Un team di ricerca internazionale guidato da scienziati dell’Università di Pavia ha fatto una scoperta importante riguardo alla composizione chimica delle rocce del mantello sottostante l’Islanda. Le rocce studiate si trovano nella dorsale medio-atlantica, parte di un sistema che si estende per oltre mille chilometri a sud dell’isola. Le scoperte, recentemente pubblicate su “Nature Geoscience”, suggeriscono che la forza di galleggiamento del mantello non è determinata esclusivamente dalla temperatura, ma anche dalla chimica delle rocce stessi. Questi risultati potrebbero avere implicazioni significative nella comprensione della vulcanologia e della geodinamica terrestre.
La risalita del plume islandese: un fenomeno geologico unico
Definizione e importanza del plume islandese
Il plume islandese rappresenta una risalita di materiale caldo proveniente dal mantello profondo della Terra, un fenomeno che riveste un’importanza cruciale nel panorama vulcanico mondiale. Questo sopraccarico di magma dà origine a una crosta oceanica che è significativamente più spessa rispetto a qualsiasi altro luogo nel mondo. La sua presenza ha trasformato l’Islanda in un’area di studio d’eccezione per geologi e vulcanologi.
La comprensione di questo fenomeno non solo aiuta a spiegare l’attività vulcanica dell’Islanda, ma offre anche nuove prospettive sulle forze che influenzano i movimenti tettonici e le eruzioni vulcaniche su scala globale. Le caratteristiche distintive del plume islandese lo rendono un campo di indagine ideale per studiare la risalita di materiali dal mantello terrestre e le loro interazioni con la crosta terrestre.
Scoperte recenti del team di ricerca
La squadra di ricercatori dell’Università di Pavia ha condotto due spedizioni oceanografiche a bordo di navi da ricerca russe, le A.N. Strakhov e A.S. Vavilov, per analizzare le rocce del mantello terrestre esposte sulla faglia trasforme di Charlie Gibbs, situata a sud dell’Islanda. Grazie a questo lavoro, sono stati raccolti dei campioni di rocce, in particolare le peridotiti, che si ritiene siano collegate a fenomeni legati al plume islandese.
L’analisi chimica condotta su questi campioni ha rivelato che la composizione chimica delle rocce gioca un ruolo fondamentale nella determinazione della forza di galleggiamento del mantello. Questo fattore, unito all’alta temperatura, suggerisce un modello più complesso di interazione tra temperatura e composizione chimica rispetto a quanto precedentemente ipotizzato.
Implicazioni delle scoperte: un cambio di paradigma
La nuova visione sui plume di mantello
Le scoperte effettuate dai ricercatori pavesi stanno portando a una rivalutazione delle attuali teorie riguardanti le forze motrici dei plume di mantello. I risultati ottenuti indicano che le composizioni chimiche delle rocce influenzano in modo significativo l’attività vulcanica. Ciò aprirebbe nuove strade per la ricerca nel campo della vulcanologia e della geodinamica, modificando così l’approccio con cui i scienziati studiano le eruzioni vulcaniche e i fenomeni geologici correlati.
Applicazioni future nella ricerca geologica
Oltre a rivelare le dinamiche interne della Terra, queste scoperte potranno avere impatti anche nella predizione delle eruzioni vulcaniche. Comprendere come le variazioni di composizione chimica influenzano le risalite del magma potrebbe fornire strumenti più efficaci per monitorare e anticipare i fenomeni vulcanici, salvaguardando così la vita umana e la proprietà in aree ad alto rischio.
Il lavoro del team di ricerca dell’Università di Pavia non solo avanza il campo della geologia, ma rappresenta anche una risorsa di sapere che potrà essere utile per le future generazioni di scienziati.