Il turismo internazionale rappresenta da sempre una risorsa economica fondamentale per gli Stati Uniti, un settore che ha mostrato segni di ripresa dopo il lungo periodo di restrizioni dovute alla pandemia di Covid. Ma nel 2025 si registra una diminuzione significativa degli arrivi dall’estero, in particolare da Europa e Canada. Dietro questa frenata ci sono tensioni geopolitiche e rigide misure di controllo agli ingressi, che stanno influenzando le scelte di viaggio di molti turisti.
tensioni politiche e misure di sicurezza sulle scelte di viaggio
Le relazioni tra Stati Uniti e paesi vicini o partner europei pesano sulle decisioni dei turisti. Il Canada, tradizionale fonte di visitatori, è stato colpito da restrizioni economiche e da un clima politico teso. L’ex presidente Donald Trump ha adottato tariffe punitive e ha più volte manifestato posizioni provocatorie sul futuro politico del Canada, creando un contesto poco accogliente.
Anche l’Europa rivolge uno sguardo critico al sistema di accoglienza Usa. Il rafforzamento dei controlli aeroportuali e l’atteggiamento percepito come ostile verso alcuni viaggiatori, che in alcuni casi sono stati arrestati o trattenuti senza spiegazioni chiare, ha fatto aumentare la diffidenza. Questi episodi si traducono in una scelta di destinazioni turistiche alternative.
Secondo i dati dell’International trade administration , a marzo il calo dei turisti europei diretti negli Usa ha toccato il 17,2%. Questo dato riflette non solo difficoltà burocratiche, ma anche una percezione generale di insicurezza o poca disponibilità ad accogliere visitatori provenienti da oltreoceano.
differenze tra paesi europei nei numeri del calo
Il fenomeno non colpisce tutte le nazioni europee allo stesso modo. L’Italia, ad esempio, mostra una contrazione molto contenuta tra i viaggiatori per gli Usa. Nel marzo 2025 i cittadini italiani partiti verso gli Stati Uniti sono stati poco più di 80mila, con un calo dell’ 3,4% rispetto a marzo 2024. Allargando lo sguardo al primo trimestre dell’anno, il numero totale di italiani in viaggio verso gli States è sostanzialmente stabile rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con un incremento dello 0,3%.
Diversa la situazione in altri paesi europei. Dai dati emergono cali marcati: la Germania registra una diminuzione del 28,3%, la Spagna del 24,6%, la Gran Bretagna del 14,6%, mentre la Francia rileva un calo dell’8%. Il Regno Unito rappresenta il secondo mercato per il turismo verso gli Stati Uniti, dopo il Canada, quindi il loro calo pesa in modo rilevante sulle presenze complessive.
Questi dati evidenziano una tendenza al ripensamento delle destinazioni. Gli Usa rimangono bene o male una meta ambita, ma le difficoltà incontrate stanno facendo propendere molti per scelte alternative in Europa e nel mondo.
l’effetto sulle prenotazioni e il timore di cancellazioni
Nelle ultime settimane è stato rilevato un incremento delle cancellazioni di prenotazioni verso gli Stati Uniti. Naren Shaam, amministratore delegato di Omio, una piattaforma per la prenotazione di viaggi, ha riferito al Financial Times che nei primi tre mesi del 2025 i tassi di cancellazione sono cresciuti del 16%. In particolare, clienti provenienti da Regno Unito, Germania e Francia hanno cancellato fino al 40% delle prenotazioni.
Questo dato suggerisce una crescente incertezza da parte dei viaggiatori europei. Le condizioni per accedere agli Stati Uniti si fanno più complicate, tra visti, controlli severi e rischi di trattenimenti in aeroporto, influenzando direttamente il comportamento di chi sceglie la meta per vacanze o affari.
Il calo dei turisti occidentali, dunque, non si limita al numero di arrivi, ma impatta sulle dinamiche delle prenotazioni, con effetti sul comparto alberghiero, i servizi di trasporto e le attività commerciali legate al turismo. La febbre di prenotazioni si abbassa, influenzando la sostenibilità di molti operatori.
il turismo italiano resiste al clima di tensione
In mezzo a queste performance differenziate emerge il dato italiano, più equilibrato rispetto a quello di altri paesi europei. Gli italiani mantengono una certa propensione al viaggio verso gli Stati Uniti, nonostante le difficoltà che hanno colpito Trasporto aereo e frontiere. Il trend stabile nel primo trimestre 2025 lascia intendere che la risposta turistica italiana al rigore delle norme di ingresso non ha generato un forte calo.
Questa situazione può dipendere in parte da scelte di viaggio più mirate, tipologie di soggiorno diverse o canali alternativi di prenotazione e accesso. Oltre alla componente politica e normativa, contano altri aspetti, come rapporti culturali e personali e abitudini di viaggio.
Sulla scena internazionale, dunque, l’Italia tiene una posizione meno vulnerabile rispetto ad alcune realtà europee, che invece devono fare i conti con cali pesanti nel turismo verso gli Usa. Un dato che può influire sui flussi futuri, se le tensioni e le politiche restrittive dovessero proseguire.
Il turismo statunitense si muove su un terreno difficile. Il distacco dai grandi numeri registrati nella prima fase post-pandemia pesa sulle entrate e potrebbe influenzare il quadro economico locale. Lo scenario europeo racconta di flussi che mutano rapidamente, fra nuove rotte, preferenze e condizioni di accesso. La risposta degli Stati Uniti a questi segnali sarà decisiva per mantenere il ruolo di destinazione chiave nel mercato globale.