Ungheria sotto pressione: il governo rifiuta di pagare la multa da 200 milioni imposta dall’ue

L’Ungheria rifiuta di pagare una multa di 200 milioni di euro imposta dalla Corte europea per violazioni dei diritti d’asilo, intensificando le tensioni con le istituzioni europee.
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Ungheria sotto pressione: il governo rifiuta di pagare la multa da 200 milioni imposta dall'ue - Gaeta.it

Il dibattito sulle politiche di asilo in Ungheria ha ripreso vigore dopo l’imposizione di una multa da 200 milioni di euro da parte della Corte di giustizia dell’Unione Europea. Secondo il ministro degli Affari europei, János Bóka, il governo ungherese non intende pagare tale somma, nonostante Bruxelles abbia avviato misure per detrarla dai fondi Ue destinati al paese. Le recenti dichiarazioni di Bóka offrono uno sguardo sulle tensioni tra Budapest e le istituzioni europee riguardo ai diritti dei richiedenti asilo.

La sentenza della corte e le sue conseguenze

A giugno, la Corte di giustizia europea ha emesso una sentenza che ha dichiarato illegali le restrizioni imposte dall’Ungheria sui diritti di asilo, ritenute di “eccezionale gravità”. I giudici hanno stabilito che le pratiche adottate da Budapest hanno reso quasi impossibile per i migranti presentare domanda di asilo, violando così le normative europee sui diritti umani. Questa decisione ha portato all’imposizione di una multa iniziale di 200 milioni di euro, a cui si aggiunge una somma di 1 milione di euro per ogni giorno di continuazione della violazione.

L’assenza di una risposta efficace da parte della Commissione europea alle richieste di Budapest ha sollevato ulteriori preoccupazioni. La settimana scorsa, la Commissione ha avviato una “procedura di compensazione” per sottrarre la multa dai fondi Ue già destinati all’Ungheria, molti dei quali risultano congelati a causa di preoccupazioni legate a regressi democratici nel paese. Questa situazione rappresenta un ulteriore aggravamento delle relazioni tra l’Ungheria e le istituzioni europee.

Posizione ungherese sulla sanzione

Nel contesto di queste tensioni, János Bóka ha comunicato che il governo ungherese non ha intenzione di accettare la multa. Durante una conferenza stampa, il ministro ha ribadito la posizione di Budapest, affermando: “Il governo ungherese non pagherà.” Nonostante ciò, ha anche espresso disponibilità a collaborare con la Commissione europea per garantire il rispetto della sentenza della Corte di giustizia.

Bóka ha indicato che ci sono state discussioni tecniche su come procedere e ha suggerito che Budapest sta esplorando le opzioni legali per utilizzare eventuali spese sostenute per la protezione dei confini come compensazione per la sanzione. Questa affermazione è ombreggiata dal fatto che le autorità ungheresi dichiarano di aver speso circa 2 miliardi di euro per fermare l’immigrazione dal 2015 a oggi, ma la Commissione ha rigettato questa valutazione come non pertinente al contesto delle violazioni.

Il futuro delle relazioni tra Ungheria e ue

Il clima di tensione tra l’Ungheria e le istituzioni europee ha indotto il Commissario per la Giustizia, Didier Reynders, a ribadire che è compito della Commissione attuare le decisioni della Corte. Reynders ha sottolineato l’intenzione dell’Unione Europea di utilizzare tutti gli strumenti a disposizione per garantire che la multa venga raccolta, esprimendo una certa fermezza nelle posizioni europee.

Le frizioni emerse negli ultimi mesi portano a una situazione in cui il governo di Viktor Orbán si trova a dover affrontare pressing internazionali, mentre cerca di mantenere una linea dura sulle proprie politiche migratorie. Orbán ha etichettato la multa come “oltraggiosa” e ha fatto crescere il suo discorso euroscettico, al contempo minacciando di portare i migranti a Bruxelles nel tentativo di dimostrare il suo disaccordo con le decisioni di Strasburgo.

Allo stato attuale, le interazioni future tra l’Ungheria e le istituzioni europee sembrano destinate a rimanere tese, con la possibilità che ulteriori sanzioni si facciano sentire se non ci sarà un cambiamento nella gestione delle politiche d’asilo.

Ultimo aggiornamento il 24 Settembre 2024 da Armando Proietti

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