markdown
La situazione dei rifugiati ucraini in Ungheria si complica a seguito di un decreto del governo che limita drasticamente l’accesso agli alloggi di emergenza. Dal 21 agosto, solo i rifugiati provenienti da aree specifiche dell’Ucraina, direttamente coinvolte nel conflitto, hanno diritto a queste agevolazioni. Questa decisione ha sollevato preoccupazioni tra le organizzazioni non governative e le associazioni per i diritti umani, che la considerano una violazione del diritto comunitario europeo.
Diritto d’asilo: nuove restrizioni in Ungheria
Nel contesto del conflitto in Ucraina, Ungheria ha implementato un decreto che modifica le norme sugli alloggi per i rifugiati. L’atto, firmato a giugno e in vigore dal 21 agosto, stabilisce che solo i cittadini ucraini provenienti da 13 regioni specifiche, tutte situate nelle aree più colpite dal conflitto, possono ricevere un alloggio gratuito dallo Stato ungherese. Le aree escluse comprendono predominanti zone nella parte occidentale dell’Ucraina, come la regione della Transcarpazia, dove molte persone sono state costrette a fuggire a causa della guerra.
Questo decreto ha destato preoccupazione poiché molte persone, che già si trovano in condizioni di vulnerabilità , potrebbero essere sfrattate dai loro alloggi senza alcuna forma di supporto economico. Diverse associazioni e ONG, come il Comitato ungherese di Helsinki, hanno già segnalato che gli sfratti sono iniziati e che molte persone si trovano attualmente nell’impossibilità di tornare nei loro luoghi di origine. Ciò ha portato a una crescente emergenza umanitaria nel Paese.
Impatto sui rifugiati e situazione attuale
Secondo l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, oltre 46.000 rifugiati ucraini erano registrati in Ungheria alla fine di agosto, con la maggior parte di loro che si sostiene attivamente attraverso il supporto di amici, parenti o tramite pagamento di alloggi privati. Tuttavia, circa 4.000 persone erano state sistemate in strutture finanziate dallo Stato e, a causa delle nuove disposizioni, ci si aspetta che oltre 3.000 di esse possano perdere il diritto a tali alloggi.
Particolarmente colpiti dalla situazione sono i rifugiati rom, un gruppo etnico storicamente emarginato. Le statistiche indicano che una significativa porzione di tali rifugiati proviene dalla regione della Transcarpazia, il che amplifica le preoccupazioni riguardo a questioni di giustizia sociale e di diritti umani. I membri di queste comunità spesso affrontano difficoltà aggiuntive a causa della loro origine etnica.
Il responsabile del Comitato ungherese di Helsinki, András Léderer, ha riportato che gli sfratti sono già in corso e ha descritto la difficile condizione dei rifugiati che si trovano “a terra”, senza un posto dove andare e privi di risorse per affrontare la situazione.
Violazione del diritto comunitario e risposte delle ONG
Le organizzazioni per i diritti umani hanno sollevato forti preoccupazioni riguardo alla legalità di questo decreto. Secondo il Comitato ungherese di Helsinki, le azioni del governo potrebbero rappresentare una violazione delle normative europee relative al diritto d’asilo e alla protezione temporanea dei rifugiati.
Lederer ha dichiarato che è stato presentato un reclamo formale alla Commissione Europea, sottolineando la responsabilità dello Stato ungherese di garantire alloggi adeguati ai beneficiari di protezione temporanea. Ciò fa parte del quadro di leggi europee che, in seguito all’invasione russa dell’Ucraina, sono state attivate per fornire asilo e sostegno ai rifugiati.
Nonostante le denunce, al momento non vi è stata risposta ufficiale dalla Commissione Europea riguardo alla situazione in Ungheria. Questo silenzio solleva interrogativi su come l’Unione Europea intenda affrontare le politiche di asilo e i diritti dei rifugiati in uno dei suoi Stati membri.
La situazione rimane critica e continua a evolversi, contribuendo a un contesto di crescente insicurezza per coloro che fuggono dal conflitto.