Una famiglia in cerca di risposte

Una famiglia in cerca di risposte

La famiglia di Muhammad Abdallah Sitta, giovane egiziano ucciso a Verona, chiede giustizia e chiarezza sulle circostanze della tragedia avvenuta a Capodanno, mentre affronta un dolore incommensurabile.
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Una famiglia in cerca di risposte - Gaeta.it

Il dramma della famiglia egiziana dopo l’accaduto a Capodanno: desiderio di giustizia e verità

La recente tragedia avvenuta a Verona la notte di Capodanno ha scosso non solo la comunità locale, ma anche i familiari della vittima, opera di un giovane egiziano di 23 anni. Dopo il fatto, emergono dettagli riguardanti i familiari di Muhammad Abdallah Abd Hamid Sitta, noto per aver accoltellato quattro persone prima di essere ucciso da un carabiniere. La famiglia, ora in preda a un dolore incommensurabile, ha manifestato la volontà di capire le circostanze che hanno portato a questo drammatico epilogo, mentre chiedono giustizia per il loro congiunto.

Samir Mahmud Alfar, zio materno di Muhammad, si è espresso in modo chiaro ai media, dichiarando che il giovane non era affatto un terrorista, e che non apparteneva a nessun gruppo radicale. “Lui era estraneo a certi ambienti”, ha affermato, evidenziando il desiderio di mantenere viva la memoria del nipote come una persona normale, lontana dagli stereotipi legati alla violenza. La famiglia di Muhammad, colpita non solo dalla perdita ma anche dalla violenza del suo destino, ha dichiarato di voler sapere cosa sia realmente successo quella notte fatale.

Alcuni parenti, farfugliando parole di tristezza, si sono detti dispiaciuti per le vittime del fratello della madre di Muhammad, sottolineando la loro solidarietà nei confronti di chi ha subito danni. Allo stesso tempo, si sono mostrati desiderosi di approfondire le ragioni dell’accaduto. Queste considerazioni immediatamente successive alla tragedia pongono domande sulla dinamica dell’evento: ci si chiede se il comportamento del giovane potesse essere gestito diversamente.

Le ultime volontà e il desiderio di una sepoltura dignitosa

Oltre alla richiesta di chiarezza, i familiari esprimono la volontà di riportare in Egitto la salma di Muhammad, affinché possa ricevere una sepoltura dignitosa. Un desiderio difficile da realizzare poiché al momento il corpo del 23enne è sotto sequestro, in attesa dell’esito di un’autopsia che ne determini le cause della morte. Questo passaggio è fondamentale per la famiglia, poiché il padre di Muhammad, preoccupato e colpito dall’accaduto, sta affrontando anche delle problematiche di salute che si sono aggravate a causa della notizia della morte del figlio.

La situazione si complica con il coinvolgimento delle autorità. Il legale della famiglia ha spiegato che il consenso formale per l’autopsia è da perfezionare, dato che necessitano documenti dal Consolato d’Egitto per attestare la parentela. Questi passaggi burocratici, seppur necessari, rallentano il processo e generano ulteriore angoscia nei familiari, già profondamente sofferenti.

Le indagini e il contesto legale

Nel frattempo, il contesto legale si complica ulteriormente. La Procura della Repubblica ha già disposto l’autopsia, effettuata in presenza del consulente di parte scelto dai legali. Questi approfondimenti non solo mirano a chiarire il motivo del decesso, ma hanno anche un peso cruciale nel delineare le responsabilità dell’operazione dei carabinieri coinvolti. La famiglia attende che venga fatta luce su ogni aspetto della vicenda, anelando a una risposta chiara e concreta.

Ciò che più conta per la famiglia è ottenere chiarezza sul perché sia stata necessaria l’azione mortale da parte delle forze dell’ordine e se ci siano state alternative. Anche la richiesta di giustizia rimane centrale nel discorso, un grido che risuona fra le mura domestiche e che si estende alla comunità più ampia, desiderosa di comprendere le dinamiche che hanno portato a un fatto così tragico.

Il caso di Muhammad Abdallah Abd Hamid Sitta rappresenta una dolorosa storia di conflitti familiari e culturali, di un giovane che ha commesso un errore fatale e delle conseguenze che questo ha portato. La sua famiglia ora si trova nelle maglie di un sistema legale che dovrà fornire risposte, nella speranza che delle verità emergano, in un contesto di dolore e caos.

Ultimo aggiornamento il 4 Gennaio 2025 da Donatella Ercolano

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