un trapianto di fegato con organo di una donatrice di 99 anni realizzato con successo a Padova

un trapianto di fegato con organo di una donatrice di 99 anni realizzato con successo a Padova

Trapianto di fegato da donatrice novantenne a Padova apre nuove prospettive sulle donazioni da anziani, grazie a tecniche avanzate e alla donazione a cuore fermo, riducendo i tempi di attesa in Italia.
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L’Azienda ospedale-Università di Padova ha eseguito con successo un trapianto di fegato da una donatrice di 99 anni, utilizzando la tecnica di donazione a cuore fermo, aprendo nuove prospettive per l’utilizzo di organi da donatori anziani. - Gaeta.it

Un’operazione di trapianto di fegato con l’organo di una donna novantenne ha segnato un passo importante nella chirurgia trapiantologica dell’Azienda ospedale-Università di Padova. La donatrice, che aveva 99 anni, è la più anziana fino ad oggi ad avere ceduto un fegato per un trapianto riuscito. L’intervento è stato eseguito nella notte dal team della Chirurgia epatobiliopancreatica e dei Trapianti di fegato, sotto il coordinamento di medici di grande esperienza.

Il trapianto ha sollevato l’attenzione sui progressi delle tecniche chirurgiche e sulla possibilità di allargare la fascia d’età delle donazioni di organi. Questa notizia conferma l’impegno del territorio e dei professionisti veneti nel campo della sanità pubblica e della ricerca medica.

dettagli dell’intervento e metodica di donazione a cuore fermo

Il trapianto è stato effettuato servendosi di un organo prelevato dalla donatrice con una tecnica chiamata “donazione a cuore fermo” . Questa procedura prevede di prelevare organi da pazienti dopo il arresto cardiaco, una modalità sviluppata e affinata dal team di cardiochirugia dell’Azienda ospedaliera padovana. Il direttore di questo reparto è Gino Gerosa, che ha contribuito alla definizione dei protocolli utilizzati nell’operazione.

La donazione a cuore fermo richiede tempismo e precisione estrema, visto che gli organi devono mantenere la funzionalità nonostante la pausa circolatoria. Qui, grazie alle tecniche monitorate e ai protocolli rigidi, il fegato ha mantenuto una qualità tale da poter essere trapiantato con successo in un’altra persona, dimostrando non solo la validità della procedura ma anche che l’età avanzata della donatrice non costituisce necessariamente un limite.

la squadra medica e l’importanza del traguardo raggiunto

L’intervento è stato guidato da una squadra coordinata da Umberto Cillo, Enrico Gringeri e Demetrio Pittarello, chirurghi noti per la loro esperienza nel trapianto epatico. La preparazione, la dedizione e la competenza di questi professionisti hanno permesso di superare sfide cliniche importanti. Il fegato proveniva da una persona di età estremamente avanzata, un fattore che in passato avrebbe escluso la possibilità di donazione.

Il successo di questa operazione spinge verso un ripensamento delle regole di selezione degli organi, tenendo conto non solo dell’età ma delle condizioni complessive degli organi stessi. Questo risultato può ampliare le possibilità di trapianto per pazienti in lista d’attesa, diminuendo i tempi di attesa e contribuisce a ridurre la carenza cronica di organi disponibili per il trapianto in Italia.

il commento del presidente veneto e l’impatto sulla sanità regionale

Il presidente della regione Veneto, Luca Zaia, ha commentato l’evento definendolo “un intervento straordinario”, sottolineando come rappresenti un progresso tanto per la medicina quanto per la sanità pubblica del territorio. Ha evidenziato il valore di una comunità scientifica che non si ferma davanti ai limiti e che sfrutta ogni possibilità per curare le persone.

Zaia ha rimarcato l’impegno quotidiano dei professionisti sanitari che hanno raggiunto “traguardi importanti” grazie alla loro preparazione e innovazione. Ha definito il sistema sanitario regionale come solido e affidabile, capace di affrontare casi complessi con serietà e passione. Questa specifica operazione ha confermato la posizione del Veneto tra le regioni italiane più avanzate per assistenza e ricerca medica.

implicazioni future per la donazione e il trapianto di organi in italia

Il successo dell’intervento apre nuove prospettive sulla fascia d’età dei donatori considerati idonei. In Italia, soprattutto nel Nord-Est, si stanno affinando sempre più tecniche che consentono di valutare organi provenienti da donatori più anziani senza compromettere la sicurezza del paziente ricevente.

Questa evoluzione potrebbe incidere sulle liste di attesa, riducendo i tempi necessari per ricevere un trapianto e aumentando le possibilità di intervento in situazioni critiche. Le procedure di donazione a cuore fermo, con l’esperienza di centri come quello di Padova, dimostrano che un trapianto può essere successo anche in condizioni apparentemente complesse.

La notizia pone attenzione anche su temi etici e clinici legati all’origine degli organi. Il dialogo tra medici, pazienti e comunità dovrà continuare per aggiornare prassi e linee guida, salvaguardando sempre la sicurezza e il rispetto della dignità umana in ogni fase della donazione e del trapianto.

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