Valerio Tuveri: il “giustiziere” dei muri di Roma alle prese con scritte volgari e razziste

Valerio Tuveri: il “giustiziere” dei muri di Roma alle prese con scritte volgari e razziste

Valerio Tuveri, giovane impegnato nella pulizia urbana di Roma, affronta il dibattito tra arte e vandalismo rimuovendo graffiti inopportuni, suscitando reazioni contrastanti sui social media e nella comunità.
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Valerio Tuveri: il “giustiziere” dei muri di Roma alle prese con scritte volgari e razziste - Gaeta.it

Chi vive a Roma, la capitale d’Italia conosciuta in tutto il mondo per la sua bellezza artistica, ha sicuramente notato la presenza di scritte sui muri che deturpano il paesaggio urbano. In questo contesto, la figura di Valerio Tuveri emerge come un esempio di dedizione alla pulizia urbana, un giovane di 27 anni che si è assunto l’onere di rimuovere graffiti inopportuni per donare una nuova vita ai monumenti della città. Da semplice impiegato nell’impresa di sabbiature del padre, è diventato un personaggio controverso sui social media, suscitando sia elogi che critiche.

Il lavoro di un “pulitore” urbano

Valerio Tuveri si presenta al lavoro con tuta bianca e maschera protettiva, pronto a rimuovere le scritte che rovinano l’estetica delle storiche mura romane. Lavorando con attrezzature specializzate, riesce a eliminare le tracce di vandalismo, riportando non solo pulizia, ma anche un certo decoro agli spazi pubblici. La sua professione non si limita soltanto alla rimozione delle scritte; Tuveri si è spesso trovato a confrontarsi con scritte razziste o di matrice volgare, temi che sollevano questioni etiche e sociali.

Il suo approccio non è mai banale; ogni intervento è ben pianificato. Valerio studia le superfici e le tecniche più adatte per la pulizia di ogni area, garantendo che il lavoro non danneggi la struttura sottostante. Con il passare del tempo, è diventato un esperto nel suo campo, ben consapevole delle dinamiche che regolano l’arte di strada e il diritto a un ambiente pulito.

Le reazioni del pubblico e il dibattito sull’arte di strada

La sua attività ha generato reazioni contrastanti nel pubblico. Mentre molti lodano il suo impegno e lo vedono come un simbolo di speranza per la città, altri lo accusano di essere un “killer” dell’arte, una figura che vuole censurare le espressioni artistiche che si manifestano sui muri. Questo dibattito tocca nervi scoperti: la distinzione tra arte e vandalismo è spesso soggettiva e legata al contesto sociale.

I sostenitori di Tuveri spesso richiamano l’attenzione sulla necessità di preservare i patrimoni artistici, contestando che le opere di graffiti, in particolare quelle di natura razzista o oltraggiosa, non fanno parte di una cultura accettabile. Al contempo, ci sono coloro che vedono in ogni atto di rimozione un affronto alla libertà di espressione.

La presenza sui social media

Valerio è diventato un volto noto anche grazie ai social media, dove ha trovato una piattaforma per condividere il suo lavoro. Le immagini del “prima e dopo” dei muri puliti non solo documentano i risultati del suo impegno, ma stimolano una riflessione più ampia sui temi del decoro urbano e della responsabilità civica. Questa visibilità ha amplificato il dibattito sul suo operato, facendo emergere argomenti sulla libertà d’espressione, l’arte urbana, e il diritto di una comunità a vedere i propri spazi pubblici in ordine.

In un contesto in cui il vandalismo e l’arte si affrontano in un duello di opinioni, Valerio Tuveri rappresenta una posizione intermedia, cercando di mediare tra gli opposti. La sua missione va oltre il semplice lavoro; diventa una causa sociale, un richiamo a una cittadinanza più attenta e rispettosa verso il patrimonio collettivo.

Il dilemma dell’arte di strada rimane aperto e in continua evoluzione, proprio come Roma, protagonista indiscussa di questa storica battaglia tra espressione e decoro.

Ultimo aggiornamento il 29 Novembre 2024 da Elisabetta Cina

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