Un’animazione potente per il Giorno della Memoria: "Un nome che non è il mio"

Un’animazione potente per il Giorno della Memoria: “Un nome che non è il mio”

Il cortometraggio animato “Un nome che non è il mio”, in onda il 27 gennaio su Rai Gulp, celebra la memoria della Shoah attraverso la storia di Irena Sendler e invita alla riflessione.
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Un’animazione potente per il Giorno della Memoria: "Un nome che non è il mio" - Gaeta.it

In occasione del Giorno della Memoria, il cortometraggio animato “Un nome che non è il mio” rappresenta un’importante iniziativa per commemorare le vittime della Shoah, trasmettendo un messaggio profondo e significativo. La produzione, realizzata da Brand-Cross in collaborazione con Rai Kids e Rai Com, andrà in onda in prima tv assoluta il 27 gennaio alle 19:35 su Rai Gulp. Sarà anche proiettato durante tutto il giorno al Memoriale della Shoah di Milano, un luogo che testimonia il ricordo e l’importanza della memoria storica.

Il cortometraggio e il suo messaggio

“Un nome che non è il mio” trae ispirazione dall’omonimo romanzo di Nicola Brunialti e si propone di raccontare una storia che pochissimi conoscono ma che merita di essere ascoltata da tutti. Il corto è diretto da Dario Piana e presenta una colonna sonora originale firmata da Paolo Jannacci, elemento che arricchisce il racconto visivo e rende ancor più incisivo il messaggio trasmesso. La narrazione si concentra sulla figura di Irena Sendler, descritta come la “Schindler di Varsavia”. Questa donna coraggiosa è riuscita a sottrarre quasi 3000 bambini ebrei dal ghetto di Varsavia durante l’occupazione nazista, dimostrando un atto di umanità e determinazione eccezionale.

L’animazione appare non solo come un tributo ma anche come un invito attivo alla riflessione, poiché per comprendere la portata di ciò che è accaduto durante la Shoah è fondamentale rimanere in contatto con le storie individuali. Ogni vittima ha un nome, una vita, una storia, e il cortometraggio si impegna a restituire l’umanità a quelle esistenze che sono state tragicamente spazzate via dalla violenza e dall’odio.

L’importanza della testimonianza

Il valore di “Un nome che non è il mio” è ulteriormente amplificato dal riconoscimento ricevuto da parte di organizzazioni come Benè Berith Roma e la Comunità Ebraica di Milano. Questi endorsement non solo confermano l’accuratezza e la sensibilità con cui è stato trattato un tema tanto delicato, ma anche l’importanza delle opere artistiche nella trasmissione della memoria storica. Grazie a progetti come questo, le nuove generazioni hanno l’opportunità di confrontarsi con il passato e di apprendere dall’errore umano.

La Shoah non deve diventare un argomento distante nel tempo, ma resta una lezione da portare avanti, affinché simili atrocità non possano ripetersi. La scelta di dare vita a storie come quella di Irena Sendler si traduce in un atto necessario di ricordo e di responsabilità civica.

Un evento da non perdere

La proiezione di questo corto animato si inserisce in una serie di eventi dedicati al Giorno della Memoria, nella quale sono previsti vari momenti di riflessione e attività educative. Al Memoriale della Shoah di Milano, oltre alla visione del cortometraggio, sarà possibile partecipare a incontri e visite guidate che approfondiscono diverse prospettive sulla tragedia e sulle testimonianze legate alla Shoah.

Con iniziative come questa, la televisione e il cinema rivestono un ruolo cruciale nel conservare viva la memoria collettiva. Il cortometraggio di Piana non solo intrattiene ma educa, impegnando il pubblico a non dimenticare un capitolo oscuro della storia mondiale, spingendo alla riflessione sull’importanza dei diritti umani e del rispetto reciproco.

Ultimo aggiornamento il 23 Gennaio 2025 da Laura Rossi

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