La notte della Veglia pasquale nella basilica di San Pietro ha radunato circa cinquemila fedeli in un clima di silenziosa attesa e partecipazione intensa. Il cardinale Giovanni Battista Re ha presieduto la celebrazione, mentre Papa Francesco ha affidato il suo messaggio spirituale tramite un’omelia letta dal decano del collegio cardinalizio. La liturgia ha messo in luce il cammino graduale della risurrezione, chiamando a non perdere fiducia anche in tempi segnati da conflitti e sofferenze diffuse.
la veglia pasquale nella basilica di san pietro: celebrazione e partecipazione
La Veglia pasquale si è svolta nella Basilica Vaticana gremita, dove hanno preso parte cinquemila persone, inclusi quanti hanno seguito la cerimonia all’esterno, in piazza San Pietro. Il rito è stato avviato con il Lucernario, iniziato nell’atrio con la benedizione del fuoco, da cui ha preso forma la processione verso l’altare centrale della Confessione. Al centro della scena il cero pasquale, ornato con una croce, le lettere alfa e omega e l’anno giubilare 2025, trafitto da cinque grani di incenso.
Il passaggio dal buio alla luce si è concretizzato nel gesto di ciascun presente che ha acceso la propria candela attingendo la fiamma da quella del vicino. Questo momento simbolico ha animato la chiesa con una luce crescente, accompagnata dal canto latino dell’Esultanza e dal Preconio pasquale. La liturgia è proseguita con la proclamazione della Parola che ha narrato l’intera storia della salvezza, culminando nell’episodio evangelico di Luca sulla pietra tolta dal sepolcro.
Papa Francesco, pur non essendo fisicamente presente, si è unito spiritualmente alla comunità con un tempo di preghiera svolto poco prima e attraverso l’omelia letta dal cardinale Re. Hanno concelebrato 34 cardinali, 24 vescovi e 260 sacerdoti, confermando il carattere solenne e corale della veglia.
il significato profondo dell’omelia di papa francesco sulla risurrezione
In questo anno giubilare, il messaggio di Papa Francesco si concentra sul valore concreto e realistico della risurrezione. Essa non è una soluzione magica o immediata ai problemi umani, ma una luce che cresce passo dopo passo. L’omelia sottolinea come anche di fronte a “venti di morte” e all’avanzare delle ombre del male, la risurrezione rimanga un segno di speranza da accogliere con fiducia.
La risurrezione, spiega il Pontefice, non è uno spettacolo che impone fede o esclude le difficoltà . Al contrario, la resurrezione si manifesta gradualmente, come un germoglio di luce che si fa strada, spesso minacciato dall’incredulità e dall’oscurità ancora presente. Questo riflette anche lo stile di Dio che agisce con discrezione, affidando agli uomini la responsabilità di custodire la vita.
Il Papa mette in guardia da una visione astratta della religiosità che si aspetta una trasformazione immediata e radicale senza passaggi difficili. Le ombre che ancora pesano sulla vita e sulla storia umana non vengono eliminate in un colpo solo, ma si affrontano senz’altro con la luce offerta dalla fede. Questa luce, seppur timida, comincia a trasformare il mondo nella misura in cui viene accolta e vissuta.
rito di iniziazione cristiana e preghiere per pace e misericordia
Durante la celebrazione, tre catecumeni hanno ricevuto i sacramenti dell’iniziazione cristiana, un momento carico di significato. Due di loro sono italiani, mentre la terza è una donna albanese. Su di loro è stata invocata la misericordia di Dio affinché li guidi attraverso il battesimo, la confermazione e l’eucaristia nel loro nuovo cammino di fede.
La preghiera universale ha rivolto particolare attenzione ai governanti del mondo. Il loro compito di ricercare la vera pace è stato al centro dell’intenzione, con un richiamo diretto ad operare per la cessazione dei conflitti. Anche le vittime delle guerre hanno ricevuto memoria nei pensieri e nelle suppliche raccolte nel momento liturgico.
Questi elementi si inseriscono in un contesto di tensione ancora presente ma non dominante, in cui la luce pasquale diventa segno e forza per continuare a sperare e operare per la riconciliazione.
il richiamo a diventare testimoni di speranza e custodi della luce
Il Papa invita tutti a trasformarsi in testimoni credibili della Pasqua, anche quando la morte e le violenze sembrano prevalere. Il cammino di fede non è mai concluso del tutto e richiede una decisione continua, una scelta di stare dentro la storia umana affidandosi al Signore che ha vinto la morte.
Il messaggio di speranza riguarda ogni uomo e ogni donna che affronta ferite personali o sociali. Francesco cita Sant’Agostino ricordando la necessità di incarnare in se stessi il mistero della morte e risurrezione per essere colonne di speranza.
Nell’omelia si trovano anche riferimenti a figure mistiche, come Hadewijch di Anversa, e ai testi di Henri Nouwen, il cui pensiero spirituale sottolinea che Dio accompagna le persone nonostante appaia lontano. I raggi di speranza illuminano il cammino nonostante le difficoltà quotidiane.
Il Papa sprona a usare parole, gesti e scelte ispirate al Vangelo come strumenti concreti per portare la speranza a chi è nel dubbio, nel dolore o nell’abbandono. La testimonianza si rivolge a varie categorie: chi ha perso la fede, chi si è arreso, le vittime della guerra, i poveri, le donne vittime di violenza, i bambini, quelli mai nati o maltrattati.
Questa chiamata ad essere costruttori di speranza si inserisce nel contesto dell’anno giubilare e si fa appello a senso di responsabilità personale e comunitario nel custodire e diffondere la luce che la Pasqua rappresenta.
La notte pasquale 2025 al Vaticano ha così rinnovato il messaggio cristiano di resistenza alla disperazione. Una luce, fragile ma costante, si insinua nel buio umano, offrendo un invito a non cedere alle ombre, a camminare con fiducia verso un mondo che può trovare nuova vita solo attraversando le sfide attuali.