Nel cuore di Castel Volturno, al Villaggio Coppola, è emerso un caso di abusivismo edilizio e presunti sversamenti illeciti di rifiuti. Il 10 aprile scorso la Procura di Santa Maria Capua Vetere ha posto sotto sequestro un immobile di grandi dimensioni, mentre emergono responsabilità e omissioni legate a costruzioni irregolari e danni ambientali. Le indagini coinvolgono nomi noti nel territorio e fanno luce su una realtà costruita su mancanze documentali e violazioni normative.
il palazzo marina sequestrato: un ecomostro abusivo sul lungomare
L’intervento della procura si è concentrato su un edificio imponente chiamato “Palazzo Marina“, costruito con otto piani e comprendente 104 appartamenti. L’immobile, valutato circa 25 milioni di euro, è situato lungo il litorale ed era nato come Hotel Residence Fontana Bleu, trasformato successivamente in una struttura residenziale. A firmare la sua realizzazione è stata la famiglia Coppola, storicamente impegnata nell’edilizia locale. Il palazzo sorge su porzioni di demanio marino e forestale, fondali e zone protette che non avrebbero dovuto essere occupate da costruzioni. Gli investigatori hanno definito l’edificio come un vero e proprio “ecomostro” in quanto abuso edilizio e impatto ambientale si intrecciano nel medesimo scenario.
il valore del sequestro
Il sequestro ha rappresentato un momento di svolta nelle indagini, visto che l’immobile risulta privo di qualsiasi licenza edilizia o documentazione autorizzativa negli archivi comunali. Il punto è che non si tratta di un caso isolato, perché tutta l’area intorno al Villaggio Coppola presenta analoghe irregolarità. Queste costruzioni, nate negli anni ’70 su iniziativa della stessa famiglia di imprenditori edili Coppola, occupano un vasto territorio urbano e rappresentano una fetta importante del tessuto residenziale di questa frazione di Castel Volturno.
l’assenza di autorizzazioni e la situazione urbanistica del villaggio coppola
Le indagini hanno messo in luce un vuoto amministrativo evidente: non è stata trovata traccia di licenze edilizie valide per molte delle opere che compongono il Villaggio Coppola. Il piano urbano da cui si evince la gestione territoriale e la regolamentazione dei permessi edilizi non contempla questa vasta area come conforme alle normative vigenti. L’abusivismo, quindi, è diffuso e riguarda non soltanto il palazzo sequestrato ma altri edifici e strutture nel medesimo comprensorio.
un vuoto burocratico e le sue conseguenze
Questo vuoto burocratico ha favorito la crescita di un nucleo abitativo di fatto non riconosciuto dalle autorità, con rischi molto chiari sia sul piano della sicurezza degli edifici che sul rispetto delle norme urbanistiche. Il Comune di Castel Volturno si trova di fronte a una situazione complessa, dove la regolarizzazione degli immobili appare praticamente impossibile, vista la mancanza di documenti ufficiali e la natura delle occupazioni di terreni pubblici o demaniali. La responsabilità originaria della famiglia Coppola si tramanda come un caso emblematico di edilizia abusiva nelle province campane.
l’inquinamento ambientale e il probabile interramento di rifiuti sotto l’hotel resort
Un’ombra più inquietante riguarda la presenza di rifiuti sotterrati nei terreni al di sotto di alcune strutture del villaggio. Le indagini rivelano come, negli anni ’90, sia stato effettuato un presunto interramento di materiali di scarto sotto un complesso molto rilevante: i campi da golf annessi all’Hotel Resort Marina di Castello. Questi campi da golf sono stati realizzati dalla stessa famiglia di costruttori e si trovano proprio accanto al centro sportivo dove si allena il Napoli Calcio.
implicazioni ambientali e sanitarie
L’eventuale presenza di rifiuti interrati in un’area destinata a impianti sportivi rappresenta un serio problema ambientale e sanitario, e il sospetto accende i riflettori su possibili violazioni delle norme ambientali. L’inquinamento del suolo può avere ripercussioni anche sulle falde acquifere e sulla qualità dell’aria, minacciando la salute pubblica. Per l’amministrazione locale e per le autorità sanitarie la priorità sarà accertare l’entità del problema, indagare sulle responsabilità e valutare possibili interventi di bonifica urgentissimi.
le persone coinvolte nell’inchiesta e i profili delle indagini
Tra gli indagati figura l’ex comandante della Capitaneria di Porto di Castel Volturno, Francesco Pappalardo, 65 anni, chiamato a rispondere per la sua attività durante la gestione del territorio costiero. Si ipotizza un ruolo di omissione o favoreggiamento riguardo alle costruzioni abusive lungo il litorale. Nel fascicolo compare anche Domenico Romano, settantenne e collaboratore di Cristoforo Coppola, imprenditore del quale si sta indagando la figura nonostante la sua recente morte.
il lavoro della procura
L’inchiesta è coordinata dal procuratore Pierpaolo Bruni e dal pool giudiziario di Santa Maria Capua Vetere. Gli accertamenti proseguono con acquisizioni di documenti, verifiche sul territorio e interrogatori, al fine di chiarire la dinamica delle violazioni edilizie e di scoprire possibili collegamenti con altre attività illecite. Il sequestro del palazzo è solo una delle azioni volte a impedire ulteriori danni e a preservare la sicurezza pubblica.
Il caso continua a svilupparsi con attenzione crescente da parte delle autorità locali e nazionali, che monitorano da vicino l’evoluzione della situazione. Resta fondamentale intervenire per bloccare abusi e risanare l’ambiente, affrontando anche il problema sociale rappresentato da un quartiere nato all’ombra dell’illegalità edilizia.