Un'amicizia che supera i confini della disabilità motoria grazie al baskin a monterotondo scalo

Un’amicizia che supera i confini della disabilità motoria grazie al baskin a monterotondo scalo

Edoardo e Gaia di Monterotondo Scalo dimostrano come il baskin, sport inclusivo nato in Italia, favorisca amicizia e integrazione tra ragazzi con e senza disabilità motoria, superando pregiudizi sociali.
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La storia di Edoardo e Gaia, due ragazzi di Monterotondo, racconta come il baskin, sport inclusivo, favorisca amicizia, integrazione e superamento dei pregiudizi tra persone con e senza disabilità. - Gaeta.it

La storia di Edoardo e Gaia, due giovani di Monterotondo Scalo nella città metropolitana di Roma, racconta un legame nato tra i campi da gioco, oltrepassando barriere spesso create dalla società. Edoardo, 12 anni, è stato riconosciuto come Alfiere della Repubblica per il suo impegno e la sua attenzione verso la compagna Gaia, che convive con una disabilità motoria. Entrambi partecipano a una variante inclusiva del basket chiamata baskin, dove la disabilità non esclude ma integra, permettendo a ragazzi diversi di proseguire un percorso sportivo e umano insieme.

La nascita di un’amicizia spontanea e priva di pregiudizi

L’amicizia tra Edoardo e Gaia inizia in modo semplice, quasi naturale. All’asilo Edoardo osservava Gaia sola, e quel senso di tenerezza lo ha spinto ad avvicinarsi senza esitazioni. Non c’era nessun progetto educativo dietro, solo la spontanea voglia di condividere momenti e attenzioni. Questo incontro alla base della loro relazione si radica su gesti genuini, piccoli ma carichi di significato. Questi primi passi mostrano come la naturalezza e la capacità di accogliere l’altro possano mettere da parte diffidenze e timori, elementi che spesso complicano i rapporti tra persone con e senza disabilità.

Il rapporto tra i due continua anche quando la scuola li divide in classi diverse. Edoardo non smette di starle vicino, partecipando insieme a Gaia a un’attività che li raccoglie: il baskin. In questo sport, le barriere fisiche si attenuano, lasciando spazio a ruoli adattati alle possibilità di ognuno, eliminando differenze e favorendo l’unità. L’esperienza condivisa di giocare insieme rafforza un legame che va oltre ciò che appare visibile.

Baskin: il basket che unisce normodotati e persone con disabilità

Il baskin, nato in Italia, è una pratica sportiva dove disabili motori e normodotati giocano nella stessa squadra. Le regole si adattano per offrire a tutti la possibilità di partecipare attivamente. Questo sport si risolve in un’esperienza di inclusione concreta che non si ferma alle parole. Per Gaia e Edoardo rappresenta uno spazio vitale nel quale si esprimono capacità, emozioni e affetto.

La presidenta dell’Asd Baskin Sabina, Michela Oriella, mette in luce come questa disciplina incarna il legame tra sport e umanità. La sua associazione si occupa di promuovere questi valori nella realtà di Monterotondo e negli ambienti vicini. Sebbene il basket tradizionale abbia regole rigide e barriere fisiche, il baskin apre a una diversa esperienza, in cui ogni giocatore contribuisce con le proprie capacità e viene valorizzato. L’esempio di Edoardo e Gaia mostra come il gioco diventi occasione di crescita, supporto e fiducia reciproca.

Oltre i pregiudizi: un confronto con i limiti percepiti e la paura

La disabilità spesso provoca atteggiamenti di diffidenza o esclusione. Edoardo, nonostante la giovane età, ha dovuto affrontare critiche legate al suo rapporto con Gaia: “Se giochi con i disabili, allora sei disabile anche tu”, gli è stato detto. La sua risposta è immediata e chiara: aiuto le persone. Questa semplice frase mostra il valore di un gesto di amicizia che rompe schemi e mette in discussione barriere mentali.

Il sorriso di Gaia è ciò che Edoardo apprezza di più di lei. Attraverso quel sorriso si sottende una complicità fatta di piccole attenzioni: imparare a palleggiare insieme, offrire cioccolato o dedicare tempo a un allenamento personalizzato. A volte, i limiti che la società attribuisce alle persone con disabilità sono solo illusioni, come più volte sottolineato anche da grandi atleti come Michael Jordan. Andare oltre significa scoprire un mondo di possibilità, dentro e fuori dal campo.

Comunicare senza parole: il legame tra famiglia e amici

Gaia non comunica verbalmente, ma trova nell’amicizia con Edoardo e altri compagni la possibilità di capirsi senza parole. Per i genitori di Gaia, Michela e Tevfik – lui originario della Turchia – questa relazione è un supporto prezioso. Il contatto empatico e la sensibilità dei ragazzi fanno emergere forme di dialogo non verbale fatto di sguardi, sorrisi e gesti, che riescono a costruire una connessione forte e profonda.

Il rischio che una persona con disabilità resti isolata è reale. Spesso, a volte anche negli scatti di gruppo, Gaia viene lasciata in disparte involontariamente. Sono però bambini come Edoardo che si accorgono e intervengono, portandola con sé, facendola sentire parte del gruppo. Questi momenti testimoniano la possibilità di superare solitudini e creare legami solidi e autentici.

La compagnia come antidoto all’isolamento nella crescita

Con il passare degli anni, molte persone con disabilità motoria temono di perdere connessioni sociali importanti. L’adolescenza può rappresentare una fase difficile, dove chi non trova un’amicizia sincera rischia di chiudersi in se stesso. Gaia, grazie ai rapporti sinceri come quello con Edoardo, ha una rete che la sostiene.

La mamma Michela conosce bene il tema della paura nel futuro e incoraggia altre famiglie a cercare compagni e alleati. Esistono luoghi, gruppi e persone pronte a fare la differenza. È importante non isolarsi ma condividere fragilità e trovare chi ascolta. L’esperienza di Gaia e Edoardo racconta proprio questo: come la fiducia e l’amicizia possano togliere il senso di esclusione e solitudine.

Un segnale di speranza attraverso il piccolo e grande gesto quotidiano

Edoardo e Gaia sono diventati simboli di un messaggio chiaro: la forza arriva dall’accoglienza e dalla gentilezza. Quella che la presidente dell’Asd Baskin Sabina definisce “la normalità del bene”. Continuare a giocare insieme, a essere amici, a tenere aperto il cuore, senza giudizio e con semplicità, rappresenta un passo importante.

Per Edoardo, riconosciuto come Alfiere della Repubblica dal presidente Mattarella nel 2025, la speranza è che questa strada prosegua senza interruzioni. Che queste storie di sport, amicizia e inclusione possano diffondersi e diventare esempio per altri giovani e adulti. Il baskin dimostra come lo sport, se vissuto con rispetto e empatia, può abbattere barriere e costruire comunità che considerano ogni persona per ciò che è, non per ciò che le manca.

  • Armando Proietti

    Armando è un giovane blogger esperto di cronaca e politica. Dopo aver studiato Scienze Politiche, ha avviato un blog che analizza e commenta gli eventi politici italiani e internazionali con uno stile incisivo e informativo, guadagnandosi la fiducia di un vasto pubblico online.

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