Le università delle Marche, tra cui Camerino, Macerata, Politecnica delle Marche e Urbino, hanno espresso con urgenza la necessità di discutere questioni chiave riguardanti il futuro del sistema universitario regionale. La richiesta è indirizzata al presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, e all’assessora Chiara Biondi. Questo appello nasce nell’ambito di un dibattito più ampio che coinvolge il progetto della Link Campus University, che prevede l’attivazione di nuovi corsi in Medicina per l’anno accademico 2025-2026.
Nuovi corsi di Medicina e le implicazioni per il sistema universitario
La proposta di Link Campus University prevede l’istituzione di due nuovi corsi: Medicina e Chirurgia nelle sedi di Fano e Ascoli Piceno e un corso di Odontoiatria e Protesi dentaria a Macerata. Sebbene l’iniziativa possa sembrare promettente, i rettori delle università marchigiane temono che l’introduzione di corsi da parte di tali istituzioni private, prive di un forte legame con il territorio e del controllo pubblico, possa mettere a rischio l’equilibrio del sistema accademico della regione. Secondo il loro punto di vista, queste nuove offerte formative potrebbero aggravarne la già difficile situazione finanziaria.
Gli atenei locali sostengono che per salvaguardare un sistema di istruzione superiore sostenibile è fondamentale un approccio chiaro e collaborativo. I rettori richiedono che ogni nuova iniziativa rivolga un’attenzione particolare alla trasparenza e a un dialogo costruttivo con le università pubbliche. Senza tale coordinamento, potrebbero emergere situazioni che compromettono l’identità e la missione degli atenei marchigiani, che si contraddistinguono per il loro radicamento territoriale e l’impegno verso gli studenti.
Il ruolo della Regione e il sostegno alle università locali
I rettori hanno anche evidenziato l’importanza del supporto continuo da parte della Regione Marche alle quattro università esistenti. In un contesto in cui gli atenei si trovano a operare con budget limitati, sarebbe auspicabile l’implementazione di politiche strategiche mirate a consolidare il loro operato. La regione, quindi, resta un attore fondamentale per garantire la riuscita e lo sviluppo delle istituzioni accademiche locali.
Le università marchigiane hanno già fatto sentire la loro voce attraverso il Comitato Regionale di Coordinamento, il quale ha approvato l’offerta formativa per il prossimo anno accademico in una riunione tenutasi il 10 gennaio, prima di inviare il tutto al Ministero dell’Istruzione. Questo processo è cruciale per garantire che i corsi in programma siano coerenti con le esigenze locali e nazionali.
La lettera inviata dalla Link University ad associazioni professionali e ordini delle Marche, senza una previa condivisione con gli atenei regionali, ha sollevato ulteriori preoccupazioni tra i rettori. È un chiaro segnale che l’interazione tra diverse realtà formative deve migliorare per evitare malintesi e conflitti d’interesse.
Verso un dialogo costruttivo per il futuro dell’istruzione
Il dialogo tra le istituzioni accademiche pubbliche e private è più che mai necessario per assicurare uno sviluppo equilibrato del panorama universitario. I rettori delle università delle Marche chiedono che ogni coinvolgimento di enti privati nel sistema educativo avvenga in forma di accordi chiari e rispettosi. L’obiettivo condiviso deve essere la creazione di un contesto educativo che favorisca non solo la qualità dell’istruzione ma anche un forte legame con il territorio.
Il confronto tra le università marchigiane e la Regione rappresenta quindi una tappa imprescindibile per pianificare strategie efficaci e sostenibili, in grado di rispondere alle esigenze formativa di studenti e professionisti. In parole semplici, il futuro del sistema universitario marchigiano dipende dalla capacità di diverse entità di collaborare per costruire un modello educativo solido e adattato ai contesti locali.
Ultimo aggiornamento il 14 Gennaio 2025 da Sofia Greco