Un Soave "Wild" dalle radici selvagge: l'innovazione di Graziano Prà

Un Soave “Wild” dalle radici selvagge: l’innovazione di Graziano Prà

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Un Soave "Wild" dalle radici selvagge: l'innovazione di Graziano Prà - Gaeta.it

Il vignaiolo Graziano Prà ha presentato il suo ultimo capolavoro enologico, il Soave “Wild”, una versione selvaggia del celebre Soave Doc Classico “Otto”. Questo nuovo vino nasce dall’utilizzo di uve Garganega provenienti dalla Uga Ponsara e si distingue per un processo di vinificazione unico.

Il fermento della creatività: dialogo con Kevin Judd

Il Soave “Wild” nasce da una profonda ispirazione emersa da una conversazione avuta con l’amico Kevin Judd, noto enologo dell’azienda neozelandese Graywacke e proprietario della rinomata azienda Cloudy Bay. Graziano Prà racconta che l’idea di creare un vino così innovativo è nata durante questo scambio di idee, ispirato anche dai vini Sauvignon Blanc prodotti da Graywacke, in particolare da uno di essi che si contraddistingue per una fermentazione spontanea. Questo processo conferisce al Soave “Wild” un carattere unico e distintivo, esaltando le peculiarità delle uve Garganega e valorizzando al massimo il terroir della Uga Ponsara.

Alla scoperta del terroir: un viaggio sensoriale nel Soave Wild

Il Soave “Wild” rappresenta un viaggio sensoriale nei tratti vulcanici delle terre del Soave, traducendo in un bicchiere la passione e l’impegno di Graziano Prà per la valorizzazione del terroir. Questo vino si inserisce in un progetto più ampio, volto alla ricerca dell’identità territoriale e alla valorizzazione delle Uga aziendali, le Unità geografiche aggiuntive. Questo è solo il primo passo di un percorso che potrebbe portare alla creazione di vini dedicati ai diversi Cru, in un continuo e appassionante esplorare delle potenzialità del territorio e delle sue uve.

La chiusura ideale per la qualità nel tempo

Come per le altre eccellenze prodotte da Graziano Prà, anche il Soave “Wild” si distingue per la scelta del tappo a vite, una chiusura che garantisce la conservazione ottimale del vino nel corso del tempo. Questo dettaglio, unito alla cura e all’attenzione profuse in ogni fase di produzione, confermano il costante impegno del vignaiolo nell’offrire vini di alta qualità che esprimono al meglio l’essenza del territorio e delle sue tradizioni.

Approfondimenti

    Nel testo viene presentato il vignaiolo Graziano Prà e il suo ultimo capolavoro enologico, il Soave “Wild”, una versione selvaggia del celebre Soave Doc Classico “Otto”, realizzato utilizzando uve Garganega provenienti dalla Uga Ponsara.

    Graziano Prà è un rinomato produttore di vini italiani, noto per la sua attenzione al territorio e alla valorizzazione delle uve autoctone. Il Soave è un vino bianco prodotto nella regione veneta, particolarmente apprezzato per la sua freschezza e complessità. La varietà di uva principale utilizzata nella produzione del Soave è la Garganega, che conferisce al vino aromi floreali e note fruttate.

    Durante la creazione del Soave “Wild”, Graziano Prà si è ispirato a una conversazione con l’enologo Kevin Judd, famoso per il suo lavoro presso l’azienda neozelandese Graywacke e la rinomata Cloudy Bay. Questo incontro ha portato all’idea di creare un vino innovativo, prendendo spunto anche dalla fermentazione spontanea di alcuni vini Sauvignon Blanc prodotti da Graywacke.

    Il Soave “Wild” rappresenta un viaggio sensoriale nel territorio vulcanico del Soave, valorizzando il terroir della Uga Ponsara. Graziano Prà si impegna costantemente nella ricerca dell’identità territoriale attraverso progetti di valorizzazione delle Unità geografiche aggiuntive (Uga), aprendo la strada alla creazione di vini dedicati ai diversi Cru, esplorando le potenzialità del territorio e delle sue uve.

    Infine, il testo menziona la scelta del tappo a vite per il Soave “Wild”, che garantisce una conservazione ottimale nel tempo, confermando l’impegno di Graziano Prà nella produzione di vini di alta qualità che esprimono l’essenza del territorio e delle tradizioni locali.

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