A Venezia, il sindaco Luigi Brugnaro è intervenuto durante un Consiglio comunale straordinario convocato dalle opposizioni a seguito delle recenti rivelazioni di un’inchiesta che ha portato all’arresto dell’assessore Renato Boraso. Nell’ambito delle indagini, Brugnaro stesso risulta tra i numerosi indagati. Durante la sua dichiarazione, il sindaco ha ribadito la propria innocenza e il desiderio di continuare a servire la città nonostante la situazione complicata.
La difesa di Brugnaro davanti al Consiglio comunale
L’impegno del sindaco
Il sindaco Brugnaro, in carica dal 2015, ha sottolineato il suo impegno quotidiano per la città, trascorrendo più di dodici ore al lavoro. Ha affermato di aver messo la propria esperienza e credibilità al servizio della comunità, esprimendo incredulità per la situazione attuale. Durante la seduta, ha dichiarato: «Io non ho nulla di cui vergognarmi e resto a disposizione della magistratura». Brugnaro si è presentato al Consiglio per chiarire la situazione e ribadire il proprio attaccamento al mandato ricevuto dagli elettori.
La reazione dei cittadini
Nelle vie attorno al municipio, una folla di manifestanti ha espresso opinioni contrastanti. Mentre molti chiedevano le dimissioni del sindaco, un gruppo più ristretto ha manifestato il proprio sostegno. Le tensioni tra le due posizioni hanno creato un clima di grande fermento, evidenziando il divario tra le posizioni pro e contro il sindaco all’interno della comunità veneziana.
Le accuse e i dubbi sull’operato di Brugnaro
Conflitto di interesse e gestione delle aziende
Brugnaro ha affrontato poi le accuse relative a un presunto conflitto di interesse legato alla gestione dell’area dei Pili, di sua proprietà. L’area era stata acquistata in un’asta dello Stato prima della sua elezione a sindaco. Inoltre, ha fatto riferimento ai legami con la squadra di basket Reyer, della quale è riconosciuto il valore sportivo e sociale. Ha chiarito: «Non ho mai chiesto né ricevuto favori da chi ha scelto di sponsorizzarla».
Il blind trust e la gestione delle aziende
L’aspetto più controverso emerso dall’inchiesta è legato alla gestione delle società di Brugnaro, sottoposte a un blind trust dal 2017. Il sindaco ha affermato di non essere obbligato legalmente a creare questo strumento, ma di averlo fatto per maggiore trasparenza. Ha voluto rassicurare i cittadini riguardo alla continua operatività delle sue aziende, che rimangono gestite autonomamente con dipendenti e dirigenti dedicati.
La questione Boraso e le intercettazioni
Le parole di Brugnaro su Boraso
Infine, Brugnaro ha affrontato la questione di Renato Boraso, il suo assessore coinvolto nell’inchiesta. Ha dichiarato di essere sorpreso dalle accuse rivolte a Boraso e di non aver mai immaginato un simile sviluppo. Le intercettazioni, in cui Brugnaro criticava Boraso, hanno rivelato il suo dissenso verso un approccio politico ritenuto errato, basato su promesse che non si traducevano in fatti concreti. Ha commentato: «Non sapevo nulla di queste contestazioni».
Il consiglio comunale ha rappresentato un momento cruciale per il sindaco, chiamato a difendere la propria onestà e trasparenza in un contesto turbolento per la città di Venezia. La situazione rimane tesa, con le indagini della magistratura che continuano a influenzare la vita politica locale.