Una notte di ricerche inutili dopo falsa segnalazione di smarrimento nei boschi di borgofranco d’ivrea

Una notte di ricerche inutili dopo falsa segnalazione di smarrimento nei boschi di borgofranco d’ivrea

Una falsa segnalazione di una ragazza dispersa nei boschi di Borgofranco d’Ivrea ha mobilitato vigili del fuoco e carabinieri, che l’hanno poi ritrovata illesa in città; ora rischia denuncia per procurato allarme.
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A Borgofranco d'Ivrea, una falsa segnalazione di una ragazza dispersa nei boschi ha mobilitato per ore vigili del fuoco e carabinieri, che poi hanno scoperto che la giovane era sana e salva in città; la ragazza rischia ora una denuncia per procurato allarme. - Gaeta.it

Tra martedì 25 e mercoledì 26 aprile, un intervento di emergenza ha tenuto impegnati vigili del fuoco e carabinieri nell’eporediese, a seguito di una chiamata che segnalava una ragazza dispersa nei boschi di borgofranco d’ivrea. Dopo ore di ricerca, le autorità hanno accertato che l’allarme era infondato: la giovane si trovava in realtà in città, illesa e lontana dal luogo indicato. La vicenda ha mobilitato risorse per motivazioni poi rivelatesi ingiustificate.

La chiamata di emergenza e la mobilitazione sul territorio

La segnalazione è arrivata poco dopo le 21 del 25 aprile al 112, il numero unico di emergenza, con una voce femminile nel panico che diceva di essersi persa nei boschi intorno a borgofranco d’ivrea. La ragazza era giovane, agitata, con evidenti segni di nervosismo, tanto da far credere subito agli operatori che si trattasse di un caso grave. Questa situazione ha spinto a un rapido intervento: sul posto sono arrivate le squadre dei vigili del fuoco di ivrea attrezzate per operazioni in zone boschive.

La zona indicata per la scomparsa si trova su un terreno irregolare, con sentieri stretti e una fitta vegetazione, che ha reso complicata qualsiasi ricerca. Nel frattempo, i carabinieri hanno presidionato vie d’accesso e punti critici dell’area rurale, per evitare che la ragazza si spostasse o per intercettarla in caso tentasse di uscire autonomamente dai boschi. L’azione sinergica di vigili e forze dell’ordine è durata diverse ore durante la notte, con l’ausilio di mezzi e strumenti per sicurezza e perlustrazione. Il clima di tensione e l’incertezza hanno caratterizzato tutta questa fase.

La difficoltà del territorio boschivo

Le ricerche si sono svolte in un’area caratterizzata da vegetazione fitta e terreno irregolare, fattori che hanno complicato enormemente le operazioni di soccorso.

L’utilizzo della tecnologia e la scoperta della posizione reale

Nonostante l’impegno profuso, dopo oltre un’ora la ricerca non dava risultati tangibili. La ragazza non veniva individuata e non arrivavano nuovi elementi dalle comunicazioni telefoniche. A quel punto gli investigatori hanno deciso di approfondire la questione affidandosi alla localizzazione tramite le celle telefoniche. Questo strumento ha permesso di risalire alla posizione effettiva del cellulare usato dalla ragazza.

La sorpresa è stata che il dispositivo non era agganciato ai ripetitori radio della zona boschiva di borgofranco d’ivrea, bensì si trovava a ivrea, nel centro urbano, lontano anni luce dalla presunta area di smarrimento. Così si è scoperto che la vicenda era diversa da quanto raccontato nella segnalazione. Poco dopo, la sedicenne è stata rintracciata in un alloggio privato della città. La ragazza stava bene, non mostrava segni di pericolo o bisogno di assistenza medica.

La ricostruzione dei carabinieri e le prime conseguenze legali

Dalle prime indagini dei carabinieri è emerso che la segnalazione di smarrimento era stata messa in scena dalla giovane. Sembra che la motivazione fosse attirare l’attenzione di un coetaneo, forse per motivi sentimentali o di altra natura personale. Questo gesto ha però portato a un allarme inutile che ha impegnato decine di operatori e risorse pubbliche per ore, togliendo tempo e mezzi a situazioni potenzialmente più urgenti.

La ragazza è stata riconsegnata ai genitori e non è in pericolo. Tuttavia, la sua posizione è ora delicata sotto il profilo legale. Potrebbe infatti essere denunciata per procurato allarme, un reato che prevede sanzioni anche rilevanti, in quanto la sua falsa segnalazione ha causato la mobilitazione ingiustificata delle forze dell’ordine. Gli accertamenti proseguiranno per chiarire se abbia agito da sola o se vi siano altre persone coinvolte nella messa in scena dell’emergenza.

La denuncia per procurato allarme

La falsa segnalazione potrebbe costare alla giovane una denuncia, vista la mobilitazione ingiustificata delle autorità.

Impatto sull’organizzazione dei soccorsi e riflessioni sull’episodio

La notte trascorsa nei boschi di borgofranco d’ivrea ha mostrato come un falso allarme possa consumare molte energie di chi lavora nel soccorso. Decine di operatori, tra vigili del fuoco e carabinieri, hanno dedicato tempo e risorse credendo di salvare una vita. Il rischio è che eventi simili riducano la disponibilità immediata nelle situazioni vere, rallentando risposte essenziali.

Le autorità mostrano cautela nel trattare il caso ma confermano che non saranno tollerate azioni di questo genere, che ledono il sistema di emergenza e compromettono la sicurezza collettiva. La vicenda di borgofranco sarà seguita da vicino per prevenire casi analoghi. Intanto rimangono i fatti: una chiamata di paura inesistente e tanti sforzi sprecati nelle ore più difficile della notte.

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