Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, esprime frustrazione e determinazione contro le resistenze degli Stati membri nel formare una squadra di commissari che rispetti la parità di genere. In un contesto politico dove le nomine si fanno cruciali, la von der Leyen afferma di esserci battuta affinché le donne possano accedere a ruoli decisionali. Questo articolo analizza le dinamiche in atto e l’importanza di una rappresentanza equilibrata nell’Unione europea.
La richiesta di parità di genere nella Commissione europea
La questione della parità di genere nelle posizioni di potere all’interno della Commissione europea ha raggiunto un punto critico. Mercoledì, von der Leyen ha dichiarato di essere esasperata dalla risposta degli Stati membri, che hanno spesso trascurato la sua istanza per una composizione equilibrata del collegio di commissari. In una lettera inviata ai capi di Stato e di governo a luglio, la presidente della Commissione ha esplicitamente richiesto proposte che includessero sia candidati uomini che donne per il ruolo di Commissario europeo. Tuttavia, solo la Bulgaria ha risposto positivamente a questa richiesta, rendendola non vincolante ma simbolicamente significativa.
Per von der Leyen, l’importanza di questa richiesta non si limita alla semplice presenza femminile. Si tratta di garantire una rappresentanza che riflette la diversità della società europea. A seguito di questa mancanza di candidature femminili, ha avviato delle negoziazioni con Stati membri di dimensioni più piccole affinché le loro proposte di candidati maschili potessero essere rimpiazzate da nomi femminili. Ora, la lista dei candidati include nove donne e diciassette uomini, un progresso significativo, sebbene imperfetto.
La battaglia per le candidature femminili
Von der Leyen ha sottolineato come il suo impegno sia fondamentale per affrontare la mancanza di donne nominate. Solo quattro Stati membri, Spagna, Svezia, Finlandia e Croazia, avevano inizialmente proposto donne per i ruoli di Commissari. L’ex prima ministra estone, Kaja Kallas, è stata proposta come Alto rappresentante per gli Affari esteri già a fine giugno dai leader dell’UE. La von der Leyen ha affermato che senza la sua lettera e il conseguente dibattito sull’importanza della diversità, il prossimo collegio sarebbe stato caratterizzato da una disproporzione notevole: su 25 Stati membri, solo quattro donne sarebbero state nominate.
Di fronte a questa realtà, i suoi sforzi non possono essere sottovalutati. Grazie alla sua insistenza, sono state assicurate candidature femminili per i ruoli di Belgio, Portogallo, Bulgaria e Romania. Recentemente, la Romania ha sostituito il suo candidato uomo con l’europarlamentare Roxana Mînzatu, un segnale positivo in direzione della diversità.
La competenza come criterio essenziale
Oltre alla questione di genere, von der Leyen ha dichiarato che la competenza deve rimanere la priorità principale nella selezione dei candidati. L’abilità di governare e avere esperienze politiche significative è una condizione indispensabile. A questo proposito, la presidente ha chiarito che la Commissione ha bisogno di candidati con esperienza politica di alto livello e competenze diplomatiche solide. La sua affermazione riflette la pratica comune di selezionare leader che possano affrontare le crescenti sfide dell’Unione europea.
Tuttavia, von der Leyen ha riconosciuto che ci possono essere situazioni in cui i candidati maschili abbiano più competenze delle donne proposte, ma ha anche sottolineato che il contrario può essere vero. Questo evidenzia la complessità del processo di selezione e la necessità di un bilanciamento che consideri ugualmente le competenze e la rappresentanza di genere.
I prossimi passi nella selezione
Attualmente, von der Leyen è impegnata in colloqui con i candidati e prevede di confermare la distribuzione delle responsabilità entro il 19 settembre. È importante notare che tutti i candidati devono affrontare un’audizione davanti alle commissioni competenti del Parlamento europeo e saranno sottoposti a una conferma che determina la loro idoneità per il ruolo. Questo processo non solo sottolinea l’importanza delle competenze in ballo, ma anche la trasparenza e la responsabilità che caratterizzano l’operato delle istituzioni europee.
In un momento in cui le dinamiche di potere e rappresentanza all’interno dell’Unione europea sono cruciali, il lavoro della von der Leyen rappresenta un passo verso una maggiore inclusione e diversità. L’equilibrio di genere è solo una parte di un quadro più ampio che sostiene le esigenze democratiche e sociali dei cittadini europei.