Nella recente conferenza stampa tenutasi a Roma, il Garante dei detenuti della regione Lazio, Stefano Anastasia, ha espresso la necessità di un importante intervento legislativo per affrontare la questione critica del sovraffollamento nelle carceri italiane. Questa situazione necessita di un approccio deflattivo che riduca in modo sostanziale la popolazione detentiva, invitando il governo a considerare misure come l’amnistia e l’indulto, nonostante le attuali riserve politiche. Con un numero crescente di detenuti, il problema del sovraffollamento richiede un’attenzione urgente e concreta.
La situazione critica del personale penitenziario
Stefano Anastasia ha sottolineato che, oltre alle problematiche riguardanti i detenuti, è fondamentale considerare il benessere del personale penitenziario. Le condizioni di lavoro degli agenti e degli operatori all’interno degli istituti penitenziari sono ormai al limite. Secondo Anastasia, una solida riduzione della popolazione detenuta non sarebbe solo vantaggiosa per i reclusi, ma anche per gli operatori, che lavorano in condizioni spesso difficili e sovraccariche.
Servono interventi volti a garantire che il personale possa operare in un contesto che garantisca dignità e sicurezza. Questo può includere l’implementazione di politiche per la gestione del numero chiuso, che stabilisca un limite alla capienza delle strutture, in modo da allineare il numero di detenuti con le risorse disponibili.
Proposte per l’integrazione sociale dei detenuti
Durante il suo intervento, Anastasia ha enfatizzato l’importanza di realizzare forme di rein integrazione sociale per i detenuti, ponendo l’accento sulla necessità di affrontare le questioni di marginalizzazione che spesso colpiscono questi individui. La creazione di case di reintegrazione per chi ha scontato parte della pena potrebbe rappresentare una soluzione concreta per aiutarli a reinserirsi nella comunità , risolvendo problematiche legate alla sussistenza e all’inclusione sociale.
In questo contesto, è essenziale garantire che i detenuti abbiano accesso a mezzi e supporto adeguati durante il periodo di transizione, creando un ambiente che favorisca il recupero e la riabilitazione, piuttosto che il continuo isolamento.
Iniziative e collaborazioni con Roma Capitale
Il confronto con Valentina Calderone, Garante di Roma Capitale, ha dato vita a ulteriori proposte, incentrate sulla nascita delle case di reintegrazione e sulla promozione della prevenzione della detenzione sociale. La loro collaborazione mira a garantire l’applicazione della sentenza 10/2024 della Corte Costituzionale riguardante l’affettività in carcere, fondamentale per il mantenimento delle relazioni familiari dei detenuti.
In aggiunta, una delle proposte include la maggiore flessibilità nei colloqui telefonici per i detenuti, come previsto dal decreto carceri del 2024, e l’ingresso di volontari nei penitenziari, specialmente durante gli orari pomeridiani. Queste misure, se attuate, potrebbero contribuire a migliorare significativamente le condizioni di vita all’interno delle carceri e a promuovere un ambiente di supporto per i detenuti.
L’attenzione su queste problematiche rimane alta, e c’è attesa per le reazioni del governo a queste proposte, che potrebbero segnare un cambio di rotta nella gestione della giustizia penale in Italia.