Il cortile di Giulietta a Verona accoglie ogni anno migliaia di visitatori attratti dalla storia e dalla leggenda di uno dei personaggi più famosi di Shakespeare. La gestione degli accessi, però, è diventata complessa a causa dell’afflusso continuo di turisti. Negli ultimi tempi, è emerso un fenomeno che ha acceso polemiche: un negozio vicino all’ingresso vende tiramisù in coppetta e offre ai suoi clienti la possibilità di vedere il cortile e il balcone di Giulietta senza attendere in fila. Questa pratica ha spinto il Comune a intervenire.
Un nuovo modo per vedere il cortile di giulietta senza stare in fila
In via Cappello, subito accanto all’entrata del cortile di Giulietta, è nato un piccolo negozio che vende tiramisù. Da qui è possibile salire al piano superiore e affacciarsi su uno dei luoghi più amati della città scaligera: il cortile famoso per la statua e il balcone di Giulietta. Questa posizione privilegiata permette di godere della vista senza dover mettersi in fila, evitando così le lunghe attese che, soprattutto nei mesi più affollati, possono durare anche ore. La soluzione ha attirato l’attenzione di molti turisti, incuriositi dal guardare da un’angolazione alternativa.
Il vantaggio, evidente per i clienti del locale, ha però sollevato questioni di equità nell’accesso al sito monumentale. L’accesso diretto dall’area pubblica segue regole precise di flusso, con la fila e i limiti di presenze al cortile. Di fatto, il negozio ha creato un accesso non ufficiale, permettendo di evitare la fila attraverso un acquisto. Il metodo ha rapidamente preso piede dopo essere stato anche diffuso sui social media, attirando così ancora più visitatori interessati a questa “scorciatoia”.
Gli interventi del comune di verona e le restrizioni sul numero di visitatori
Negli ultimi anni, la gestione degli accessi al cortile di Giulietta è stata una priorità per il Comune di Verona. La zona di via Cappello è stata sottoposta a un controllo rigoroso, con un sistema di ingresso regolato per evitare sovraffollamenti e garantire la sicurezza. Lo spazio ha un limite massimo di 120 persone contemporaneamente, una soglia che è stata dimezzata a 60 nelle ultime settimane a causa di lavori in corso nella zona.
Queste misure servono anche a preservare l’integrità del luogo, molto delicato e soggetto a deterioramento. Il Comune ha investito risorse nel monitoraggio degli accessi, con personale dedicato a controllare le file e garantire che tutti i visitatori rispettino le regole. L’apertura del negozio vicino alla porta di ingresso, offrendo un passaggio alternativo, ha quindi creato tensioni con l’amministrazione.
Di fronte a questa situazione, i responsabili comunali hanno inviato una diffida ai titolari del locale. Nel documento si invita a non pubblicizzare la possibilità di saltare la fila attraverso l’acquisto del tiramisù o altri stratagemmi per entrare senza rispettare le modalità ufficiali. Lo scopo è quello di mantenere ordine e rispetto delle regole, proteggendo sia i visitatori che l’area monumentale.
L’impatto sulle visite turistiche e le reazioni della cittadinanza
La presenza del negozio che offre scorciatoie per vedere il cortile senza attendere ha generato un dibattito tra residenti, operatori turistici e amministratori. Molti turisti apprezzano poter ammirare il famoso balcone da una posizione differente, trovando il luogo meno affollato e più tranquillo rispetto alle lunghe file sotto il sole o la pioggia. Per alcune persone, infatti, la possibilità di evitare l’attesa rappresenta un sollievo reale durante la visita.
D’altro canto, l’opinione pubblica locale ha espresso disappunto verso chi sfrutta questa pratica per aggirare le regole. La fila rappresenta un sistema di equità, necessario per garantire che tutti abbiano le stesse possibilità di accesso, senza favoritismi o favoritismi commerciali. I residenti temono che il fenomeno possa creare disuguaglianze e danneggiare l’immagine del sito promuovendo una sorta di commercio parallelo.
Lo scontro tra il diritto di accesso pubblico e l’iniziativa privata nel cuore di Verona mette in luce una questione spinosa: come tutelare i monumenti storici e, allo stesso tempo, rispondere a una domanda turistica in crescita costante in un contesto urbano limitato. Le prossime mosse del Comune e degli operatori saranno decisive per la gestione dei flussi e per evitare che episodi simili si ripetano con altri prodotti o altre modalità.
La questione resta aperta, mentre il cortile di Giulietta continua a essere uno dei punti più visitati e riconosciuti della città. Le tensioni intorno all’accesso evidenziano quanto delicato sia il rapporto tra patrimonio culturale e l’afflusso turistico quotidiano.