie di eventi che mettono in luce la disperazione e la determinazione di un padre. L’interpretazione di Romain Duris rende palpabili le emozioni e le frustrazioni di un uomo costretto a combattere contro il sistema legale e socio-culturale.

Contesto urbano di Tokyo

La narrazione si sviluppa in un contesto urbano affollato e dinamico, un Tokyo che racchiude oltre 30 milioni di abitanti. Qui, le strade affollate e gli spazi urbani diventano sfondi per la lotta di Jay, un simbolo di una genitorialità messa a dura prova dalle circostanze. I momenti di rifiuto e il dolore per la separazione sono amplificati dall’assenza di una rete legale a sostegno del suo diritto di paternità.

Temi della genitorialità e delle ingiustizie legali

La pellicola di Senez non si limita a raccontare una storia privata; è un forte atto di denuncia contro un sistema che non garantisce parità di diritti tra i genitori, specie in un contesto di separazione. Nel corso di un’intervista con l’ANSA, il regista ha sottolineato questa problematica raccontando dell’incontro con Vincent Fichot, un attivista che ha intrapreso uno sciopero della fame durante le Olimpiadi di Tokyo nel 2021 per porre l’attenzione sulla questione dell’affido. “In caso di separazione, il genitore che per primo prende il figlio ha diritto ad avere la custodia,” ha spiegato Senez. Questo aspetto del diritto familiare giapponese, spesso sconosciuto a chi vive all’estero, si riflette nelle vicende di Jay, offrendo uno spaccato della delicatezza della paternità in un ambiente ostile.

La lotta di Jay

La lotta di Jay non è solo personale, ma diventa un simbolo di una battaglia più ampia contro l’indifferenza delle istituzioni e delle normative che spesso dimenticano il bene dei bambini in favore di regolamenti rigidi. La narrazione invita a riflettere sui diritti umani e sulla necessità di cambiamenti normativi che garantiscano un’equa considerazione per tutte le famiglie.

Riflessioni sull’immigrazione e razzismo

Ritrovarsi a Tokyo” non si ferma alla giustizia familiare; espande il discorso all’immigrazione. Jay, un europeo in Giappone, deve affrontare pregiudizi che spesso caratterizzano l’esperienza degli stranieri. In una società che è tradizionalmente chiusa, la figura del migrante viene esplorata attraverso una lente inusuale. Secondo Senez, il suo viaggio esemplifica l’invisibile barriera del razzismo che persiste in ogni paese.

La posizione di Jay

L’aspetto centrale è che, nonostante Jay sembri integrato, la sua posizione è fragile. Il regista ha commentato che “sui migranti sappiamo tutto ma ci giriamo dall’altra parte.” Ciò mette in luce una realtà spesso ignorata dai media, dove le storie degli stranieri vengono ridotte a stereotipi. Il film, attraverso il racconto di Jay, pone interrogativi importanti sulla tolleranza, l’accoglienza e il riconoscimento delle diversità culturali.

Ritrovarsi a Tokyo” si presenta come un’opera di grande rilevanza, in grado di stimolare dibattiti su temi che affliggono la società moderna. Questa pellicola, con la sua incisività e autenticità, è destinata a lasciare un segno nel cuore del pubblico e nella cronaca sociale odierna.

Change privacy settings
×