L’eredità della principessa FERNANDA CECCARELLI BRANCACCIO è al centro di un acceso contenzioso, con risvolti che coinvolgono la BANCA UNICREDIT. Tra conflitti d’interesse e accuse di mancanza di scrupolo, la situazione sta suscitando un notevole interesse pubblico. Da una parte, l’erede Maria Luisa Bottini accusa la banca di aver liquidato con troppa facilità una somma ingente all’ex amministratore della principessa, Antonio Selvaggi, senza adeguate garanzie legali. Dall’altra, Unicredit ribadisce di aver sempre agito con rigore.
la somma contestata: 20 milioni in gioco
Il fulcro della disputa ruota attorno a una somma di 20 milioni di euro che Unicredit ha trasferito a Antonio Selvaggi. Secondo l’avvocato Carlo Orazi, che rappresenta Maria Luisa Bottini, la banca avrebbe deciso di liquidare il pagamento senza la necessaria cautela, bypassando requisiti fondamentali. In particolare, l’ex amministratore ha ricevuto il denaro senza il permesso del tribunale e senza il consenso dell’erede universale, situazioni che sollevano legittimi interrogativi sulla gestione della successione.
Un aspetto preoccupante è la situazione degli eredi minori. Come emerso dalla corrispondenza legale, l’intera operazione di prelievo risulterebbe non solo discutibile, ma in contraddizione con la volontà esplicita della principessa FERNANDA CECCARELLI BRANCACCIO di rispettare i lasciti da lei stabiliti, creando malcontento tra i legatari minori. Infatti, la lettera dell’avvocato mette in luce come la gestione dei fondi sia stata condotta senza rispettare le disposizioni testamentarie, esponendo strati più profondi della questione ereditaria.
il ruolo della banca e gli aspetti giuridici
Nel corso delle indagini, è apparso che Unicredit ha agito sulla base di informazioni non verificate, facilitando così il prelievo di una somma considerevole. La relazione dei curatori dell’eredità giacente sottolinea una sequenza di eventi discutibili. Nel 2020, a distanza di sei anni dalla morte della principessa, la banca avrebbe autorizzato Selvaggi ad incassare i fondi dal conto della defunta. Questo episodio ha messo in luce non solo la possibile negligenza della banca, ma anche a quale punto possano spingersi i conflitti di interesse all’interno di una situazione di eredità complessa.
Antonio Selvaggi, presentato come il legatario principale, è attualmente al centro di accuse che lo vedrebbero come il dominus di un patrimonio ingente, il quale permetterebbe di escludere altre figure legittime dall’accesso ai beni. La cugina Maria Luisa Bottini, con la quale si sta svolgendo una battaglia legale, mira a dimostrare che i diritti suoi e degli altri legatari siano stati violati, impugnando la legittimità dell’operazione bancaria alla base di tutto il contendere.
gli sviluppi futuri nella controversia
La controversia ha attirato l’attenzione non solo dei legali coinvolti, ma anche dell’opinione pubblica, sia per le enormi cifre in gioco, sia per l’aspetto umano che si cela dietro l’eredità della principessa Brancaccio. La lettera inviata alla fondazione capitolina sollecita azioni legali nei confronti di Unicredit, affinché si faccia chiarezza sulla situazione e si recuperi il denaro trasferito ingiustamente.
Unicredit ha prontamente risposto alle accuse, affermando di agire sempre con il massimo scrupolo nel soddisfare le richieste ereditare. Questa difesa, però, potrebbe non bastare a proteggere la banca dalle eventuali ripercussioni legali che potrebbero scaturire dalla situazione attuale. Con il coinvolgimento della fondazione, le prossime settimane potrebbero rivelarsi cruciali per la risoluzione del caso, determinando il futuro di un patrimonio che, secondo le affermazioni di Bottini, deve ancora trovare una giusta collocazione secondo le volontà della principessa.
Ultimo aggiornamento il 2 Febbraio 2025 da Elisabetta Cina