Una celebrazione unica: l'improvvisazione musicale de "Le città invisibili" al Conservatorio di Santa Cecilia

Una celebrazione unica: l’improvvisazione musicale de “Le città invisibili” al Conservatorio di Santa Cecilia

La commemorazione del settecentenesimo anniversario di Marco Polo si è trasformata in un’esperienza immersiva con “Le città invisibili”, un evento che ha unito musica e poesia, celebrando Venezia e l’opera di Calvino.
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Una celebrazione unica: l'improvvisazione musicale de "Le città invisibili" al Conservatorio di Santa Cecilia - Gaeta.it

La commemorazione del settecentenesimo anniversario dalla morte del celebre scrittore veneziano Marco Polo si è arricchita di un evento straordinario, frutto della collaborazione tra l’Università Ca’ Foscari e il Conservatorio di Santa Cecilia. Lo spettacolo “Le città invisibili”, rielaborato musicalmente seguendo l’opera di Italo Calvino, ha offerto al pubblico una prospettiva affascinante e originale su una delle città più iconiche del mondo, Venezia.

Un viaggio sensoriale tra musica e poesia

Il 21 dicembre scorso, il Conservatorio di Santa Cecilia ha ospitato una performance che ha suscittato emozioni intense. “Le città invisibili” non è stata semplicemente un’esibizione musicale; si è trattato di un’esperienza immersiva che ha trasportato gli spettatori in un viaggio attraverso l’immaginario calviniano. La paura di un’interpretazione improvvisata che potesse deviare in un caos musicale è stata rapidamente dissipata dalla fluidità e dalla coesione del gruppo composto da musicisti del Conservatorio e dell’Università.

La tradizione dell’improvvisazione, spesso vista come un rischio, si è trasformata qui in un’opportunità per esplorare la complessità dei sentimenti umani. Ogni brano eseguito è stato un invito a riflettere, a percepire non solo l’adozione di suoni differenti, ma anche i sentimenti che queste armonie evocano. La scelta di non nominare Venezia nel corso dello spettacolo ha rivelato una volontà di allontanarsi dalle rappresentazioni visive superficiali, permettendo invece alla musica di dipingere immagini evocative e profonde, che hanno colpito l’immaginazione degli spettatori.

Un intreccio di emozioni e stati d’animo

L’interpretazione artistica di Daniele Goldoni si è rivelata una chiave fondamentale per cogliere l’essenza dell’opera di Calvino. Non ha cercato di rappresentare città concrete ma ha piuttosto dato voce a emozioni e memorie, mettendo in luce come questi elementi possano sovrapporsi e interagire. Ogni esecuzione musicale si è trasformata in un viaggio emotivo, stimolando una memoria collettiva che ha richiamato esperienze passate degli ascoltatori.

La coordinazione tra i musicisti, diretti da Daniele Roccato, si è manifestata in un dialogo continuo tra sonorità e silenzi, creando un’atmosfera in cui il pubblico si sentiva parte dello spettacolo. Questa interazione ha permesso di trascendere la mera performance e ha avvicinato gli ascoltatori a una forma di arte che punta a far vivere e rivivere emozioni condivise.

Il potere dell’improvvisazione musicale

La peculiarità dell’arte improvvisata si rivela in ogni esecuzione, rendendo ogni rappresentazione unica e irripetibile. La sfida della musica improvvisata risiede nella capacità dei musicisti di reagire all’istante, creando un collegamento diretto con il pubblico. L’evento ha dimostrato che, attraverso l’improvvisazione, è possibile superare barriere temporali, permettendo di connettere il passato con il presente in modo inaspettato.

L’incontro tra l’Università Ca’ Foscari di Venezia e il Conservatorio di Santa Cecilia non ha solo celebrato Marco Polo attraverso l’interpretazione calviniana, ma ha anche aperto la strada a ulteriori esperienze artistiche e musicali. Ogni artista coinvolto ha portato il proprio contributo, conferendo una ricchezza e una varietà di suoni: dalle delicate note del violino alle armonie del contrabbasso. La varietà dei musicisti, ciascuno con il proprio strumento, ha dato vita a un orchestrale mosaico che ha incantato il pubblico.

Voci e talenti in un’opera collettiva

Il cast artistico ha svolto un ruolo significativo nel successo dello spettacolo. Le voci di Arianna Moro e Silvia Cattarinich hanno risuonato tra le note musicali, offrendo emozioni intense e interpretazioni appassionate. A completare l’ensemble, diverse abilità si sono unite, come il violino di Ottavia Carlon, la tromba di Daniele Goldoni, e percussioni a cura di Marco Gerolin e di molti altri. Anche le chitarre, le tastiere e gli strumenti a corda sono stati protagonisti di un’armoniosa collaborazione, che ha dimostrato la versatilità e la ricchezza della musica.

Detto ciò, è fondamentale notare come eventi come questo non solo celebrino il patrimonio culturale italiano ma anche promuovano la creatività sinonimo di esperienze collettive. “Le città invisibili” rappresenta un tassello nel panorama culturale contemporaneo che, reinterpretando opere letterarie, invita a riflettere sull’esperienza umana attraverso l’arte.

Ultimo aggiornamento il 22 Gennaio 2025 da Sara Gatti

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