La Guardia di finanza di Torino ha fermato quattro persone coinvolte in un giro di prestiti usurari nella zona nord della città. Tre fratelli, già noti alle forze dell’ordine, e un altro individuo che ha agito anche come vittima, sono stati sottoposti a diverse misure cautelari dopo un’indagine partita nel 2022. Il blitz ha portato al sequestro di quasi 58 mila euro nascosti in casa.
indagini e arresti nella zona nord di Torino
Il nucleo di polizia economico-finanziaria di Torino, con la direzione della Procura, ha condotto l’operazione nota come “Summus”. Quattro persone sono finite sotto misure restrittive: una agli arresti domiciliari, mentre le altre tre devono rispettare l’obbligo di dimora e la presentazione periodica alla polizia giudiziaria.
focus sui fratelli coinvolti
Le indagini si sono concentrate soprattutto su tre fratelli di origine siciliana. Di questi, due avevano già precedenti penali per reati simili. Il controllo della situazione e la raccolta di prove sono iniziate nel 2022, ma l’attività illecita risale al 2020. Nel corso delle indagini sono stati identificati dodici imprenditori vittime di prestiti con tassi d’interesse estremamente alti, che arrivavano fino al 300% annuo.
modalità di prestito e terminologia nascosta
Gli usurai in questione funzionavano applicando tariffe iperboliche anche su piccole somme, da poche centinaia di euro fino a trentamila. Gli interessi venivano richiesti e riscuotibili con frequenza settimanale o mensile, trasformando ogni debito in un incubo continuo per le vittime.
linguaggio in codice per eludere i controlli
Per comunicare senza destare sospetti, gli imputati utilizzavano un linguaggio in codice, chiamando il denaro con parole come “grissini”, “pasticcini”, “mutande” o “pane”. Questo sistema mimetico serviva a confondere eventuali controlli o intercettazioni.
coinvolgimento di un quarto individuo tra vittime e complici
Un dettaglio emerso dallo sviluppo dell’inchiesta riguarda una quarta persona legata a uno dei fratelli. Questa figura era al contempo indagata e vittima, poiché aveva ricevuto un trattamento di favore rispetto alle altre vittime. In pratica, il tasso mensile che doveva pagare era solo il 10% di quello normalmente imposto agli altri debitori.
ruolo particolare nella gestione del prestito
Il coinvolgimento di questa persona sembra aver permesso a uno dei fratelli di gestire meglio il controllo sul prestito, garantendo una sorta di collaborazione interna che proteggeva alcune posizioni debitorie in cambio di un ruolo attivo nel sistema.
sequestri e perquisizioni nelle abitazioni degli indagati
Nell’ambito dell’indagine, la Guardia di finanza ha eseguito perquisizioni nelle abitazioni degli indagati. Durante le operazioni, portate avanti con l’ausilio di strumenti tecnologici, le forze dell’ordine hanno scoperto quasi 58 mila euro in contanti.
dettagli sul nascondiglio del denaro
Una parte consistente della somma era nascosta in modo insolito: la maggioranza era stata murata all’interno di una parete di una casa appartenente a uno degli arrestati. Questo nascondiglio particolare ha confermato la volontà di occultare i guadagni illeciti in modo estremamente accurato.
Il lavoro degli investigatori non si ferma e sicuramente negli sviluppi futuri si potrebbero delineare responsabilità ancora più estese o nuovi soggetti coinvolti in questa rete di prestiti usurari nella città di Torino.