Negli ultimi anni, in Italia, la questione della violenza contro le donne ha mostrato segnali preoccupanti, con un aumento dei comportamenti aggressivi soprattutto tra i più giovani. Le cronache riportano casi di abusi, aggressioni e femminicidi commessi anche da adolescenti o ragazzi appena maggiorenni. Un fenomeno che mette in luce quanto una mentalità patriarcale continui a influenzare le nuove generazioni, fino a manifestarsi in episodi di violenza nelle relazioni sentimentali giovanili.
la violenza giovanile: un fenomeno in crescita e i segnali preoccupanti
Quello che emerge con forza è che la violenza nelle coppie dei più giovani assume forme inquietanti, con un’escalation di comportamenti possessivi e aggressivi che si presentano sin dall’adolescenza. Spesso questi atteggiamenti si giustificano con un’idea distorta dell’amore, vista come motivo per controllare o limitare la libertà della persona amata. Questi segnali, che ormai non sono isolati, testimoniano una radicata cultura che considera la donna come soggetto da dominare piuttosto che come individuo libero.
Le vittime, spesso molto giovani, faticano a liberarsi da queste relazioni malsane per paura di isolamenti sociali, vergogna o ritorsioni. Questi elementi fanno capire che l’intreccio tra status sociale, norme culturali e pressione del gruppo complica l’uscita da situazioni pericolose. Non si tratta solo di episodi di cronaca isolati ma di un problema diffuso che coinvolge molte famiglie e comunità.
il ruolo ambivalente dei social media nelle dinamiche di controllo e denuncia
I social network sono strumenti molto presenti nella vita quotidiana degli adolescenti e giocano un ruolo ambivalente in questo contesto. Da un lato, possono offrire spazi per denunciare comportamenti violenti e favorire la consapevolezza collettiva. Numerose campagne e gruppi di supporto nascono proprio su queste piattaforme, dando voce alle vittime e facilitando il confronto.
Dall’altro lato, però, i social amplificano i rischi di controllo e persecuzione. Attraverso la condivisione di messaggi, post e foto, le relazioni si caricano di tensioni e opportunità di sorveglianza costante. Questo crea un ambiente dove il controllo diventa pervasivo, e moltiplica la pressione psicologica sulle vittime. In questo modo, le nuove tecnologie alimentano dinamiche tossiche di dipendenza e sopraffazione, rendendo più difficile per le ragazze rompere il circuito della violenza.
una cultura patriarcale che continua a influenzare i giovani e alimenta la violenza di genere
Il problema di fondo rimane l’educazione ricevuta dai ragazzi e dalle ragazze, che spesso riflette ancora una mentalità patriarcale. Ai maschi viene insegnato indirettamente a dominare e a considerare la donna come oggetto o proprietà. Alle femmine si trasmette un’idea di sottomissione e accettazione del ruolo passivo nella coppia.
Queste convinzioni, radicate fin dall’infanzia, creano un terreno fertile per le tragedie che arrivano al femminicidio, l’ultimo e più tragico atto di violenza nelle relazioni distrutte. Ogni anno decine di donne vengono uccise da partner o ex partner. Il fatto che l’età media degli assassini scenda sempre più mostra che questi problemi toccano anche giovani appena usciti dall’adolescenza, sottolineando l’urgenza di interventi precoci.
l’urgenza di un’educazione affettiva e sessuale nelle scuole e nelle famiglie
Per fermare questo fenomeno servono interventi educativi che inizino molto prima del momento in cui si manifestano i comportamenti violenti. Si propone un percorso che parta dalla scuola primaria, con insegnamenti chiari su affetti, rispetto reciproco, limiti personali e comunicazione.
La famiglia deve tornare a essere un luogo dove si dialoga di questi temi, senza tabù o silenzi. Allo stesso tempo, è necessario offrire formazione specifica a insegnanti e operatori sociali chiamati a riconoscere segnali di disagio e prevenire situazioni a rischio.
Questi passi sono fondamentali per costruire modelli positivi e garantire che il valore della libertà individuale e del rispetto nelle relazioni diventi patrimonio comune, e non tema ancora da relegare ai margini. La differenza si farà con una cultura che sa accompagnare i giovani nel riconoscere e vivere l’amore lontano dalla violenza.