Con l’avvicinarsi delle Olimpiadi di Parigi 2024, il fervore per l’evento si intensifica, non solo tra gli atleti, ma anche tra i 45.000 volontari che contribuiranno all’organizzazione. Nonostante manchi ancora del tempo, alcuni di loro hanno deciso di mettere in vendita le uniformi attraverso piattaforme online, attirando l’attenzione su un aspetto inaspettato dell’evento. Le uniformi, caratterizzate da tonalità turchesi e blu ideate dal marchio Decathlon, stanno suscitando un notevole interesse, sollevando interrogativi sui diritti e le regole che circondano il loro utilizzo.
La vendita delle uniformi: prezzi e modalità
Statistiche di vendita e prezzi di mercato
Diversi canali d’informazione, tra cui BFMTV, hanno riportato notizie riguardanti i prezzi richiesti per le uniformi. Un cappello firmato a tema Parigi 2024 è stato messo in vendita a 210 sterline, mentre un paio di pantaloni è quotato a 147 sterline. Altri accessori come una sciarpa sono disponibili a 84 sterline. Un volontario, reduce dagli eventi di rugby, sta cercando di vendere una borsa a 105 sterline, giustificando la sua offerta scontata con il disinteresse per il colore dell’articolo.
Va notato che queste transazioni avvengono mentre i volontari sono ancora attivamente impegnati nel loro ruolo, il che ha innescato un dibattito sull’etica di vendere uniformi che sono destinate a un evento importante e che non possono essere indossate al di fuori dell’ambito lavorativo fino a un mese dopo la conclusione dei Giochi.
Le regole per l’uso delle uniformi
Le uniformi ufficiali dei volontari non sono in vendita e sono state progettate per essere utilizzate esclusivamente durante il periodo di attivazione. Le linee guida stabilite dagli organizzatori spiegano che i volontari non possono indossare le loro uniformi al di fuori degli orari di lavoro fino a un mese dopo la chiusura delle Olimpiadi e delle Paralimpiadi. Ciò significa che molti di loro potrebbero sentirsi costretti a vendere i loro articoli prima di poterli effettivamente utilizzare in contesti non lavorativi.
Questa restrizione ha portato alcuni volontari a cercare di capitalizzare sul loro regalo di partecipazione, vendendo articoli che considerano inattivi o non desiderati. Questo comportamento ha sollevato interrogativi sul rispetto delle regole da parte dei partecipanti e sul messaggio che l’azione potrebbe inviare riguardo alla comunità degli attivisti.
L’interesse di Decathlon e prospettive future
Possibili nuove collezioni ispirate alle uniformi
Decathlon, il produttore delle uniformi dei volontari, sta considerando di lanciare una collezione di abbigliamento ispirata a queste stesse uniformi. Secondo quanto riportato da BFMTV, il marchio potrebbe mettere in commercio una serie di prodotti dopo la conclusione dei Giochi, trasformando l’interesse suscitato dalle uniformi in un’opportunità commerciale.
La potenziale collezione non solo attirerebbe gli appassionati di sport, ma rappresenterebbe anche un modo per i fan delle Olimpiadi di possedere un pezzo del merchandising legato a un evento storico. Tale iniziativa, tuttavia, dovrà sia rispettare i protocolli stabiliti per i volontari che garantire che i diritti di proprietà e utilizzo, legati alle uniformi originali, non siano compromessi.
L’effetto delle Olimpiadi sul commercio locale
La vendita delle uniformi e il possibile lancio di una collezione Decathlon rappresentano solo una piccola parte dell’impatto economico delle Olimpiadi di Parigi. Si prevede che l’evento creerà un aumento notevole nel settore del turismo, con gli hotel, i ristoranti e le attività commerciali locali che sperano di trarre profitto dall’afflusso di visitatori. L’interesse per le uniformi dei volontari può essere visto come un indicativo del più ampio fenomeno di merchandising legato a un evento di tale portata, un aspetto che si dimostra rilevante anche per i volontari stessi.