Nel mondo di oggi, caratterizzato da instabilità globale e crisi economiche, il Global Liveability Index di The Economist offre uno spaccato interessante sulla vivibilità nelle città di tutto il mondo. Nel 2024, Vienna si riconferma al vertice della classifica, mettendo in luce i punti di forza delle città europee, mentre altri centri urbani si confrontano con sfide crescenti. Scopriamo quale sia la situazione attuale e quali città sono riuscite a entrare nella top 10.
Il dominio di Vienna nella classifica globale
Vienna: la città più vivibile per il terzo anno consecutivo
Con il suo fascino storico, architettura imponente e una cultura vibrante, Vienna si riconferma nel 2024 come la città più vivibile del mondo secondo il Global Liveability Index di The Economist. Per il terzo anno di fila, la capitale austriaca guida la classifica, consolidando la sua posizione grazie a punteggi eccellenti in quattro delle cinque categorie valutate. Questo trionfo non solo rappresenta un riconoscimento per le politiche urbane e sociali messe in atto, ma evidenzia anche un modo di vivere di alta qualità che i cittadini viennesi possono godere quotidianamente.
L’indice annuale tiene in considerazione un totale di 173 città, e il punteggio medio globale ha raggiunto il 76,1 su 100, grazie a migliorie in settori cruciali come l’istruzione e la sanità. Tuttavia, la categoria stabilità ha registrato un decremento, a causa dei disordini civili e della crescente preoccupazione per il terrorismo in diverse regioni del mondo. Queste sfide dimostrano come, nonostante il trionfo di Vienna, ci siano fattori congiunturali che influenzano la vivibilità globale.
Le altre città della top 10
L’Europa continua a mantenere una forte presenza in questa classifica, con tre città nelle prime quattro posizioni, segnalando un trend costante nel continente. Le altre città che completano la top 10 nel 2024 includono Copenaghen, Zurigo e Melbourne, ognuna con caratteristiche distintive che contribuiscono alla loro vivibilità.
È interessante notare il miglioramento di Auckland e Calgary, che hanno guadagnato posizioni significative rispetto al passato, mentre metropoli come Dublino e diverse città tedesche hanno registrato cali, riflettendo un panorama urbano in continua evoluzione.
Come viene redatta la classifica della vivibilità
I criteri del Global Liveability Index
Il Global Liveability Index non è determinato arbitrariamente; si basa su un’analisi rigorosa di numerosi indicatori che valutano la qualità della vita nelle diverse città. Il punteggio generale assegnato a ciascuna città è la media di cinque categorie principali: stabilità, cultura e ambiente, istruzione, sanità e infrastrutture.
Ogni categoria è a sua volta composta da svariati parametri, compatibili con la realtà dell’odierna vita urbana. Ad esempio, la stabilità si misura considerando le minacce di terrorismo e livelli di criminalità. Nella categoria di sanità vengono valutati l’accessibilità e la qualità dei servizi. A tal proposito, oltre 30 indicatori di performance contribuiscono a configurare il punteggio finale per ogni comune.
Nel 2024, Vienna non solo ha mantenuto il suo primato, ma ha anche evidenziato punteggi perfetti in stabilità, istruzione e sanità, sebbene abbia ottenuto un punteggio inferiore nella categoria cultura e ambiente, penalizzata dalla scarsità di eventi culturali di grande impatto.
Le sfide della vivibilità in un mondo in crisi
Nonostante il punteggio medio in crescita, le città, sia europee che non, affrontano diverse sfide legate all’alta inflazione e al costo della vita. La crisi abitativa è diventata preoccupante per molte metropoli, in particolare per quelle australiane e canadesi, dove il prezzo degli affitti ha raggiunto livelli insostenibili. Ancora una volta, la stabilità economica gioca un ruolo fondamentale nella vivibilità di queste aree urbane, rendendo la situazione ancora più critica.
L’emergere dell’Europa orientale
Verso un equilibrio di vivibilità tra est e ovest
Non è solo l’Europa occidentale a calamitare l’attenzione; le città dell’Europa orientale stanno finalmente guadagnando posizioni significative, grazie ad un miglioramento in settori come l’istruzione e la sanità. Quest’anno, per la prima volta, si evidenzia un balzo positivo anche per alcune città come Budapest, Belgrado e Bucarest. Queste città hanno raggiunto punteggi notevoli, mostrando progressi che si spera possano continuare anche nei prossimi anni.
Tuttavia, la strada è in salita. L’Europa orientale, nonostante gli avanzamenti, deve affrontare sfide uniche e complesse, da problemi di governance a disordini civili, che possono minare i livelli di vivibilità a lungo termine. Le città occidentali, nel frattempo, continuano a fronteggiare la questione della stabilità, soprattutto nei contesti sociali e politici.
La reazione delle città europee alle sfide contemporanee
Oltre ai miglioramenti, il calo di altre metropoli come Dublino e Monaco di Baviera mette in luce l’importanza dell’adattabilità e della resilienza. Le amministrazioni comunali devono rispondere proattivamente alle esigenze della popolazione per affrontare le criticità e mantenere alti standard di vita.
Queste dinamiche costituiscono il motore che continua a muovere il dibattito sulla vivibilità, mettendo a fuoco le complessità dell’urbanizzazione moderna e le risposte strategiche necessarie per affrontare le sfide economiche e sociali contemporanee.