Una veglia di preghiera si è svolta nella Basilica minore santa maria del lauro a cassano allo ionio, in ricordo di papa francesco scomparso il lunedì dell’angelo. L’evento ha coinvolto il clero diocesano e numerosi fedeli, radunati per un momento di riflessione e comunione spirituale. Monsignor francesco savino, vescovo di cassano allo ionio e vice presidente della Cei, ha guidato la celebrazione soffermandosi sul messaggio e sul lascito del pontefice argentino, punto di riferimento per la chiesa moderna.
Una meditazione sui vangeli e la speranza cristiana
La veglia ha scandito un tempo di meditazione attorno ai vangeli che narrano la morte di lazzaro e l’annuncio della resurrezione da parte di gesù. Questi passi hanno fornito il filo conduttore per ragionare sul tema della vita eterna e la speranza radicata nella resurrezione cristiana. Nel cuore della basilica, il silenzio dei presenti si è intrecciato con la lettura delle scritture, creando un’atmosfera di raccoglimento e ascolto condiviso. Tanti fedeli, accorsi anche fuori dalla comunità diocesana, hanno voluto rendere omaggio al pontefice, riconoscendo in lui una figura che ha saputo restituire senso e direzione ai valori del vangelo.
Il momento spirituale ha assunto una valenza importante, riunendo chi nella fede trova un senso e un percorso da seguire. L’evento è stato un’occasione per confrontarsi sul significato del passaggio terreno, e per raccogliere la spinta a porgere attenzione agli ultimi, incarnando la testimonianza del papa.
Un uomo e un pastore, nella testimonianza di mons. savino
Monsignor francesco savino ha descritto papa francesco come “un uomo prima che un papa, un pastore che ha sempre parlato con il cuore e si è fatto prossimo e fratello per tanti”. La semplicità è diventata il suo stile di governo, la bussola del suo cammino è stata sempre il vangelo. Questo ritratto ha offerto ai presenti un’immagine concreta e umana di un pontefice capace di incarnare la misericordia e di dare voce ai più deboli.
Il vescovo ha ricordato come papa francesco sia arrivato “dalla fine del mondo”, sottolineando così le radici e l’umiltà da cui è partito. Ha indicato la misericordia come centro del cristianesimo, un insegnamento fondamentale che ha restituito un senso vivo ai documenti del concilio vaticano II. La chiesa, ha spiegato monsignor savino, vive nel tempo presente attraverso la pratica quotidiana di quei testi, non solo come testo scritto ma come materia vivente.
Leggendo il magistero di papa francesco, emerge la chiamata a guardare il mondo con gli occhi dei poveri, dei migranti, dei malati e dei dimenticati, e a farsi carico delle loro sofferenze con cuore aperto e azioni concrete.
L’eredità pastorale e spirituale alla luce del magistero
Il messaggio del pontefice è stato orientato alla responsabilità verso gli ultimi e all’importanza di vivere nella misericordia. Il concilio vaticano II, ha detto il vescovo, non si è fermato su carta ma ha attraversato le parole viventi di papa francesco, dando alla chiesa nuovi strumenti per proseguire il suo percorso nello spazio del mondo contemporaneo.
La veglia e le parole di monsignor savino hanno anche rimarcato la necessità di mantenere viva la fede nella resurrezione come guida nel quotidiano, alimentando la speranza e la forza per affrontare le prove del tempo. Questo momento ha fatto sentire la continuità del messaggio evangelico, vissuto attraverso l’esempio ricevuto dal papa e dalla sua testimonianza di vicinanza agli ultimi.
Un cristianesimo attento alle fragilità sociali e personali
Il richiamo a un cristianesimo attento alle fragilità sociali e personali segna un’indicazione precisa per la strada da seguire nei prossimi anni nell’ambito della chiesa locale e globale. Il forte legame tra fede e azione diventa il cuore delle nuove sfide pastorali.
La commemorazione a cassano allo ionio ha coinvolto lo spirito della diocesi e la comunità dei fedeli nella memoria di una figura sacerdotale e umana, che ha lasciato tracce in ogni gesto, parola e scelta. Il momento ha proposto la connessione tra preghiera, riflessione e impegno concreto, elementi di una fede che si nutre di partecipazione e presenza.