In un contesto di tensioni commerciali tra Europa e Stati Uniti, il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, si è trovato a dover affrontare una questione cruciale riguardante l’industria vinicola italiana. La richiesta di escludere vino e alcolici dalla disputa sui dazi sull’acciaio e alluminio è stata formulata da Unione italiana vini , con l’intento di salvaguardare un comparto che genera un importante valore economico all’interno della comunità europea. La questione evidenzia l’impatto significativo che la decisione americana potrebbe avere sul mercato vinicolo, valutato in circa 8 miliardi di euro all’anno.
La preoccupazione per i dazi al 200% sul vino
Il 13 marzo, gli Stati Uniti hanno annunciato l’imposizione di dazi al 200% su vino e alcolici, una mossa che ha già sollevato preoccupazioni all’interno del settore vinicolo. Paolo Castelletti, segretario generale di Uiv, ha dichiarato che questa decisione sta bloccando il mercato, con molti importatori statunitensi costretti a sospendere gli ordini. La conseguenza immediata è una stagnazione del commercio, con un impatto visibile sui picchi di vendite previsti per il 2024, dove la stima è di 1,9 miliardi di euro di esportazioni di vino verso gli Stati Uniti. Questo scenario non fa altro che rincarare la posta insostenibile di una guerra commerciale che sta colpendo il settore più di altri.
L’analisi di Uiv ribadisce l’importanza di mantenere il vino e gli alcolici fuori dalle dispute commerciali, sottolineando quanto sia illogica l’inclusione di prodotti il cui valore rappresenta un ottimo esempio di “gioco a perdere”. Con un rapporto di 6 a 1 a sfavore dell’Europa, la situazione sembrerebbe insostenibile per un comparto che contribuisce in modo significativo all’economia italiana. La produzione vinicola rappresenta infatti l’1,1% del PIL nazionale, generando un valore aggiunto di oltre 17 miliardi di euro.
La necessità di azioni immediati da parte dell’ue
Durante il recente incontro alla Farnesina con il ministro Tajani, il presidente di Uiv, Lamberto Frescobaldi, ha espresso la necessità di azioni immediate da parte dell’Unione Europea per affrontare la questione. L’intenzione del ministro di rappresentare la richiesta a Bruxelles, discutendo direttamente il tema con il commissario al Commercio, Maros Sefcovic, è vista come un passo fondamentale per garantire la protezione di un settore così vulnerabile in queste circostanze.
La proposta di escludere vino e alcolici dall’elenco dei prodotti colpiti dai dazi è sostenuta dalla convinzione che ciò possa prevenire danni irreversibili al comparto vinicolo europeo. Con export verso gli Stati Uniti che raggiunge il 40% del totale europeo, la crisi in corso potrebbe compromettere gravemente non solo le esportazioni italiane ma l’intero mercato europeo di vini e alcolici.
L’accordo di libero scambio mercosur come prioritÃ
Durante la medesima discussione, Uiv ha fatto emergere l’importanza di procedere con l’approvazione dell’accordo di libero scambio con i paesi del Mercosur. Questo accordo potrebbe rappresentare una boccata d’aria fresca per le aziende vinicole, aprendo nuove opportunità commerciali e potenzialmente bilanciando l’impatto delle misure statunitensi.
La ratifica dell’accordo, già tanto attesa, è vista come una strategia cruciale per reinvestire in mercati che possono garantire migliori condizioni di commercio per i vini italiani, mitigando i danni che potrebbero arrivare da altre direzioni. L’attività diplomatica di Tajani andrà dunque monitorata con attenzione: il futuro del vino italiano, oltre che della sua reputazione internazionale, dipenderà dalle prossime mosse sul grande scacchiere economico globale.