Università dell'Aquila: un pilastro per il territorio abruzzese nel nuovo anno accademico

Università dell’Aquila: un pilastro per il territorio abruzzese nel nuovo anno accademico

L’Università dell’Aquila inaugura l’anno accademico 2024/2025, sottolineando il suo ruolo cruciale per il territorio e l’importanza di sostenere le università del Sud Italia per lo sviluppo locale.
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Università dell'Aquila: un pilastro per il territorio abruzzese nel nuovo anno accademico - Gaeta.it

L’inaugurazione dell’anno accademico 2024/2025 all’Università dell’Aquila, che si è svolta presso il Centro studi Zordan di San Basilio, ha richiamato l’attenzione sul ruolo cruciale dell’ateneo per il contesto locale. Questo evento ha offerto l’opportunità al rettore Edoardo Alesse di ribadire l’importanza dell’Università, spesso sottovalutata sia dai cittadini, che dall’amministrazione pubblica e gli stessi accademici.

Il valore dell’ateneo per il territorio

Edoardo Alesse ha aperto la cerimonia affermando che “è importante chiarire il ruolo di Univaq e delle altre Università abruzzesi e del centro Italia.” La situazione attuale mostra che i nostri atenei, facenti parte del sistema Hamu , attraggono circa il 40% degli immatricolati da altre regioni. Questo dato rappresenta un contrappeso efficace alle migrazioni che spesso sviliscono le aree interne del paese.

Alesse ha poi evidenziato come l’attrazione esercitata dagli atenei sia sostenuta da un patrimonio culturale e naturale che rappresenta un forte incentivo per gli studenti. Questa situazione contribuisce a mitigare la “mobilità in uscita” verso altre regioni, con risultati incoraggianti. Nel bilancio che emerge dal monitoraggio, le Marche segnano un risultato in parità, l’Abruzzo risulta positivo e l’Umbria mostra performance ancora più favorevoli. Gli studenti che terminano il percorso formativo spesso scelgono di stabilirsi nei luoghi dove si sono laureati, alimentando così lo sviluppo demografico, culturale ed economico della zona.

L’impatto della comunità studentesca

Un altro aspetto di grande rilevanza è l’impatto della comunità studentesca sul territorio, misurato tramite il rapporto tra numero di studenti e popolazione residente nelle province. “A livello provinciale – ha spiegato Alesse – la presenza della comunità studentesca varia: si passa dal 2% di Camerino all’11,5% dell’Aquila.” Questo dimostra che in tutti gli atenei dell’hub vi è un’impennata significativa.

Se si considera l’incidenza degli iscritti in rapporto ai residenti nei comuni sede degli atenei, emerge un quadro molto interessante. In località come Urbino e Camerino, gli studenti rappresentano una popolazione che si avvicina o addirittura supera quella residente. Nella città dell’Aquila, la presenza degli studenti si attesta attorno al 24%. Secondo Alesse, questi dati non fanno altro che confermare la funzione fondamentale delle università nella stabilizzazione e nel rilancio delle zone più fragili dal punto di vista demografico e sociale.

La tutela delle università nel sud Italia

In chiusura, il rettore ha specificato che le università dell’area Hamu e molte altre istituzioni del Sud Italia ricoprono un ruolo essenziale per l’equilibrio sociale ed economico. Questi enti di formazione devono essere supportati e valorizzati con impegno, tenendo conto delle sfide strutturali affrontate dai territori. Per il progresso di aree che rischiano di rimanere indietro, avere istituzioni educative solide e ben integrate nel contesto sociale è più che mai fondamentale.

Con queste riflessioni, l’Università dell’Aquila si prepara ad affrontare un nuovo anno accademico ricco di sfide e opportunità, contribuendo attivamente al riscatto e alla valorizzazione del territorio abruzzese.

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