L’archivio terzani presenta trent’anni dopo la pubblicazione di “Un indovino mi disse” una selezione di fotografie che raccontano l’asia, un continente in bilico tra tradizioni profonde e la crescente influenza di modelli occidentali. Queste immagini, raccolte nella mostra “su quale sponda la felicità? modernità e nostalgia nell’asia” a cura di nicole pecoitz, saranno esposte alla galleria tina modotti di udine dal 6 all’11 maggio 2025, in occasione del festival vicino/lontano. L’evento ripercorre lo sguardo di tiziano terzani, testimone attento dei cambiamenti sociali e culturali che hanno segnato la regione.
Tiziano terzani e la sua ricerca di un’asia autentica
Negli anni a cavallo tra il XX e il XXI secolo, terzani ha viaggiato attraverso l’asia per comprendere le trasformazioni di un mondo ricco di spiritualità e tradizioni millenarie. I suoi spostamenti, effettuati via treno, nave, auto e persino a piedi, gli hanno permesso di osservare da vicino come il materialismo e il conformismo occidentali si siano infiltrati nelle società asiatiche. La sua testimonianza non si ferma a descrivere il decadimento culturale, ma cerca anche i segni di resistenza e senso diverso del vivere, che contrastano con la crescente massificazione.
Un incontro fondamentale nel percorso di terzani
L’incontro con un monaco buddista è uno snodo fondamentale nel suo percorso. Questo episodio segna l’avvicinamento di terzani a una spiritualità che ha orientato la sua vita negli anni successivi e che ha guidato molte delle sue riflessioni sul rapporto tra uomo e natura. La sua attenzione verso la diversità culturale e spirituale diventa un filo conduttore che attraversa fotografie, saggi e reportage, traducendo l’asia in una realtà che non vuole rinunciare alle proprie radici.
La mostra “su quale sponda la felicità?” a udine, un racconto per immagini
La selezione di trenta scatti raccolti nell’archivio terzani offre un’immersione visiva nelle contraddizioni dell’asia moderna. Le fotografie, scattate e scelte con cura, raccontano ambienti urbani e rurali, volti e paesaggi, raccontando la convivenza di un passato ancora vivo con pressioni verso uno standard globale di consumo e cultura. Queste immagini non rappresentano solo un documento storico ma diventano gli elementi con cui riflettere sul rapporto tra modernità e nostalgia, un tema al centro del festival vicino/lontano.
Il festival vicino/lontano e il contesto della mostra
Il festival, giunto alla ventunesima edizione, dedica quest’anno particolare attenzione alla memoria di giornalisti uccisi a gaza, approfondendo il valore della testimonianza e del racconto. La mostra alla galleria tina modotti di udine si inserisce in questo contesto, offrendo un punto di vista sull’asia che sfida le semplificazioni più comuni nei media. La visita fino all’11 maggio permette di confrontarsi con un archivio fotografico che mantiene intatto il valore documentario e umano.
L’eredità dell’opera di tiziano terzani nel contesto culturale attuale
A trent’anni dall’uscita di “un indovino mi disse”, la riflessione di terzani continua a sollevare interrogativi sulle conseguenze della globalizzazione culturale e commerciale sull’identità dei paesi asiatici. L’attenzione al rispetto delle diversità, insieme alla critica verso il modello occidentale di modernizzazione, offre spunti per pensare a un rapporto più equilibrato tra sviluppo e conservazione. In un mondo segnato dalla velocità e dall’omologazione, le sue parole e le sue immagini richiamano a una consapevolezza che non sia solo commerciale ma anche culturale e spirituale.
La mostra a udine apre uno spazio per guardare all’asia con occhi differenti, non solo come terra di crescita economica ma come luogo dove il tempo scandisce storie di comunità, credenze e modi di vivere che resistono al cambiamento impresso dalla globalizzazione. Attraverso queste fotografie, il viaggio di terzani si fa esperienza condivisa, estesa a chi visita la mostra e al pubblico che segue il percorso del festival vicino/lontano, un’occasione per interrogarsi sulle trasformazioni del presente e sulla memoria che ci accompagna.