Università Dante Alighieri: Elezione di un Rettore sotto Accusa mentre il Ministero Impone un Stop

Tensione all’Università Dante Alighieri di Reggio Calabria per un’elezione del Rettore non autorizzata, sollevando preoccupazioni sulla legittimità e sul rischio di mercificazione della cultura e dell’istruzione.
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Università Dante Alighieri: Elezione di un Rettore sotto Accusa mentre il Ministero Impone un Stop - Gaeta.it

Un clima di tensione permea l’Università Dante Alighieri di Reggio Calabria, dove un presunto gruppo autoproclamatosi come organo di governo ha tentato di eleggere un nuovo Rettore, nonostante il Ministero dell’Università e della Ricerca abbia vietato qualsiasi attività deliberativa. La situazione ha sollevato preoccupazioni tra i membri del Consiglio d’Amministrazione dell’ateneo, che denunciano la mancanza di legittimità in queste azioni e il rischio di svendita del patrimonio accademico a soggetti privati.

Il contesto dell’elezione del Rettore

Infatti, quanto accaduto alla Dante Alighieri ha suscitato sconcerto all’interno e all’esterno della comunità accademica. Il presidente del Consiglio d’Amministrazione, Pasquale Basilicata, ha segnalato come l’elezione del Rettore proceda senza alcun riconoscimento da parte dei soci fondatori e delle istituzioni coinvolte. Il Ministero, in un chiaro tentativo di mantenere l’integrità e la legittimità all’interno degli atenei, ha imposto una fermata alle attività decisionali, sollevando ulteriori interrogativi su chi stia effettivamente governando l’istituzione. Basilicata ha informato il Ministero riguardo alle elezioni, evidenziando come tali atti possano minacciare l’indipendenza e la reputazione dell’università.

L’elezione, quindi, è percepita non solo come un atto illegittimo, ma come una sfida aperta nei confronti delle normative istituzionali e dell’autorità ministeriale. Questo scenario alimenta dubbi sulla possibile mercificazione della cultura e dei saperi, evidenziando il conflitto tra le aspirazioni di privati e il dovere di proteggere un patrimonio collettivo. La mal gestione dell’Università potrebbe far sorgere problematiche più ampie, implicando una crisi di fiducia nei confronti delle istituzioni accademiche.

Preoccupazioni del Consiglio d’Amministrazione

Nella nota ufficiale del Consiglio d’Amministrazione, il tono è critico e allarmato. Viene espressa una netta opposizione all’operato del raggruppamento autoproclamatosi organo di governo, accusato di non possedere alcun titolo per agire. La preoccupazione non è solo per l’elezione del Rettore, ma anche per l’ipotesi di una svendita del patrimonio dell’ateneo a entità sconosciute. Tale frangente potrebbe determinare un impoverimento non solo dell’istituzione, ma anche della comunità locale e del nostro sistema educativo nazionale. Si avverte, quindi, l’urgenza di proteggere i valori fondanti che caratterizzano l’istruzione superiore.

Il Consiglio d’Amministrazione ha esortato il corpo docente e amministrativo a prendere posizione contro questa guida percepita come arbitraria e non legittimata. Tale appello va oltre la contestazione dell’elezione e si estende alla necessità di rivendicare una formazione di alta qualità, lontana da interessi privati che offuscano il fine educativo delle università. La richiesta è quella di un fronte comune tra tutti i membri della comunità accademica per garantire standard di formazione rispettabili e a servizio dei giovani.

Chiamata all’unità contro la mercificazione della cultura

La nota del Consiglio d’Amministrazione si rivolge anche al presidente del Coruc e a tutta l’Università regionale, esortando a unirsi contro la mercificazione della cultura e della formazione. Questo appello raccoglie l’urgenza di difendere il patrimonio collettivo contro operazioni che mirano a generare profitto a scapito della qualità formativa. Si invoca la riflessione su quali valori si vogliono preservare e su come possano essere garantiti nel contesto accademico attuale.

La comunità universitaria è chiamata a riflettere sulle implicazioni dei cambiamenti in corso e sulla necessità di proteggere il sapere e il valore educativo. Permettere a soggetti privati di prendere il comando della cultura e della formazione, secondo i membri del CDA, equivale a minacciare non solo l’istruzione ma anche la crescita futura del Paese. Le preoccupazioni sollevate pongono una questione cruciale: come affrontare una situazione in cui il bene comune sembra essere messo in discussione in favore di interessi privati? La risposta richiederà una mobilitazione collettiva e un forte impegno da parte di tutti gli attori coinvolti, affinché il futuro dell’Università Dante Alighieri possa continuare a essere all’insegna dell’integrità e dell’eccellenza educativa.

Ultimo aggiornamento il 22 Novembre 2024 da Sofia Greco

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