Un'oscura scoperta a Vienna: 150 legionari romani in una fossa comune

Un’oscura scoperta a Vienna: 150 legionari romani in una fossa comune

Una scoperta archeologica a Vienna rivela una fossa comune con i resti di 150 soldati romani, offrendo nuovi spunti sulla storia antica e le battaglie dimenticate della regione.
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Un'oscura scoperta a Vienna: 150 legionari romani in una fossa comune - Gaeta.it

Nella capitale austriaca, una scoperta archeologica sta riaccendendo l’interesse per la storia antica della regione. Durante lavori di ristrutturazione in un campo sportivo nel quartiere di Simmering, un gruppo di archeologi ha rinvenuto una fossa comune contenente i resti di almeno 150 soldati romani. Questi guerrieri, che risalgono a circa 2000 anni fa, offrono uno spaccato drammatico di conflitti e battaglie dimenticate.

L’identità dei soldati romani

Un esame più attento degli scheletri ha rivelato che la loro disposizione indicava trattarsi di una fossa comune, una scena tragica che racconta la fine di giovani guerrieri, probabilmente fra i 20 e i 30 anni. Le condizioni dei resti esprimono chiaramente quanto fosse violento lo scontro che portò alla loro morte. Gli archeologi hanno notato ferite da lancia e spada sulle ossa, suggerendo che questi legionari erano stati coinvolti in una battaglia feroce nelle vicinanze dell’antica città di Vindobona, un importante avamposto romano lungo il limes del Danubio.

La scoperta è stata casuale: i lavori sul campo da calcio hanno svelato un segreto sepolto da secoli. Di fronte a una distesa di scheletri, gli archeologi hanno dovuto affrontare l’entità di ciò che avevano scoperto, ovvero una testimonianza concreta di una guerra passata che, per molti, è rimasta nell’ombra della storia.

I segni di una battaglia dimenticata

Accanto ai resti umani, sono stati recuperati diversi reperti, tra cui frammenti di armature romane come la lorica squamata, chiodi delle caligae e un pugnale decorato in argento. Questi oggetti hanno fornito indizi cruciali per datare il combattimento, collocandolo tra l’80 e il 230 d.C. Gli storici credono che la battaglia possa essersi verificata durante le sanguinose campagne contro le tribù germaniche lungo il Danubio.

Dalla disposizione disordinata dei corpi e dalla loro mancanza di equipaggiamento personale, emerge un quadro di sconfitta rapida e inaspettata. I soldati potrebbero essere stati sorpresi in campo aperto, un evento disastroso per una legione romana. Gli studiosi suggeriscono che questo scontro possa essere legato alle intense guerre di confine sotto l’imperatore Domiziano o ai preparativi di fortificazione della frontiera danubiana decisi da Traiano.

Questa fossa comune, in fondo, potrebbe raccontare ben più del semplice epilogo di una battaglia. Potrebbe rappresentare l’inizio della transizione di Vindobona da un insediamento marginale a un centro cruciale per il dominio romano, un passaggio che contribuì a creare l’odierna Vienna.

Un’importante significativa per la storia di Vienna

Gli scavi a Simmering hanno finora portato alla luce almeno 129 scheletri, ma la stima finale potrebbe superare i 150 individui. Le condizioni in cui sono stati trovati i resti indicano che i soldati furono sepolti in fretta, senza alcun rito funerario, ammassati in uno spazio ristretto di circa 5 metri per 4,5. Molti giacevano distesi sul fianco o faccia in giù, il che rende evidente l’impossibilità di organizzare una sepoltura adeguata in seguito a un evento così violento.

Questo ritrovamento ha da poco cominciato a catturare l’attenzione degli esperti e dei media. Potrebbe segnare una svolta nella comprensione della storia urbana di Vienna, suggerendo che eventi come questo massacro furono determinanti per stabilire il passaggio da un semplice avamposto a una vera e propria base legionario. Così, nel silenzio della fossa comune, potrebbe celarsi l’origine della grandezza futura di Vienna, un simbolo di un’eredità storica che si estende attraverso i secoli.

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