Un tombino di Milano nel cuore di Roma: quando l'industria incontra la storia

Un tombino di Milano nel cuore di Roma: quando l’industria incontra la storia

Un chiusino di ghisa in piazza Verbano a Roma racconta la storia della metanizzazione italiana degli anni Cinquanta, legata all’industria e alla figura di Enrico Mattei.
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Un tombino di Milano nel cuore di Roma: quando l'industria incontra la storia - Gaeta.it

Un chiusino di ghisa affiora dalla pavimentazione di piazza Verbano, nel quartiere Trieste di Roma, solleticando la curiosità di chi lo noti. Con la scritta «Metano Città Spa – Milano», questo elemento urbano racconta una storia affascinante che risale agli anni Cinquanta, intrecciando le vite di importanti figure dell’industria italiana. Questo articolo esplorerà la genesi di questo tombino, le sue origini milanesi e il contesto storico che lo ha portato fino alla capitale.

L’origine del chiusino e il suo legame con Enrico Mattei

Il chiusino presente in piazza Verbano è più di un semplice oggetto di uso quotidiano. Esso funge da testimone silenzioso dell’epoca della metanizzazione in Italia, un processo che prese piede grazie all’influenza di Enrico Mattei, un uomo d’affari e politico di spicco. Negli anni Cinquanta, Mattei guidò un’era di grande trasformazione dell’approvvigionamento energetico nel Paese. Creò Metanopoli a San Donato Milanese, una cittadina simbolo di innovazione e sviluppo nel settore del gas.

Mattei promosse la creazione di Metano Città, una rete di distribuzione che si diffuse rapidamente tra i Comuni, rendendo l’utilizzo del metano accessibile a una parte sempre più ampia della popolazione. La scritta incisa sul chiusino funge da collegamento tangibile con quel periodo decisivo, alludendo a una Milano che, in quel momento, stava avviando progetti di grande portata.

Il tumore alla modernità e l’urbanizzazione spinte dall’adozione del gas metano, influenzarono non solo la vita delle persone ma anche le pratiche commerciali e imprenditoriali. Durante questi frangenti, il chiusino di Milano si ritrovò nel traffico di Roma, un simbolo di come le innovazioni possono attraversare confini regionali, unendo storie locali in un racconto più ampio.

La fonderia e le sue radici storiche

Sul chiusino non appare solo il marchio di Metano Città, ma anche quello della fonderia «F.A.M. Vanzetti acciaio fuso», offrendo uno spaccato importante delle radici industriali italiane. Fondata nel 1888 da Augusto Vanzetti e Giulio Sagramoso, la fonderia ha giocato un ruolo significativo nella produzione di materiali metallici. L’azienda, sul cui balcone si affacciava un bel pezzo della storia italiana, si è sempre distinta per il suo contributo nell’industria meccanica e metallurgica.

Le origini della fonderia nella Milano di fine Ottocento mostrano come il percorso imprenditoriale di Vanzetti si sia intrecciato con il progresso tecnologico dell’epoca. L’azienda, che iniziò a produrre componenti per diversi settori, diventò un attore chiave nel panorama industriale, riuscendo ad attrarre attenzione anche da esponenti di alto rango, come Mussolini e Vittorio Emanuele III, due figure importanti della storia italiana.

Dall’aisle della gestione alle sfide di mercato, la fonderia attraversò diversi cambiamenti e radicali trasformazioni, inclusi passaggi di proprietà e integrazioni con altri player. Così come il chiusino racconta della sua produzione, anche la fonderia Vanzetti racchiude in sé legami storici che vanno ben al di là della semplice attività manifatturiera.

L’eredità dell’industria e il passaggio a nuove aste

La storia di un chiusino è spesso dimenticata, ma quella della fonderia Vanzetti offre uno spaccato affascinante del passato industriale italiano. Nel dopoguerra, il passaggio della fonderia a Ernesto Moizzi e il successivo contatto con aziende di importanza mondiale come la Crucible Steel of America illustrano come il business potesse evolversi, diventando parte di un sistema più ampio che abbraccia la produzione di armi e altri beni.

Negli anni Sessanta, la fusione tra fonderia Vanzetti e Crucible Steel diede vita a una nuova entità che avrebbe prevalso nel mercato. Nonostante il declino finale dell’azienda e la liquidazione del 1967, l’eredità di Vanzetti e della sua produzione continua a essere parte integrante della memoria storica del settore.

Oggigiorno, che si tratti di un chiusino che affiora da sotto le ruote delle automobili o storie di vita di un’industria che ha segnato un’epoca, questi elementi divengono una testimonianza dei progressi fatti, della cultura imprenditoriale e di come, attraverso dettagli apparentemente insignificanti, si possa accedere a capitoli fondamentali della nostra storia.

Ultimo aggiornamento il 25 Gennaio 2025 da Donatella Ercolano

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