Via Scarlatti è una delle strade di Milano che racchiude in sé storie, memorie e trasformazioni architettoniche significative. Situata tra piazza Duca d’Aosta e corso Buenos Aires, questa via è stata immortalata da poeti, registi e, più recentemente, dalla quotidianità dei cittadini. Scoprire Via Scarlatti significa anche ripercorrere la storia della città, dalle cicatrici della guerra agli sviluppi urbanistici contemporanei.
Un viaggio attraverso le parole di Vittorio Sereni
Vittorio Sereni, celebre poeta milanese, ha dedicato versi a questa via, descrivendone l’atmosfera in un contesto di rinascita dopo la Seconda Guerra Mondiale. Nel suo poema “Gli strumenti umani“, scritto tra il 1945 e il 1965, Sereni presenta Via Scarlatti come un percorso che segna un distacco tra il tumulto cittadino e la quotidianità della vita operaia. All’epoca, la strada era ancora segnata dalle ferite dei bombardamenti, con un paesaggio che avvolgeva gli abitanti in toni di grigio e malinconia. “Adesso dentro lei par sempre sera”, scrive il poeta, evidenziando come le ombre dei volti degli operai riflettano la fatica e la speranza di una ripresa faticosa. L’intreccio tra i sentimenti e l’ambiente circostante rende Via Scarlatti un simbolo non solo di un’epoca, ma anche di un modo di vivere che non è mai cessato del tutto.
Le trasformazioni architettoniche e l’impatto moderno
Via Scarlatti ha visto mutamenti radicali nel corso degli anni. Mentre la poesia di Sereni ritrae un paesaggio di case e persone, oggi un notevole esempio di riqualificazione urbana è rappresentato dall’albergo Nh Buenos Aires. Questa struttura incarna un sofisticato intervento architettonico che ha messo insieme quattro edifici preesistenti, unendo stili diversi come il déco e il liberty. Il risultato è una facciata che non solo conserva elementi storici, come decorazioni antiche e balconi stondati, ma riesce anche a dialogare con il contesto contemporaneo. Le lastre d’acciaio lucide virano al bronzo al calare del sole, rendendo la visione della via un’esperienza culturale prima che visiva. La strada, pertanto, non è solo un passaggio, ma un fondamentale punto di vista sulla storia di Milano e delle sue architetture.
La vita contemporanea e i segni del passato
Oggi Via Scarlatti è animata da una varietà di persone: dai rider che si riposano all’ombra degli alberi alle famiglie di migranti che si radunano attorno alle panchine. Il traffico si intreccia con i turisti che si muovono stancamente tra stazione e alberghi, riflettendo un nuovo panorama urbano che, sebbene diverso, non dimentica il passato. Presso il civico 26, ad esempio, ha vissuto Enzo Paci, un influente filosofo del Novecento italiano, che ha condiviso con Sereni non solo l’amicizia, ma anche lunghi camminamenti che attraversavano questa storica via. Queste figure intellettuali hanno conferito a Via Scarlatti un significato culturale che trascende il semplice aspetto urbanistico.
Un racconto cinematografico di vita e memoria
Un ulteriore tassello della storia di Via Scarlatti è rappresentato dal film/documentario “Via Scarlatti 20“, diretto da Markus Imhoof nel 1984. La pellicola, che ha ottenuto una nomination agli Oscar, cattura l’essenza di una casa di ringhiera e le storie quotidiane di chi la abitava. In essa, si possono riconoscere elementi di vita sociale, economica e culturale che chiaramente delineano il panorama di una Milano vibrante e in continua evoluzione. Il film è un viaggio attraverso un microcosmo che riflette la complessità delle relazioni umane, delle tradizioni e delle piccole dispute di vicinato che, anche oggi, continuano a dare vita alla strada.
Via Scarlatti, quindi, rimane un’intersezione tra il passato e il presente, un luogo in cui ogni pietra racconta una storia e ogni volto rappresenta una parte della memoria collettiva di una delle città più dinamiche d’Europa.
Ultimo aggiornamento il 21 Luglio 2024 da Laura Rossi