Il settore agricolo veneto sta affrontando un momento critico, in particolare per quanto riguarda la coltivazione del kiwi. Recenti dati evidenziano una diminuzione delle superfici investite, con una significativa riduzione che nel 2023 ha visto passare il territorio da 2.950 ettari a 2.726 ettari, corrispondente a un calo del 7%. Questo scenario è direttamente influenzato da problemi di moria delle piante, una questione che affligge il settore da anni, aggravata da eventi climatici avversi e dalla presenza di malattie. Il Ministero dell’Agricoltura ha riconosciuto la gravità della situazione, approvando un decreto volto a sostenere le imprese agricole che hanno subito danni rilevanti.
Motivazioni del calo delle superfici investite a kiwi
La moria di piante rappresenta uno dei principali fattori dietro il decremento delle superfici dedicate alla coltivazione del kiwi in Veneto. Questo problema si manifesta con l’abbassamento della qualità delle produzioni, che nel 2023 è risultato ancora più accentuato rispetto agli anni precedenti. Attualmente, gli agricoltori veneti si trovano a dover far fronte a conseguenze pesanti derivanti non solo dalla moria ma anche da problematiche legate alla batteriosi e da gelate primaverili imprevedibili.
Questi fenomeni climatici, come le gelate tardive, hanno un impatto devastante sulla produzione. Le rese sono calate drasticamente, e molte aziende agricole si trovano a fronteggiare costi insostenibili per mantenere in vita gli impianti. La decisione di espiantare è diventata sempre più comune fra i produttori, che valutano i rischi legati all’eventuale realizzazione di nuovi impianti, la cui manutenzione richiede investimenti in rete antigrandine e sistemi di irrigazione a goccia. La scarsa prevedibilità della sopravvivenza delle piante ha ulteriormente alimentato il timore di ulteriori perdite.
Previsioni sulla raccolta e qualità dei kiwi nel 2023
Francesca Aldegheri, presidente dei frutticoltori di Confagricoltura Veneto, ha confermato che la raccolta dei kiwi è imminente e prenderà il via intorno al 25 ottobre, con un picco atteso nella prima settimana di novembre. Malgrado le avversità , il raccolto di kiwi di quest’anno presenta una qualità migliore grazie alle piogge abbondanti, che hanno favorito un’ottima pezzatura dei frutti.
Le aspettative di mercato sembrano essere in linea con gli anni precedenti, con richieste da parte di commercianti e una previsione di prezzi buoni. Tuttavia, la difficoltà principale continua a essere di natura produttiva. Infatti, per i produttori della provincia di Verona e di altre aree venete, restano significative le perdite produttive collegate alla moria delle piante e alla presenza di batteri nocivi. Il contesto climatico della Pianura Padana non sembra favorire le coltivazioni di actinidia, rendendo il futuro della produzione di kiwi più incerto rispetto a regioni del Sud Italia e della Grecia, dove il clima secco offre condizioni più favorevoli.
Dati sulla produzione di kiwi in Veneto
Secondo i dati forniti da Veneto Agricoltura, la situazione negli impianti di actinidia è preoccupante, con circa il 76% delle superfici totali situato nella provincia di Verona, che ha registrato una riduzione del 6,5%, scendendo a 2.075 ettari. In seguito troviamo la provincia di Treviso, con 300 ettari e un calo dell’11,8%, e Rovigo, che ha visto diminuire la propria superficie a 183 ettari, un -5,7% rispetto all’anno precedente.
La produzione complessiva di kiwi nel Veneto nel 2023 è stata di 30.664 tonnellate, segnando una diminuzione drastica del 41,8% rispetto al 2022. Questi numeri indicano livelli produttivi notevolmente inferiori rispetto agli standard tipici del settore, evidenziando così un periodo di grande difficoltà per gli agricoltori veneti specializzati nella coltivazione di kiwi. La sfida per il futuro sarà trovare strategie efficaci per affrontare questi problemi e garantire la sostenibilità della produzione locale.