La città di Venezia si trova a fronteggiare una stagione estiva segnata da una forte pressione turistica che mette a dura prova i sistemi di trasporto pubblico e la vita quotidiana dei residenti. Tra code ai vaporetti e difficoltà di gestione del personale, le autorità cercano soluzioni concrete per far convivere turismo e esigenze locali senza stravolgere l’identità urbana unica nel suo genere.
il confronto tra turismo e città nelle sfide di venezia
Il tema centrale per Venezia resta la convivenza tra la città e il turismo. L’assessore Michele Zuin sottolinea come spesso si parroli di “flussi turistici” senza considerare il punto di vista di chi vive in città e non dispone di strutture ricettive proprie. I problemi si manifestano soprattutto nel trasporto pubblico, dove il picco di presenze crea disagi evidenti ai residenti, lavoratori e studenti.
L’estate 2025 mostra già segnali di sovraccarico: code ai terminal come Fondamente Nove si ripetono durante i fine settimana più frequentati. Davanti a questo scenario, le soluzioni sembrano limitate a due strade alternative: incrementare corse e capacità dei vaporetti o tagliare l’afflusso di turisti. Zuin evidenzia come questa scelta sia spesso vista come un aut-aut, ma ammette che una strategia mista potrebbe essere la via da seguire. Secondo lui, il vero nodo sta nel decidere se sia la città a dover adeguarsi al volume turistico crescente oppure sia il turismo a doversi adattare ai limiti della città, questioni mai affrontate con la dovuta attenzione.
L’assessore richiama il cambiamento rapido del turismo post-pandemia, che ha portato un’impennata delle presenze in tutte le città d’arte. Nuove regole si sono diffuse, come la prenotazione obbligatoria per luoghi culturali, a testimonianza di un fenomeno gestito con rigore diverso rispetto al passato.
le restrizioni naturali e tecniche del trasporto pubblico a venezia
Venezia non può permettersi un sistema di trasporti di massa simile a quello di una metropoli tradizionale. Le caratteristiche geografiche e urbanistiche della città impongono limiti pesanti, in particolare il rispetto della laguna e la riduzione del moto ondoso per salvaguardare le strutture storiche e il fragile ecosistema.
L’assessore indica che non si possono aumentare senza controllo il numero di mezzi navali o allargare terminal e pontili come si farebbe altrove. Il rischio è un sovraccarico eccessivo dei canali e un impatto negativo per la città storica. Garantire il diritto alla mobilità dei residenti resta prioritario, e in situazioni di spazio ridotto questo viene assicurato anche con personale a terra che gestisce l’accesso alle banchine.
Questa posizione evidenzia un blocco strutturale che impedisce di “inseguire all’infinito la domanda turistica” attraverso i trasporti pubblici. La tutela di chi vive Venezia deve venire prima di qualsiasi espansione incontrollata del sistema di trasporto.
la carenza di piloti e le difficoltà nelle assunzioni di actv
Un problema concreto che limita l’aumento delle corse riguarda il personale. In particolare, la figura del pilota dei vaporetti è sottoposta a vincoli rigidi e a un percorso formativo lungo e complesso. È necessario distinguere tra piloti di vaporetti e comandanti di motonavi o traghetti, con differenze sostanziali nelle esperienze richieste.
Per i piloti è obbligatorio un periodo di 18 mesi di servizio a bordo e il superamento di un esame annuale che si tiene a Venezia. Per i comandanti di navi più grandi serve esperienza in mare aperto, non solo in laguna, limitando così il numero di candidati disponibili. Recenti modifiche normative consentono ora la formazione interna per comandanti di unità foranee, ma il processo resta lungo.
Le selezioni di Actv riscontrano un numero di partecipanti in linea con i posti vacanti, ma il prolungato iter e i requisiti tecnici fanno sì che molti nuovi ingressi non riescano a coprire adeguatamente i vuoti in organico. La programmazione delle assunzioni è costante ma incontra limiti oggettivi. Sono stati avviati interventi a livello parlamentare per ridurre i tempi necessari al conseguimento dei titoli professionali.
i vincoli economici e contrattuali nel comparto trasporti veneziano
Le retribuzioni del personale Actv risentono di accordi nazionali e di norme specifiche sulla regolamentazione dei costi nel trasporto pubblico. Il contratto nazionale, rinnovato da poco, viene considerato insufficiente dai sindacati a fronte del costo della vita, soprattutto nel nord Italia.
Serve inoltre rispettare i limiti dettati dall’autorità di regolazione dei trasporti riguardo ai costi standard del lavoro, con l’effetto di mantenere retribuzioni equilibrate all’interno dell’azienda e rispetto ad altre realtà locali. Il mercato del lavoro lagunare è particolare: per il ruolo di capo barca si arrivano a cifre molto alte, difficilmente sostenibili da aziende pubbliche o private che erogano servizi di trasporto locale.
L’accordo integrativo siglato recentemente tra sindacati e azienda regola situazioni contingenti e rimane il parametro di riferimento per qualsiasi modifica futura. Questi vincoli rendono impossibile affrontare la carenza di personale semplicemente aumentando stipendi o condizioni. Ciò limita anche la possibilità di aumentare le frequenze sui mezzi.
i limiti degli spazi ai terminal e le misure per gestire l’afflusso turistico
Nei weekend di maggiore affluenza sono emersi problemi evidenti di spazio, con lunghe code per salire ai mezzi alle Fondamente Nove. Venezia, con la sua geografia delicata, non offre margini per espandere i terminal o ampliare le infrastrutture di accesso.
L’assessore richiama la necessità di far adattare il turismo alla città, e non viceversa. La città non può diventare un luogo di grandi terminal sparsi ovunque compromettendo la sua struttura compatta e storica. L’introduzione del ticket d’accesso rappresenta una delle strategie principali per regolare i flussi, limitando la concentrazione di turisti e riducendo le attese.
Con questo sistema si punta a bilanciare meglio numeri e spazi disponibili. La sperimentazione in corso serve a testare la capacità di restringere accessi impropri e a diffondere maggiormente l’ingresso nelle varie zone.
la riorganizzazione dei trasporti secondo il piano urbano della mobilità sostenibile
Il Piano urbano della mobilità sostenibile prevede scenari di lungo termine per alleggerire il carico di passeggeri sulle tratte più frequentate e sui terminal principali. Il piano propone soluzioni che sembrano a volte futuribili, ma offre indicazioni importanti per una gestione diversa degli spazi di attesa e delle linee.
L’assessore invita a concentrare l’attenzione non solo sui grandi terminal ma anche sulle fermate intermedie, garantendo una mobilità più distribuita per residenti e pendolari. I dati della Smart control room vengono utilizzati proprio per monitorare le presenze e indirizzare interventi mirati.
Un elemento significativo è la diminuzione relativa dell’escursionismo rispetto ai turisti che alloggiano in città. Questo cambia il peso complessivo delle presenze e modifica le priorità di intervento per assicurare la vivibilità quotidiana di Venezia. La sfida resta adottare misure concrete e basate sui numeri, per tutelare una delle città più fragili e uniche al mondo.