Vaticano: padre Lombardi chiarisce la non-esistenza di trattative per la tomba di De Pedis

Vaticano: padre Lombardi chiarisce la non-esistenza di trattative per la tomba di De Pedis

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Vaticano: padre Lombardi chiarisce la non-esistenza di trattative per la tomba di De Pedis - Gaeta.it

Padre Federico Lombardi, ex direttore della sala stampa vaticana, ha recentemente rivelato che non ci sono state “trattative” per l’apertura e la traslazione della tomba di Renatino De Pedis dalla basilica di Sant’Apollinare. Le dichiarazioni sono emerse durante un’audizione presso la Commissione bicamerale di inchiesta riguardante le scomparse di Mirella Gregori ed Emanuela Orlandi, suscitando un notevole interesse mediatico e pubblico.

L’audizione di padre Lombardi

La posizione del Vaticano

Durante la sua audizione, padre Lombardi ha sottolineato che il Vaticano non ha mai avuto problemi con l’apertura della tomba di De Pedis. “Semplicemente, abbiamo comunicato che non avevamo nulla da nascondere,” ha affermato. Questa affermazione ha portato a riflessioni sulla necessità di trasparenza del Vaticano riguardo alle indagini su casi delicati.

La gestione delle indagini

Lombardi ha inoltre evidenziato che, per garantire l’integrità delle prove, sarebbe stato più opportuno che l’apertura della tomba fosse effettuata dalla magistratura italiana anziché da altri. Ha spiegato che la presenza delle autorità giudiziarie durante il processo avrebbe minimizzato il rischio di interpretazioni errate o di accuse di manomissione delle prove.

Questa affermazione è cruciale, poiché denota una comprensione profonda dell’importanza di mantenere gli standard investigativi elevati. Infatti, la trasparenza nelle indagini è fondamentale soprattutto in casi sensibili come queste, che coinvolgono famiglie e situazioni delicatissime.

Il documento riservato di Lombardi

Origine e contenuto dell’appunto

Padre Lombardi ha chiarito che il documento redatto in Vaticano riguardo alla vicenda di Emanuela Orlandi era un semplice “appunto personale” e doveva rimanere riservato. Destinato alla segreteria particolare di Benedetto XVI, questo non rappresentava un dossier con segreti di Stato, come taluni avevano insinuato.

Il contesto dell’incontro con **Pietro Orlandi

L’incontro tra monsignor Georg Gaenswein, segretario di Ratzinger, e Pietro Orlandi è stato descritto da Lombardi come significativo. Orlandi si era recato da Gaenswein con un suo libro sulla scomparsa della sorella e aveva chiesto un intervento da parte del Papa per un’eventuale manifestazione commemorativa. Lombardi ha illustrato con dettagli come si sviluppò la comunicazione e il successivo scambio di idee sul tema della scomparsa di Emanuela, evidenziando l’umanità delle interazioni all’interno della Curia.

La fuga di documenti

Il furto dell’appunto e le sue conseguenze

Lombardi ha messo in evidenza che l’appunto fu rubato dall’ex maggiordomo del Papa, Paolo Gabriele, generando un “casi chiave” nel contesto della fuga di documenti dal Vaticano. Questo evento ha messo in luce problematiche interne relative alla sicurezza e alla gestione della riservatezza.

Il furto di documenti, in particolare quelli coinvolti in questioni delicate, rappresenta un importante campanello d’allarme per la Chiesa e le sue procedure interne. Lombardi ha espresso sorpresa nel sapere che il suo appunto fosse finito nelle mani del pubblico, un evento che ha nuovamente acceso i riflettori su come gestire informazioni sensibili.

L’eco mediatica del caso

La rivelazione di Lombardi ha avuto risonanza anche nei media, con un’attenzione particolare al tema delle scomparse e alla trasparenza della Chiesa in merito all’argomento. Questo faro di interesse rimarrà acceso, data la continua rilevanza delle questioni trattate dalla Commissione bicamerale e gli interrogativi irrisolti su vicende che hanno segnato la storia recente d’Italia.

Queste rivelazioni e la loro copertura mediatica dimostrano come le questioni di trasparenza e responsabilità possano influenzare fortemente la percezione pubblica della Chiesa, aumentando così la pressione su un’istituzione storica per affrontare il proprio passato in modo onesto e diretto.

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