Il vaiolo delle scimmie, noto anche come mpox, ha attirato l’attenzione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità , che ha dichiarato l’emergenza sanitaria internazionale a causa dell’aumento dei contagi in varie parti del mondo. Questo virus, appartenente alla famiglia dei poxvirus, è simile al vaiolo umano che, fortunatamente, è ormai scomparso. Con una crescente incidenza di casi in Africa e un’attenzione particolare ai casi pediatrici, è fondamentale comprendere le caratteristiche cliniche, la diffusione e gli sforzi di risposta del sistema sanitario.
Conoscenza del virus e dei sintomi
Cos’è il vaiolo delle scimmie
Il vaiolo delle scimmie è causato dal monkeypox virus , un virus zoonotico che infetta prevalentemente scimmie e roditori. La prima trasmissione documentata all’uomo avvenne nel 1970, ma il virus ha recentemente mostrato segni preoccupanti di aumento della diffusione. Solo a giugno 2023, in Africa, si sono registrati 567 nuovi contagi, indicando un trend in crescita che coinvolge anche bambini, compresi neonati.
Sintomi e decorso della malattia
I sintomi dell’infezione includono febbre, mal di testa, dolori muscolari e mal di schiena. A questi si aggiunge una reazione linfonodale che precede lo sviluppo di pustole, che inizialmente compaiono sul volto e successivamente si diffondono su tutto il corpo. È fondamentale notare che, per ridurre lo stigma associato al termine “vaiolo delle scimmie”, si sta promuovendo l’uso della terminologia mpox. La malattia si sviluppa in stadi, da un iniziale periodo febbrile a un secondo picco di febbre associato alla formazione di pustole, durante il quale possono verificarsi complicazioni gravi rendendo un monitoraggio clinico essenziale.
Situazione attuale in Italia
Ripartizione dei casi e monitoraggio sanitario
In Italia, la situazione è sotto controllo anche se si registrano nuovi casi. Secondo il Ministero della Salute, negli ultimi due mesi sono stati segnalati 9 nuovi contagi: 2 in Friuli Venezia Giulia, 1 in Lombardia e 6 in Veneto. Dall’emergenza del virus, iniziata nel maggio 2022, sono stati confermati in totale 1.056 casi, con una notevole concentrazione in Lombardia, dove si registrano 441 contagi, seguita dal Lazio con 169 e dall’Emilia Romagna con 97.
Profondità demografica dei casi
L’analisi dei dati demografici sulle infezioni evidenzia che la grande maggioranza dei contagi ha colpito individui di sesso maschile , con un’età media di 37 anni e un range che varia dai 14 ai 71 anni. Questi dati forniscono una chiara visione della popolazione maggiormente colpita, indicando un pattern simile a quello registrato globalmente.
Modalità di trasmissione e diagnosi
Come avviene la trasmissione
La diffusione del vaiolo delle scimmie avviene principalmente attraverso contatti diretti. I fluidi corporei quali sangue, saliva, e secrezioni genitali giocano un ruolo chiave nella trasmissione del virus. Inoltre, rapporti sessuali tra maschi sono stati segnalati come una particolare modalità di diffusione. È importante sottolineare che, sebbene il virus sia stato identificato principalmente tra uomini, la vulnerabilità al contagio non è limitata a un genere specifico.
Procedure diagnostiche e conferma
La diagnosi di vaiolo delle scimmie si basa principalmente sulla valutazione clinica dei sintomi e richiede conferma attraverso esami specifici. Il test mediante PCR è utilizzato per rilevare il DNA virale. Il periodo di incubazione varia da 7 a 17 giorni, dopo il quale la manifestazione clinica inizia con febbre e sintomi gripali seguiti dall’emergere di eruzioni cutanee. La sorveglianza continua, inclusa la raccolta di campioni per analisi genetiche, è fondamentale per monitorare e contenere la diffusione del virus.
In sintesi, la situazione attuale del vaiolo delle scimmie richiede una continua vigilanza da parte delle autorità sanitarie italiane e internazionali, specialmente alla luce dell’allerta globale emessa dall’Oms.