L’appuntamento annuale “Una strada per le salamandre” torna a chieti per la sesta edizione, coinvolgendo decine di volontari locali e internazionali. L’iniziativa mira a proteggere gli anfibi e a ridurre le morti lungo la strada provinciale 164, un percorso fondamentale per alcune specie che migrano verso i corsi d’acqua. L’evento, organizzato dal Parco Nazionale della Maiella e altre realtà ambientaliste, si inserisce nella campagna mondiale “Save the Frogs” e punta a combinare interventi concreti di tutela con la diffusione di conoscenze su queste specie.
Volontariato internazionale e collaborazione tra enti per la protezione degli anfibi
Sabato scorso più di cinquanta volontari si sono ritrovati lungo la SP 164, a chieti, in un clima di lavoro e impegno condiviso. Tra loro anche ragazze e ragazzi provenienti da vari paesi europei. L’azione è stata coordinata dall’Ente Parco Nazionale della Maiella e dalla Societas Herpetologica Italica per le regioni Abruzzo e Molise. A sostegno hanno lavorato il WWF chieti-pescara, il reparto carabinieri biodiversità di Castel di Sangro e le associazioni Salviamo l’Orso e Rewilding Apennines.
Impegno collettivo per una specie chiave
La diversità dei partecipanti riflette la natura collettiva del progetto, che richiama attenzione su un problema che riguarda tutti. Gli anfibi, specie chiave per molti ambienti naturali, stanno perdendo terra a causa della crisi climatica e degli impatti generati dall’uomo. “Azioni coordinate sul campo diventano necessarie per garantire una presenza stabile di queste specie nei loro habitat.” La rete di enti e associazioni che lavorano su questo progetto mostra come la collaborazione possa moltiplicare i risultati in Italia, come altrove.
Gli anfibi e la minaccia della provinciala 164 a chieti
La strada provinciale 164 si snoda tra paesaggi boscosi ricchi di ruscelli, luoghi ideali per la riproduzione di alcune salamandre e rane locali. Le specie più interessate sono quelle urodeli come Salamandra appenninica e Salamandrina di Savi, oltre alla rana italica, un’anfibia tipica della zona. Questi animali vivono prevalentemente nelle zone boschive e si spostano verso i corsi d’acqua soprattutto in primavera per riprodursi.
Una barriera pericolosa per la fauna locale
Nelle fasi di accoppiamento o deposizione delle uova, adulti e femmine si incamminano verso i torrenti attraversando la strada. Il traffico sulla SP 164 resta contenuto ma sufficiente a provocare un numero consistente di incidenti per questi piccoli animali. La presenza della strada, pertanto, rappresenta una barriera artificiale molto pericolosa che mette in serio pericolo la sopravvivenza di queste popolazioni locali.
Le strategie per salvaguardare le salamandre e ridurre le morti
Fin dal 2020, prima degli appuntamenti annuali di volontariato, sono stati attivati interventi mirati per limitare il rischio di investimento degli anfibi sulla strada. La provincia di chieti ha promosso la costruzione di sottopassi specifici, piccoli tunnel studiati per permettere il passaggio sicuro degli animali verso l’acqua. Questi sottopassi però rischiano di restare inutilizzati se gli animali non vengono guidati correttamente verso le entrate.
Ruolo delle barriere mobili nella protezione
Proprio per questo motivo ogni primavera gruppi di volontari si dedicano a installare barriere mobili lungo tratti della carreggiata dove il passaggio degli anfibi è più intenso. Questi dispositivi temporanei impediscono alle salamandre e alle rane di attraversare direttamente la strada, indirizzandoli verso i tunnel sottostradali. L’uso di barriere fisse sarebbe stato impraticabile data la durezza del clima invernale e gli effetti delle condizioni atmosferiche.
I risultati della tutela e la riduzione delle vittime sulla sp 164
Dall’avvio di questa iniziativa, nel 2020, il numero di salamandre e rane investite lungo la strada provinciale 164 è sceso in modo significativo. Le barriere temporanee e i sottopassi hanno funzionato come elemento di dissuasione e sicurezza sul percorso critico per la migrazione riproduttiva degli anfibi. La presenza costante dei volontari in queste operazioni, poi, ha permesso di mantenere il sistema efficiente durante le stagioni primaverili più delicate.
Un progetto di conservazione ambientale monitorato
Il progetto continua a rappresentare un esempio pratico di conservazione ambientale sul territorio abruzzese, supportato da una collaborazione tra istituzioni e associazioni con competenze specifiche. Studi e monitoraggi sul campo permettono di verificare anno dopo anno l’effetto delle misure adottate, focalizzando l’attenzione sui punti più critici del percorso.