In un significativo tributo agli ottant’anni dalla Liberazione dal Nazifascismo, il Comune di Verona, in sinergia con l’Istituto veronese per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea, organizza una mostra dal titolo “Fascismo, resistenza, libertà. Verona 1943-1945“. L’evento si svolgerà dal 14 marzo al 27 luglio 2025 al Museo di Castelvecchio e promette di offrire una riflessione profonda sulla storia complessa di questo periodo.
Un percorso espositivo articolato
La mostra, curata da un team di esperti tra cui Andrea Martini, Federico Melotto, Marta Nezzo e Francesca Rossi, si sviluppa in sei sezioni distinte. Queste aree tematiche raccontano le esperienze storiche della città attraverso un mix di modalità espositive. Gli organizzatori hanno integrato strumenti digitali, filmati e proiezioni olografiche, creando esperienze immersive che permettono di interagire con figure storiche che hanno influenzato quel periodo. Accanto a questi elementi moderni, il pubblico avrà l’opportunità di osservare documenti d’epoca, manufatti e opere d’arte originali.
Riflessioni sull’eredità storica di Verona
L’assessore comunale alla memoria, Jacopo Buffolo, ha espresso l’importanza di questa iniziativa, sottolineando come l’anniversario della Liberazione rappresenti un momento opportuno per analizzare il passato recente di Verona. Il periodo compreso tra il 1943 e il 1945 è stato caratterizzato da occupazione, deportazioni e bombardamenti, ma anche da forti atti di resistenza e successiva ricostruzione. Buffolo ha evidenziato come queste pagine della storia cittadina, sebbene ben documentate, non siano ancora completamente penetrate nella coscienza collettiva. La mostra intende non solo narrare eventi locali, ma offrire un contesto più ampio, coinvolgendo anche le nuove generazioni in un confronto con una storia difficile e stratificata.
Castelvecchio: un luogo simbolo della memoria storica
Il Museo di Castelvecchio non è solo una cornice per la mostra, ma un luogo carico di significato. Durante il periodo fascista, Castelvecchio ospitò importanti eventi politici, tra cui il congresso del Partito fascista repubblicano e il processo ai gerarchi fascisti considerati “traditori“. Questi episodi rappresentano momenti chiave nel passaggio dalla dittatura alla democrazia e testimoniano le responsabilità storiche dei protagonisti.
Francesca Rossi, uno dei curatori, ha messo in evidenza l’importanza dei musei nella tutela del patrimonio artistico e nella ricostruzione della città dopo la guerra. Castelvecchio diventa quindi un simbolo di quella fase drammatica e del coraggio di chi ha vissuto quei momenti difficili.
Opere in mostra: un patrimonio artistico da preservare
La mostra offre ai visitatori l’opportunità di ammirare varie opere d’arte che sono sopravvissute al tempo e ai conflitti. Tra queste si trovano pezzi di grande valore storico e culturale come “Eliodoro e il sacerdote Onia” di Giambattista Tiepolo, “La Dama delle licnidi” di Peter Paul Rubens e un’Allegoria della Speranza di Alessandro Turchi, che è l’unica opera rimasta di un intero ciclo di tele dell’artista. Questo patrimonio non solo valorizza la mostra, ma serve anche a rinforzare l’identità culturale della città e a sensibilizzare il pubblico sulla necessità di preservare tali testimonianze.
Il progetto ha ottenuto il patrocinio di vari enti, tra cui il Ministero della Cultura e l’Università di Verona, e ha ricevuto supporto dall’associazione Amici dei Civici Musei di Verona. La mostra si propone quindi non solo come un evento culturale, ma anche come un’importante occasione educativa che stimola la riflessione e il dialogo sulla storia nazionale.