Venezia celebra la festa del Redentore, un’antica tradizione di preghiera e unità popolare

Venezia celebra la festa del Redentore, un’antica tradizione di preghiera e unità popolare

Venezia Celebra La Festa Del R Venezia Celebra La Festa Del R
Venezia celebra la festa del Redentore, un’antica tradizione di preghiera e unità popolare - Gaeta.it

Nel corso del fine settimana appena trascorso, Venezia ha riaccolto una delle celebrazioni più sentite dalla comunità locale: la festa del Redentore. Questa storica ricorrenza, che si tiene il terzo fine settimana di luglio, ha visto la partecipazione di migliaia di fedeli e turisti, tutti riuniti in un pellegrinaggio alla basilica progettata da ANDREA PALLADIO, sull’isola della Giudecca, per rinnovare un antico voto risalente alla SERENISSIMA, istituendo un simbolo di guarigione e speranza.

La celebrazione e la preghiera del patriarca

La celebrazione ha avuto inizio venerdì con un’importante processione e la preghiera di affidamento del patriarca di Venezia, FRANCESCO MORAGLIA. In un allocuzione toccante, ha affermato: “A Te, Santissimo Redentore, vogliamo affidare non solo la nostra città, ma anche l’Europa, affinché continui a esprimere la cultura e la spiritualità che le sue radici cristiane le hanno conferito.” I fedeli hanno attraversato il ponte votivo galleggiante, lungo ben 334 metri, che ha unito la fondamenta delle Zattere al piazzale della basilica. Questo suggestivo percorso rappresenta la continuità di una tradizione secolare, poiché da secoli i veneziani si recano in pellegrinaggio per invocare la protezione divina contro la peste, che ha decimato la popolazione della città tra il 1575 e il 1577.

Il patriarca ha sottolineato la carica emotiva di questo pellegrinaggio. “Il nostro pellegrinare verso questo santuario, così caro per noi veneziani, si è fatto carico di pensieri e preoccupazioni che affliggono il nostro cuore.” Concludendo la sua preghiera, ha invocato la pace in un mondo segnato da conflitti, esprimendo la necessità di una riconciliazione profonda tra i popoli e i cuori.

Messaggio di pace e speranza

Il fine settimana di celebrazioni ha visto la presenza di figure di spicco, come il sindaco di Venezia, LUIGI BRUGNARO, e altre autorità civili e religiose. Venerdì sera, durante l’inaugurazione del ponte votivo, il patriarca Moraglia ha evidenziato l’urgenza di una risposta alla crisi globale, dichiarando: “Viviamo in un tempo di guerra, conclamata in molte parti del mondo.” La sua invocazione non si è limitata alla città di Venezia, ma è stata estesa a tutto il continente europeo, sottolineando l’importanza di costruire “ponti tra persone e popoli differenti.”

Il messaggio del patriarca ha trovato eco nelle parole di Papa Francesco, richiamando l’attenzione su un amore “politico” che non si limita a curare gli effetti, ma cerca di affrontare le cause profonde dei problemi sociali ed umani. La richiesta di pace e discernimento è risuonato nell’aria, un appello urgente per nutrire relazioni di unità e concordia, che oggi sembrano smarrite in un panorama globalizzato e complesso.

La messa solenne e il significato dell’evento

La celebrazione culminante si è svolta ieri sera con una Messa solenne, alla quale hanno partecipato diverse autorità e membri delle comunità religiose veneziane. Durante l’omelia, il patriarca ha ribadito la centralità della figura di Cristo come Redentore, affermando che la Chiesa deve essere la ‘relazione vivente’ con Gesù. “Noi siamo dei salvati, dei perdonati, dei riconciliati,” ha dichiarato con fervore.

Monsignor Moraglia ha colto l’occasione per tenere alta l’importanza di un amore attivo per il bene comune. Ha richiamato l’attenzione sul richiamo di Papa Francesco a una fede che non sia marginale o privata, ma che si impegni a costruire un’umanità nuova. La celebrazione si è chiusa con una benedizione solenne impartita dal patriarca, irradiando un messaggio di speranza e unione sulla città.

Una tradizione che vive da secoli

La festa del Redentore è una tradizione risalente a 450 anni fa, un evento che continua a unire i veneziani insieme ai turisti ogni anno. Questa celebrazione, che affonda le sue radici nel dolore della peste, è oggi un simbolo di unità e resilienza. La decisione di erigere la chiesa dedicata al Santissimo Redentore fu presa dal Senato veneto il 4 settembre 1576, subito dopo che la città era stata finalmente liberata dal contagio.

Fin dai tempi della SERENISSIMA, la città ha festeggiato questa ricorrenza con una mescolanza di momenti religiosi e feste popolari. Le celebrazioni non si limitano alla sola messa, ma comprendono anche eventi ricreativi, tra cui cibi tradizionali, folklore e spettacolari fuochi d’artificio, battezzati “Notte famosissima.” Quest’anno oltre 100.000 spettatori hanno assistito agli spettacoli nel bacino di San Marco, un vero e proprio tripudio di luci che ha incantato e unito la cittadinanza.

Il rinnovarsi di questa storica celebrazione sottolinea la resilienza di una comunità radicata nelle sue tradizioni e aperta al futuro, unendo spiritualità e cultura in un abbraccio collettivo che continua a far vibrare il cuore di Venezia.

Change privacy settings
×