Visita alla casa circondariale di Trento: focus su semilibertà e problematiche sanitarie

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Visita alla casa circondariale di Trento: focus su semilibertà e problematiche sanitarie - Gaeta.it

La recente visita dei consiglieri provinciali Paola Demagri e Francesco Valduga, accompagnati dall'avvocato Fabio Valcanover, rappresentante dell'associazione Nessuno tocchi Caino, ha portato alla luce alcune criticità e particolarità presenti all'interno della casa circondariale di Trento. Accolti dalla direttrice Annarita Nuzzaci e dal comandante della Polizia penitenziaria Ilaria Lomartire, gli ospiti hanno avuto l'opportunità di approfondire la situazione attuale della struttura, già oggetto di un precedente sopralluogo lo scorso agosto.

Semilibertà: un'alternativa per i detenuti

La vita dei detenuti in semilibertà

Durante la visita, Valcanover ha evidenziato la presenza di 17 detenuti in stato di semilibertà, i quali vivono una condizione particolarmente unica. Questi individui hanno la possibilità di trascorrere le giornate al di fuori della struttura, rientrando solo alla sera, oppure possono lavorare in attività come panifici, un'opzione che consente loro di mantenere un contatto con il mondo esterno e di sviluppare competenze professionali.

Tale modalità di detenzione rappresenta un'importante opportunità per favorire il reinserimento sociale dei detenuti, consentendo loro di affrontare le sfide della vita quotidiana con una maggiore preparazione. Tuttavia, è fondamentale garantire che questi percorsi siano seguiti e monitorati adeguatamente per evitare problematiche future.

Rientri e difficoltà lavorative

Nonostante i benefici derivanti dalla semilibertà, persistono delle difficoltà significative legate al personale all'interno della casa circondariale. Il lavoro del personale è considerato complesso e talvolta pericoloso, il che può rendere difficile garantire la sicurezza e il supporto necessari ai detenuti. Valcanover ha sottolineato l'importanza di un adeguato supporto al personale, affinché possa svolgere il proprio lavoro in condizioni più sicure ed efficaci.

Problematiche sanitarie all'interno della struttura

Assistenza sanitaria e carenze di personale

La visita ha messo in luce anche le criticità legate all'assistenza sanitaria all'interno della casa circondariale. La carenza di infermieri è un problema riscontrato durante il sopralluogo, un aspetto che suscita preoccupazione data la salute degli individui rinchiusi. L'assistenza sanitaria è fondamentale per garantire il benessere fisico e psicologico dei detenuti, e la mancanza di personale può compromettere seriamente questo servizio essenziale.

La salute mentale dei detenuti

Circa il 60-70% dei 380 detenuti in custodia presenta problemi psichiatrici e gran parte di loro assume psicofarmaci. Tra questi, circa 40 persone si trovano in una situazione considerata allarmante, manifestando gravi patologie psichiatriche. Inoltre, emergono anche preoccupazioni relative a circa una ventina di detenuti affetti da malattie infettive come HIV ed epatiti, il che evidenzia la necessità di una maggiore attenzione e interventi specifici nel settore della salute.

Nonostante ci siano stati progressi in alcuni aspetti, le condizioni di salute mentale e fisica dei detenuti rimangono questioni cruciali che richiedono interventi tempestivi e adeguati, soprattutto nella gestione delle cure. Valcanover ha ribadito che, data la gravità di alcune patologie, molti individui non dovrebbero trovarsi all'interno della struttura penitenziaria, sottolineando l'urgenza di ampliare i posti nella REMS di Pergine Valsugana, l'unica struttura della Regione, ma attualmente insufficiente per far fronte alla domanda esistente.

La visita ha fornito uno spaccato significativo della situazione attuale all'interno della casa circondariale di Trento, evidenziando l'importanza di affrontare le sfide sia sul piano della semilibertà che su quello della salute dei detenuti, affinché si possano garantire diritti e dignità a tutte le persone coinvolte.

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