Un’analisi approfondita sul mercato del lavoro in Veneto per il 2024 svela un incremento delle posizioni occupazionali, sebbene si osservi un calo rispetto all’anno precedente. Con un totale di 31.200 nuovi posti di lavoro, l’andamento occupazionale della regione dimostra segnali di crescita, anche se il contesto presenta delle difficoltà , in particolare nei settori industriali. Questo report riflette le tendenze recenti secondo il consueto studio “Sestante” di Veneto Lavoro, fornendo dettagli su contratti, settori e territori coinvolti.
Assunzioni e cessazioni: un’analisi dettagliata
Nel 2024, il mercato del lavoro in Veneto ha registrato circa 853.000 nuove assunzioni, con una lieve diminuzione dell’1% rispetto al 2023. Questa cifra evidenzia una stabilità nei flussi di lavoro, ma anche una certa stagnazione. Parallelamente, le cessazioni si sono attestate a circa 821.800, mantenendo un trend simile all’anno precedente. È interessante notare che la crescita dei posti di lavoro risulta incisiva principalmente nei contratti a tempo indeterminato, dimostrando una tendenza a favorire la stabilità nelle assunzioni.
I settori più colpiti dal rallentamento della domanda sono quelli industriali. Il comparto metalmeccanico ha subito una contrazione significativa, con una flessione del 16%. Altri settori emblematici del made in Italy, come il tessile-abbigliamento, ha registrato un calo del 16%, mentre l’industria calzaturiera ha mostrato un abbattimento del 23%. Anche i comparti dell’oreficeria e del vetro non sono stati immuni dalla crisi, con diminuzioni del 39% e 24% rispettivamente. Questi dati indicano una necessità urgente di ristrutturazione e adattamento a nuove realtà economiche.
Le province venete e le loro peculiarità occupazionali
Le province venete hanno mostrato andamenti diversi nel bilancio occupazionale di quest’anno. Province storicamente legate al mondo manifatturiero, come Vicenza, Treviso, Padova e Venezia, hanno visto un declino nei posti di lavoro disponibili, con diminuzioni rispettivamente del 4%, 2%, 1% e 1%. Una nota di positività arriva dalla provincia di Rovigo, che ha mantenuto un bilancio occupazionale stabile, grazie a una crescita sostenuta nel settore agricolo, compensando le perdite nell’industria.
Belluno e Verona rappresentano due casi di miglioramento, con un incremento occupazionale del 2% per entrambe le province. Belluno beneficia di performance solide nei servizi, mentre Verona ha registrato un aumento significativo grazie agli sviluppi nel settore agricolo. Questi dati evidenziano le differenze territoriali nella risposta del mercato del lavoro alle sfide economiche, suggerendo che non tutte le aree della regione stanno vivendo le stesse difficoltà .
Disoccupazione: un quadro in miglioramento
Nel 2024, si segnala un numero significativo di dichiarazioni di immediata disponibilità rilasciate ai Centri per l’impiego in Veneto, superando le 126.000 unità . Questo rappresenta una diminuzione del 9% rispetto ai dati registrati nel 2023. Tale diminuzione è un segno che la disoccupazione nella regione potrebbe essere in fase di stabilizzazione. È fondamentale notare che una riduzione delle registrazioni di disponibilità non implica automaticamente una soluzione completa alle difficoltà occupazionali, ma suggerisce un possibile miglioramento nelle opportunità di lavoro.
I dati sulle nuove assunzioni e le cessazioni, insieme a un calo della disoccupazione, danno un’immagine parziale e variegata del mercato del lavoro veneto. Mentre la tendenza generale appare positiva, la presenza di settori in difficoltà va monitorata attentamente per garantire che il bilancio occupazionale continui a crescere e che le province con performance inferiori possano usufruire di opportunità di sviluppo.